UNA NUOVA “EROINA” (IN TUTTI I SENSI!) – Pubblicato sul mensile “Il Lavoro Fascista” – Febbraio 2018

A seguire pubblico integralmente un recente articolo di Maurizio Blondet, tratto dal suo sito. Lo faccio perché sentivo il bisogno di trovare, finalmente, una chiave di lettura diversa a proposito della vicenda della famosa Pamela, divenuta ormai un’eroina moderna, nel cui nome si scrivono articoli strappalacrime, si organizzano cortei e manifestazioni, si sproloquia sui cosiddetti “social”…

Purtroppo, la maggior parte degli idioti che organizzano le cose di cui sopra, sono i sedicenti Fascisti (ma meglio sarebbe dire destrorsi di merda!), che con la loro consueta dose di sciacallaggio si sono gettati a corpo morto sulla vicenda, trasformando così una semplice mignotta drogata fino al midollo in un’icona politica della nostra “area”.

Ci sono addirittura idioti che hanno inserito come foto del profilo su Facebook quella della drogata che sorrideva con la bocca a culo di gallina (cosa che, evidentemente, provoca ancora turbamenti sessuali in qualche sfigato a digiuno di rapporti sessuali), mentre altri, con sillogismi degni di un cerebroleso, hanno dedotto che se i nigeriani di Macerata hanno mangiato il cuore di Pamela (se…), allora i nigeriani sono cannibali, e quindi lo sono tutti i negri.

Il che sarebbe come dire che dato che Totò Riina scioglieva bambini nell’acido, ed era palermitano e bianco, tutti i bianchi sciolgono i bambini nell’acido!

Ora, premesso che non auguro a nessuno, neppure alla feccia drogata che si prostituisce, di fare quella fine, non posso che fare una semplice osservazione: chi è causa del suo male, pianga se stesso. Ovvero, se in questa squallida Italia esistono persone che, pur essendo nate in famiglie benestanti ed avendo anche la fortuna di essere nate molto belle, scelgono di gettarsi nell’immondizia rincorrendo una dose di eroina, e per fare questo fuggono dalla comunità che le stava disintossicando, si prostituiscono per avere un passaggio in auto e 50 euro per comprare l’eroina, e si recano volontariamente da spacciatori nigeriani per soddisfare queste voglie, io non posso che dire: “Ha avuto quello che si è cercato”.

Qui non si parla di vittime innocenti (e ce ne sono tante), violentate e magari uccise mentre si recavano a scuola, o al lavoro, o addirittura mentre credevano di essere al sicuro nella loro abitazione.

Qui si parla di feccia, di persone che hanno tutto ma giocano a fare le fragili vittime del sistema, di ragazzine che si prostituiscono per una ricarica del cellulare, o per una dose di droga, di persone che ogni sabato notte si imbottiscono di alcool e droga in discoteca fino a sfiorare il coma, e che poi, quando anno la fine che si sono cercata e meritata, vengono piante come “sante” vittime della criminalità e/o degli extracomunitari!

E come se non bastasse questo squallore, ci tocca vedere imperversare su TV e giornali i genitori di queste “vittime”, ovvero quelli che le hanno create perché non hanno saputo (o voluto) impartire una sana educazione, facendo volare qualche schiaffone terapeutico ed imponendo limiti di orari, di persone e luoghi da frequentare, di abbigliamento e comportamenti vari…

Giusto per fare un esempio illuminante sul grado di ipocrisia della nostra opinione pubblica, nonché su quella dei sedicenti “camerati” che continuano a santificare Pamela, rammento un altro fatto di cronaca avvenuto a Milano, pochissimi giorni dopo la morte ed il rinvenimento dei resti di Pamela.

Il 7 febbraio scorso, a Milano, una ragazza anch’essa 19enne, Jessica, è stata massacrata a coltellate da un tramviere milanese, presso il quale aveva subaffittato una stanza ed ove si dava da fare facendo pulizie e sbrigando faccende domestiche.

Non era una puttana, non era una drogata, non aveva l’aria ammiccante come quella di Pamela nelle foto, e soprattutto non è stata uccisa da un nigeriano, ma da un coglione milanese, con un lavoro ed una moglie.

Jessica

Quindi, nessun ritardato mentale leghista (travestito da Fascista), ha sentito il bisogno di correre per Milano sparando a tutti i milanesi che incontrava, nessun fascista all’amatriciana ha sentito il bisogno di organizzare fiaccolate e cortei assortiti, nessun coglione da “social” si è sentito obbligato ad adottare la foto della povera Jessica come foto principale del suo profilo.

Semplicemente, il nulla.

Eppure si trattava di una brava ragazza, sfortunata, che tentava di uscire da una vita fatta di ristrettezze, miserie e relazioni sbagliate. Ma nessuno sciacallo di destra ha fatto di Jessica un’eroina, o un simbolo, perché non poteva utilizzarla per attaccare gli immancabili spacciatori negri, così come nessuno sciacallo di sinistra ha potuto scendere a sua volta in piazza per difendere i poveri negri accusati ed assaliti dai “fascisti”!

Cosa che mi rende sempre più disgustosi gli uni e gli altri, degni figli di un’Italia senza valori, senza dignità e soprattutto senza speranze per il futuro.

Godetevi, dunque, i vostri eroi e le vostre eroine; io preferisco piangere per le vere vittime, non per il pattume senza alcun valore.

Carlo Gariglio

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 Se i veri extra-comunitari sono i nostri figli. E noi.

 Maurizio Blondet – 8 febbraio 2018.

https://www.maurizioblondet.it/veri-extra-comunitari-nostri-figli/

A proposito della squartata di Macerata,  del nigeriano e dello sparaccchiatore, una lettrice mi scrive:

Interessante tutto quello che scrive a proposito dello omicidio di questa Pamela; Certo il nostro governo è las-sista con i migranti. Certo  i migranti sono perico- losi, ma io mi chiedo: e queste Pamele e questi Traini sono degli italiani completamente manipolati l’una da due nigeriani malfattori (cosa le salta in mente di andare in un hotel con loro due a quella innocentina?) e quel Traini béh una cosa è certa è che  è stato manipolato.

Finché ci saranno delle Pamele e dei Traini il governo potrà continuare a essere quello che è.  

Le colpe di quello che stanno in alto sono anche a causa delle colpe di tutti noi che stiamo in basso.

Buona giornata

(Lettera Firmata)

Nella sua sommarietà  di persona semplice, la lettrice pone il vero e centrale problema.  Non si sa come dirlo senza essere per forza brutali: non ci sarebbero spacciatori, neri o bianchi, se non ci fossero centinaia di migliaia di italiani giovani  che hanno bisogno della dose, sicuramente all’inizio come ausilio ludico-ricreativo (discoteca),  e per fare come i coetanei (conformismo) per poi diventare dipendenti, in condizione dunque di schiavitù. Sono loro che creano e rendono prospero il  business criminale, il gigantesco import di cocaina, eroina, ketamina…  Con tutta la pietà, bisognerà pur dirglielo, a questi cittadini:  per obbedire al vostro “bisogno” vizioso, voi vi state infischiando del peso morale e sociale che fate gravare sul resto della società. La pietà per la povera sprovveduta Pamela e le  centinaia di  sprovveduti e sprovvedute che ormai hanno perso  la lucidità e la mente, ha oscurato che essi sono corresponsabili del  pericoloso  scadimento sociale e colpevoli del  potere crescente della malavita più bestiale, proprio perché estranea alla nostra nazione.

ESTRA-BIANCHE

Un altro lettore  mi gira un articolo di Pierangelo Sapegno,

L’orrore dell’uomo qualunque che ha comprato il corpo di Pamela prima di morire.

 Pamela è appena scappata dall’istituto, mentre cammina sul ciglio della strada, senza soldi, senza un cellulare. La carica sull’utilitaria bianca, lei ha solo «la sua bellezza da vendere», e lui la porta a casa. Fanno l’amore nel garage del retro, su una coperta. Le dà 50 euro e la accompagna alla stazione di Piediripa. La lascia lì, abbandonandola al suo destino. Innocent Oseghale la condurrà da un suo amico a comprare l’eroina che la ucciderà.   Esistono colpe che non sono previste dal codice penale, ma che appartengono al male di tutti i giorni”

http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/pamela-orrore-uomo-corpo-comprato/

Sì: fanno orrore, più delle prostitute nere e transex che infestano certe strade fra i campi, i loro clienti italiani a migliaia; sapete, non potete non sapere, che state “usando”  le vittime di una tratta,   spesso terrorizzate e torturate dalla bande di sfruttatori. La vostra urgenza sessuale è così imperiosa, da  ritenervi in diritto di fregarvene, e di  finanziare col vostro vizio un mercato ripugnante  e ricchissimo?

In un articolo recente della  Stampa ho appreso di ragazzini giovanissimi  del Mali sbattuti sulle strade di Torino da una gang ferocissima di nigeriani per servire la prostituzione maschile. La  repressione dello Stato deve fare il  suo lavoro, certo; ma quel mercato lo stanno alimentando con milioni di euro, sodomiti italiani che hanno “bisogno” di dare sfogo ai loro piaceri.

Che cosa sono questi “bisogni”, per soddisfare i quali voi italiani, connazionali a migliaia, ritenete un giusto prezzo il degrado sociale che producete?  In questo gigantesco e schifoso mercato della carne che si chiama “accoglienza degli immigrati”   – e che provoca migliaia di morti non solo in mare – sono responsabili  politici, profittatori ammanicati  ed ideologi della società aperta e multiculturale con il loro pietrificato “politicamente corretto” insensibile alle obiezioni; il programma di sostituzione alla Soros o il piano Kalergi, le ONG che vanno sottocosta a prenderli.  Ma  arrivati qui, i neri e i maghrebini, i pregiudicati africani o afghani che  sanno di trovare qui il paradiso dell’impunità, trovano ad accoglierli centinaia di migliaia di italiani che “hanno bisogno” dell’ero, “bisogno” di una prostituta,  “bisogno” di soddisfare il loro vizio – e non si sentono responsabili di nulla.

Nemmeno del pessimo esempio di inciviltà che danno a questi nuovi arrivati che non siamo capaci di cacciar via, e quindi cresceranno accanto a noi: odiandoci  e disprezzandoci, ben a ragione. Quel che valgono ”i nostri valori”, glielo state insegnando voi, andandoci a letto a pagamento, seguendoli in case sconosciute per comprare loro la dose, litigandoci in discoteche losche fra strafatti… E non vi rendete conto a che  livello siete scesi.

Irresponsabilità  delle classi “colte e civili”

Nella speranza (spero fondata) che questa irresponsabilità e indecenza appartenga a  minoranze di italiani, non si può però fare a meno di  constatare comportamenti aberranti – e sempre per l’urgenza di “bisogni” sessuali –  vengano esibiti da persone che dovrebbero avere sobrietà e  moderazione, e dovere di responsabilità.

Un professore del liceo Tasso che si fa incriminare perché assilla insistente con sms sconci le sue studentesse, fino a farsi denunciare e perdere il lavoro.

Magistrati vengono arrestati perché vendevano le sentenze.

Carabinieri che  finiscono sotto accusa perché si sono approfittati di due turiste ubriache.

Un magistrato si  fa destituire dalla Corte dei Conti perché  andava a letto con le sue studentesse di magistratura, poi  si vantava delle sue relazioni sulla rivista a disposizione degli studenti; imponeva loro che  gli facessero conoscere i loro fidanzati; le soggiogava sessualmente anche minacciandole di cause penali (“Le vinco tutte”);  si faceva dichiarare “un agente superiore a cui la borsista doveva giurare  fedeltà“.

Sarebbe consolante dire che, accecato dalle sue pulsioni sessuali imperiose e dal potere, aveva perso  il lume della ragione. Ma è peggio: invitato da Bruno Vespa, il magistrato  barese di 47 anni ha pure con tracotanza ed aria di sufficienza sostenuto che il suo comportamento era del tutto appropriato.

Francesco-Bellomo-Bruno-Vespa

Sono segnali di cui non ci si allarma abbastanza. E’ il segno che l’irresponsabilità egoista e ottusa verso la società  che è propria  dei drogati sprovveduti dei ceti bassi degradati, ha intaccato ormai ceti che, per professione  e dignità sociale, dovrebbero sentire il dovere di difendere ed alzare l’ordine civile e morale, se non altro per rispetto dei concittadini che li pagano.

L’irresponsabilità delle classi dirigenti, o almeno colte e civili, verso i concittadini, verso –  osiamo dirlo – la patria, è un sintomo terminale. Pubblici ufficiali, docenti e magistrati   non si sentono più responsabili dei loro atti. L’esibizione di lascivia non sembra loro una cosa indecente di  cui trattenersi. Il sopruso e la schiavizzazione verso persone   loro affidate,  una cosetta da nulla. E questi comportamenti diventano sempre più frequenti. E’ lo sbocco dello sradicamento completo dal cristianesimo dalla società italiana, certo.

Ma peggio: è la sostituzione del Dio cristiano con una “nuova religione”, come documenta il  filosofo e storico  Marco Sambruna nel suo saggio da leggere, “Il declino del sacro – rumore sociale, mass-media e nichilismo” (Edizioni RadioSpada, 208 pagine, 14,90 euro). E’ l’esito ultimo dell’individualismo come agente patogeno di matrice protestante e liberal-borghese:  l’idea, enunciata a suo tempo con suprema chiarezza da Margareth Thatcher, che la società non esiste, esistono solo gli individui che la compongono; da cui  consegue  che  la società non ha per sé diritti, né difensori di questi diritti collettivi.

L’individualismo è diventato oggi un “dogma”, è diventato  “la nuova religione”. Coniugato col mercantilismo consumista che riduce l’individuo a compratore desiderante,  ne ha svalorizzato ai suoi occhi, schernito e infine smantellato i comportamenti che per secoli hanno retto ogni società ordinata ed ogni pedagogia educativa: l’educazione all’auto-controllo, a  ritardare la gratificazione, alla sobrietà e razionalità.  In una parola, alla responsabilità non verso “il prossimo” cristianamente inteso (che non basta e non serve, se assolve), ma verso la propria comunità nazionale e culturale di cui ci si senta tenuti  a migliorare.

L’infantilizzazione dei viziosi. Niente di tutto questo  nel nuovo ethos. Esso mira a “deresponsabilizzare” l’individuo con “l’infantilizzalo”. E’ la strategia del consumismo totale, ridurre i ceti subalterni a “farsi agire da pulsioni”, dominare dal “soddisfacimento di voglie immediate anziché bisogni reali”. E’ infatti l’avidità infantile, elenca Sambruna, quella che:

Non sopporta l’autocontrollo, ossia l’educazione alla sobrietà, perché protesa al possesso di beni quasi sempre con finalità ludiche. Il bene stesso è percepito come un giocattolo […]

Non sopporta la gratificazione ritardata ossia il risparmio, perché pretende il soddisfacimento di voglie immediate e non bisogni reali.

Non sopporta la razionalità e l’ordine perché le voglie devono essere soddisfatte nel momento stesso in cui sorgono e non possono essere posposte ad altre priorità, quasi sempre più opportune per il benessere del soggetto”. E nemmeno parliamo del benessere della società in quanto tale, i cui diritti sovra-individuali sono spregiati (occasionalmente come “fascismo”, o “collettivismo” e “statalismo”).

Le agenzie (anti)educative di diffusione dell’ethos infantilistico  fanno  credere che il successo si ottenga “senza fatica”  e “senza sacrificio, rinunce e disciplina”. Alimentano “il mito giovanilistico della spensieratezza e della irresponsabilità perenne”. Impongono “la privatizzazione dei valori” – come si sono privatizzati gli enti di servizio pubblico, istituzioni volte agli interessi collettivi per una nazione che si propone di durare oltre la generazione  attuale. Nelle vite personali degli “sprovveduti”, si è instaurato l’atteggiamento per cui “il bene privato prevale sul ben pubblico, l’istantaneo prevale sul duraturo, la gratificazione immediata sulla differita, il gioco sul lavoro”.

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Questa è – spero si capisca – una compiuta ed efficace pedagogia per la ”formazione” di tossicodipendenti da discoteca e frequentatori di prostitute e prostituti della tratta, generazioni di infinite Pamele. So già, per esperienza, come reagiscono le Pamele quando si cerca di trattenerle, prima, dal cadere nella fossa della dipendenza – o del “grande amore”   del momento: “Nessuno mi  deve dire come vivere la mia vita. Io la vivo come voglio”. Non si rende conto  che  vive come vuole il sistema, desiderando ciò che il sistema gli fa desiderare; che le sue voglie “la agiscono” invece che essere lei a gestirle, priva ormai della tenuta e fortezza che non ha mai imparato ad esercitare – perché “resistere alle tentazioni” è stato tanto schernito e deriso da essere ridicolo solo proporlo, allo stesso modo che “evitare le cattive compagnie”.  E ormai la Chiesa cattolica offre una “religione low cost”  che asseconda, invece di contrastare, questa deriva mortale. Facendosene complice.

Relativismo dogmatico

La cosa grave è  in  queste torme infantilizzate, ignoranti e  soggette al primo impulso, è stato insufflato “il dogmatismo intransigente”, quel conformismo d’acciaio che le fa rifiutare, con le idee nuove, ogni  critica della condizione sociale, che invariabilmente  sentono come critica al loro modo di vita privato. Vige ormai, pesante come una cappa di piombo sulla  nostra epoca, ciò che Sambruna chiama felicemente “il relativismo intollerante”. Il relativismo che mentre dichiara la equivalenza di tutti i valori e la liceità di ogni modo di vita,  in realtà non tollera – e sopprime dal  discorso pubblico –  tutti i modi e valori che non siano i propri.  Il totalitarismo  in cui viviamo, sorvegliato  dalle sue vittime, che loro chiamano  “Libertà”. Vogliono vivere nella menzogna perché la verità costerebbe loro “rinunce”  e “sacrifici”. Fine.

Questo ethos  è pensato per le classi che ho detto subalterne,  che non servono più nel capitalismo terminale.  Ma gli esempi del magistrato aperto dominatore sessuale  delle sue allieve, del professore che concupisce fino a farsi denunciare, incapaci di trattenersi dalle pulsioni e  vizi mostrano che vi sono ormai irretite le classi dirigenti. O come dice Sambruna, che l’ethos nichilista, dopo aver sostituito la religione, ha sostituito “la politica come principio conformante dei mondi della vita”. Il che rende il male ormai irreversibile, senza una persa di coscienza della fossa in cui, come nazione, ci siamo cacciati.

Che fare? Aspetto idee.

Questo  pezzo è già troppo lungo.

Ma personalmente,  se devo ricordare cosa mi ha educato da piccolo a non essere come loro, le generazioni irresponsabili infantili, devo dire che non è stato, immediatamente, la fede cristiana. Sono state le maestre. Come mi è capitato di dire altre volte, io  ho cominciato la prima elementare nel 1949: le maestre, dunque,  erano  ancora quelle educate nel passato regime, ed educavano ancora secondo quella pedagogia.  Se dico che educavano all’amor di patria, devo subito aggiungere che nulla aveva in comune con la  frenesia viscerale che coglie gli italiani quando vince la Nazionale di Calcio. Non era nemmeno   ciò  che una Boldrini potrebbe chiamare “nazionalismo”, perché  la patria   che ci insegnavano ad amare, era una patria sconfitta nella guerra e nelle vergogna, circolavano ancora numerosi i mutilati. No: ci insegnavano che la patria era povera (anzitutto di materie prime) e che  la sua risorsa erano le nostre intelligenze, qualità umane, creatività,  che dovevamo sviluppare per migliorare  il posto della patria nel  mondo. Non dovevamo “essere di peso” alla nostra famiglia, e alla patria, che nostre negligenze e incurie, si riflettevano sulla patria, la danneggiavano, la  sminuivano. La  sobrietà personale, il lavoro onesto, lo spirito di sacrificio era un dovere che avevamo verso i concittadini più adulti, a cominciare dai nostri genitori,  che stavano faticando, che erano disoccupati, che erano tornati mutilati.

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Ebbene: molte volte nella follia e ribellione adolescenziale, mi ha trattenuto dal peggio, da abitudini viziose, da “cattive compagnie”, il ritegno di “essere di peso”  ai miei, diventare “un peso”   per la comunità. Come spero milioni di italiani ancora, mi è stata insufflata la responsabilità verso la comunità storia e sociale in cui sono nato. Ma cosa succede quando gli extracomunitari, gli irresponsabili, sono i nostro figli, o i nostri giudici e insegnanti?

 

Disgustosamente ipocriti (Pubblicato sul mensile “Il Lavoro Fascista” – Novembre 2015)

Ci risiamo: nuovo attentato dei sedicenti fondamentalisti islamici ad un obiettivo dell’Europa occidentale, e nuova ondata di ipocrisia buonista, condita da roboanti dichiarazioni di superiorità culturale, di democrazia applicata, di piagnistei… Le immagini dell’attacco riproposte fino alla nausea, interviste e dichiarazioni dei parenti delle vittime, manifestazioni di piazza, fanfare che suonano la marsigliese ovunque, funerali delle vittima in diretta con altre interviste assortite… Più o meno, stiamo rivivendo la stessa squallida ipocrisia vissuta a suo tempo dopo l’attentato alla Torri Gemelle e, più di recente, dopo l’assalto alla sede del giornale Charlie Hebdo.

Prima di proseguire, però, chiarisco un punto molto importante, a beneficio soprattutto degli schifosi benpensanti che, leggendo queste mie prime righe, staranno già tuonando contro il mostruoso Fascista che non rispetta le vittime innocenti della popolazione civile… No, signori miei, qua non si sta cercando di giustificare chi attacca ed uccide civili innocenti, siano essi donne, bambini, o anziani; al contrario, quello che sta scrivendo queste righe è forse l’unico essere umano rimasto a provare pietà per tutte le vittime innocenti, indipendentemente dal colore della loro pelle, dalla religione professata, dalla Nazione in cui vivevano e dal regime che li governava. Non sono uno dei tanti sudici pidocchiosi di sinistra sempre pronti a giustificare gli eccidi di civili non comunisti, salvo poi bollare come crimini intollerabili le stragi a danno di qualche Paese comunista; meno che mai faccio parte della schiera di buonisti benpensanti baciapile, sempre pronti alla lacrimuccia davanti ad un morto occidentale e cattolico, ma altrettanto pronti a fare spallucce quando il morto è negro, arabo, o islamico.

Per il sottoscritto un bambino morto non ha peso specifico, o colore politico: resta un bambino morto, da onorare in silenzio. Non piango soltanto sui bambini morti a Gorla, a Hiroshima, a Nahasaki, a Dresda, ma anche per quelli di Gaza, Baghdad, Beirut, Kabul, Saigon, Belgrado e persino per quelli di Londra e Parigi.

Non considero innocenti soltanto i civili di Paesi a me vicini politicamente, ma li considero tutti innocenti e meritevoli di umana pietà; comprendo che tutti i civili del mondo e della Storia sono sempre stati vittime sacrificali di guerre delle quali non avevano alcuna colpa, e di governanti che decidevano e decidono tuttora sulla loro pelle e senza consultarli. Ed è proprio per questo che sento una profonda nausea di fronte agli atteggiamenti dei tanti falsi ed ipocriti che oggi piagnucolano pubblicamente per i morti francesi, ma che ieri alzavano le spalle di fronte agli altri morti!

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Quante volte abbiamo sentito l’immondizia comunistoide difendere e giustificare i crimini dei loro banditi partigiani? Quante volte li sentiamo giustificare la tragedia delle foibe con la scusa della “reazione” ai presunti torti Fascisti e Nazisti?

E quante volte abbiamo sentito l’immondizia giudeo – capitalista giustificare immani massacri con la scusa di esportare la “democrazia” (la loro, ovviamente) e liberare dalla dittatura (che significa sostituire i legittimi governi degli altri Stati con burattini fedeli al padrone US – raeliano?

Questi luridi maiali, che rappresentano le due facce della stessa schifosissima patacca (medaglia sarebbe un complimento che non meritano), lanciano ululati di dolore quando a morire sono i loro sodali, ma fanno spallucce quando a crepare sono gli innocenti del campo avverso; gli americani tuonavano contro i crimini dell’URSS, così come questi ultimi criticavano quelli dell’imperialismo occidentale, mentre entrambi gridavano contro i presunti crimini dei Fascisti e dei Nazisti… Ma mai nessuno ha ammesso i suoi crimini, né fatto alcuna autocritica per questi.

Persino oggi, quando tutto il mondo si dice unito contro i crimini dei presunti integralisti islamici, si manifesta la loro lurida ipocrisia… E per fare meglio capire quanto sto dicendo, riporto un breve periodo tratto da un articolo del Fatto Quotidiano del 18 novembre scorso:

“Un altro attentato di Boko Haram in Nigeria, nello stesso posto dove, meno di un mese fa, aveva dato l’assalto a una moschea. Il 17 novembre il gruppo fondamentalista islamico legato all’Isis ha colpito una stazione per camion nella città di Yola, nel nordest del Paese, causando la morte di almeno 32 persone e il ferimento di altre 80. Secondo quanto riferito dalla polizia, le vittime sono per la maggior parte venditori o passanti. Neanche un mese fa i Boko Haram avevano attaccato alcune moschee, tra cui una a Yola, uccidendo 42 persone e ferendone un centinaio. In sei anni di guerra, i fondamentalisti hanno ucciso almeno duemila persone, in gran parte civili. (…) Il terrorismo aumenta, ma non in Occidente – Nel 2014 sono aumentati gli atti di terrorismo, ma nella maggior parte si tratta di terre di frontiera: il Medio Oriente, il subcontinente indiano e sopratutto l’Africa. Lo testimonia il Global Terrorism Index, rapporto annuale curato dall’Università del Maryland sulla base di dati raccolti da varie organizzazioni in giro per il mondo e ripreso oggi dai media britannici. Rapporto secondo il quale nel 2014 si è contato un numero record di 32.658 morti nel pianeta, addirittura l’80% in più del 2013. Chi ha commesso più atti terroristici sono i jihadisti nigeriani di Boko Haram e i boia del cosiddetto Califfato. Mentre le vittime si sono concentrate al 78% fra Afghanistan e Iraq – simboli di fallimenti sempre più difficili da smentire della strategia militare americana dell’ultimo quindicennio – oltre che Nigeria, Pakistan e Siria. Altri Paesi indicati come emergenti (o riemergenti) in questa triste classifica sono Somalia, Ucraina, Yemen, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan e Camerun: ciascuno accreditato di un numero di vittime di attentati e attacchi – qualificati come terroristici da alcuni dei gruppi coinvolti nell’indagine talora anche sullo sfondo di guerre civili – pari ad almeno 500 morti all’anno (…)”

Ora, aggiungiamo a questo edificante quadretto di notizie i recenti attentati, sempre attribuiti all’ISIS, avvenuti in Mali e Tunisia e dopo chiediamoci quante volte abbiamo visto servizi TV strappalacrime su queste povere vittime, quante volte abbiamo visto musicisti cialtroni proporre concerti in memoria delle vittime, quante volte abbiamo visto calciatori parassiti cantare l’inno del Mali, o della Nigeria, prima di una partita, quante volte li abbiamo visti correre ad agitare una bandiera nigeriana dopo un goal… Ve lo dico io: mai!

E questo perché i maestri dell’antirazzismo, cioè quelli che vorrebbero vederci in galera insieme a chiunque osi porre dei limiti alla immigrazione clandestina ed all’integrazione forzata, sono in realtà i più razzisti del pianeta, dato che non considerano affatto le vittime innocenti dei Paesi africani, asiatici ed arabi, tanto più se di religione islamica!

Per “lorsignori” i morti occidentali e cristiani sono esseri umani, gli altri sono semplici numeri da citare per aggiornare le statistiche.

I democraticissimi antifascisti ed antirazzisti straparlano di diritti e libertà, ma solo per loro… Piagnucolano sulle povere vittime innocenti, ma solo per le loro… Considerano barbari e criminali quelli che uccidono i civili, ma solo quando sono i loro.

Del resto, la strategia è antica e ben collaudata; fateci caso: quando il morto fa parte del nostro mondo occidentale, si indugia sul suo nome, sulle fotografie di momenti felici, sulla famiglia, sul suo lavoro, sui funerali, e si creano quei simpatici servizi televisivi in memoria e ricordo, conditi da insulse e melense musichette strappalacrime… Ma quando il morto è degli altri e gli assassini sono i “nostri”, ecco che tutto si fa vago, si spersonalizza e si usano toni asettici e professionali; si cita la notizia nei vari TG esattamente come si leggono le previsioni del tempo e ben se ne guardano i pennivendoli da strapazzo dal mostrare qualche foto del defunto, o dal mostrare la sua famiglia e gli amici piangenti… Quante volte negli ultimi anni li abbiamo visti in azione questi maestri della ipocrisia e della menzogna?

Dagli indegni attacchi contro Stati sovrani quali l’Iraq, la Serbia, la Siria, la Libia, passando per i piagnistei delle Torri gemelle e dei pochi attentati subiti dall’occidente; veri e propri genocidi definiti “danni collaterali”, a  fronte di poche centinaia di vittime che diventavano “crimini” contro l’umanità… Per non parlare dei retroscena di questi attacchi subiti, ai quali ancora non ho fatto cenno.

Eh già, perché se per i genocidi voluti dall’occidente per la gloria di USA ed Israele i colpevoli sono più che certi, non altrettanto si può dire per quei cosiddetti attacchi terroristici che l’occidente ha subito… Lasciamo perdere la dietrologia sulle Torri gemelle, lasciamo da parte il fatto che quelle torri furono evidentemente minate prima degli attacchi, in modo da farle poi implodere su se stesse, ma chiediamoci in particolare due cose:

1) Siamo sicuri che la verità sia proprio quella che ci raccontano?

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2) E se anche fosse così, di chi sarebbe la responsabilità della nascita di questi movimenti terroristici, dei quali l’ISIS è oggi additato come principale pericolo?

Riguardo al primo punto, non voglio esprimermi in questa sede, e mi limito a proporvi una riflessione inviata da un Camerata de MFL-PSN, il quale, conscio del regime di “libertà” nel quale viviamo, desidera restare del tutto anonimo, onde evitare problemi negli studi e nel lavoro:

“Brevi cenni sull’attentato del 13 novembre a Parigi:

  1. A) 7 o 8 commando armati fino ai denti con mitra, bombe a mano ed esplosivi, scorrazzano liberamente per la capitale francese e compiono una serie di attentati che coinvolgono soltanto innocenti;
  2. b) i quattro attentatori suicidi (NON CHIAMATELI KAMIKAZE!) che si sono fatti saltare allo stadio sono esplosi all’esterno dei cancelli, per giunta a partita in corso. Risultato: sono morti solo loro, ad eccezione di un unico passante che é transitato vicino a uno dei soggetti. François Hollande ha sentito giusto qualche “botto” in lontananza senza vedere un filo di fumo. Ha abbandonato lo stadio al termine della gara;
  3. c) Per l’ennesima volta sono stati rinvenuti intatti dei documenti, pare a fianco dei resti di due suicidi (questa volta non si é capito se fossero falsi o meno). L’11 settembre erano stati trovati i passaporti da qualche parte in mezzo alla strada. A Londra come a Boston furono trovati negli zainetti dei terroristi, a gennaio (Charlie Hebdo) li avevano dimenticati in macchina.
  4. d) In uno dei tanti servizi speciali di questi giorni, andato in onda su La 7, si é fatto riferimento a un’intervista del terribile Abdeslam, comparsa mi pare sulla rivista ufficiale dello Stato Islamico. In essa il terrorista dice che le intelligence europee lo avevano in pugno, ma Allah le avrebbe “accecate”, permettendogli di attraversare il continente il lungo e in largo mentre progettava gli attentati. Dunque temeva fortemente di essere catturato, ma per qualche strano motivo (che lui riconduce ad Allah) é sfuggito da sotto il naso ai servizi segreti. Di quante e quali gravi “falle” nella sicurezza ci parlano ogni volta i nostri cari me(r)dia? E, se ciò fosse vero, di che razza di superpotenze staremmo parlando?
  5. e) In tutti gli attentati, dall’11 settembre 2001 ad oggi, c’erano dei terroristi noti (in alcuni casi molto ben conosciuti) alle forze di sicurezza. Spesso erano già tutti schedati ed avevano avuto rapporti con le autorità (es. Torri Gemelle, Mohammed Merah a Tolosa e attentato di Boston).

Se poi ci interrogassimo sul “cui prodest” produrremmo materiale da riempire intere biblioteche. Perciò qui limitiamoci a constatare che ogni volta che un fatto tremendo del genere coinvolge l’”Occidente”, assistiamo a una brusca accelerata della propaganda mainstream, la cui macchina mediatico-scolastico-culturale é peraltro in crescita costante. Consideriamo poi l’impatto psicologico, che provocando ulteriori shock che si sommano a quelli ordinari, diffonde ansia, terrore e senso di smarrimento. In questo modo si abbassano le già risibili difese razionali dell’individuo contemporaneo, che lo rendono ancora più suscettibile alla manipolazione. Con dosi “extra” di sermoni democratici e “dirittumanisti” si può compattare l’opinione pubblica attorno alle istituzioni, ricordare i presunti “valori” dell’Occidente e quanto ci è costato ottenerli (e parte il pippone antifascista), i vantaggi della nostra in-civiltà…

La fetta di opinione pubblica refrattaria la si getta agevolmente in pasto ai santoni del complottismo antifascista (Grillo, Giulietto Chiesa, Paolo Franceschetti, comunisti e sinistrume assortito).

Abbiamo ancora il pretesto per l’aumento delle restrizioni e controlli sempre più invasivi sui cittadini (vedasi in Francia): in nome della sicurezza si comprimono le libertà residuali di cui godono gli individui, cosicché la società super-orwelliana prende sempre più forma, anche attraverso l’inasprimento delle misure coercitive dirette. Si sprecano infine i parallelismi tra il “nemico della civiltà” di oggi e di ieri (jihadismo e Fascismo), si rievoca magnificamente il fantasma di Hitler (“ricordiamoci gli orrori del passato, la libertà trionfa sempre…”). Si fomenta il clima paranoico da leso pensiero “politicamente corretto” (es. “Sei contro i matrimoni gay? Vuoi fare come l’ISIS?”) e via discorrendo.

E giusto per rammentare un’ovvietà, si registra un forte incremento delle commesse militari”. (N. M.)

Lascio al lettore il giudizio su questo sacrosanto elenco di “dubbi” e stranezze che accompagnano sempre i presunti attentati contro l’occidente.

Ma venendo al punto numero 2, non posso fare a meno di una riflessione: il cosiddetto ISIS è nato in Siria, ove ha approfittato dei sedicenti oppositori del regime (in realtà i soliti delinquenti prezzolati ed armati da USA ed Israele), successivamente si è espanso in territorio Iracheno, e negli ultimi giorni pare essersi spostato in Libia.

Gheddafi

Ora, a meno che non siate tutti cerebrolesi, credo che sia semplice affermare un semplice fatto: l’ISIS nasce e prospera in quei territori dove prima c’erano Stati sovrani forti e moderni, nei quali mai sarebbe stato consentito lo svilupparsi di cosiddetti Califfati e movimenti terroristici integralisti, ma che guarda caso, sono stati distrutti e rasi al suolo totalmente (Iraq e Libia), o parzialmente (Siria), proprio da quella coalizione occidentale agli ordini di USA ed Israele, che ha fatto retrocedere degli Stati modello al medioevo, ovvero senza un Governo degno di questo nome e lacerati da guerre tribali che i vari Saddam Hussein, Gheddafi e Bashar al-Assad avevano relegato nel dimenticatoio.

Da qui nasce spontanea la domanda: a chi giovano la nascita ed il rafforzamento di certi spauracchi del terrorismo islamico? Chi ha preparato il terreno per la loro crescita? Chi è così distratto da non vedere eserciti di terroristi armati che viaggiano tranquillamente dai Paesi arabi all’Europa e viceversa?

Ma soprattutto, come mai quegli stessi Paesi che non hanno esitato in passato a radere al suolo ed invadere l’Iraq e la Libia, oggi nicchiano per impegnarsi militarmente in maniera decisa contro l’ISIS?

Infine, gusto per dare un colpo anche a certi ridicoli estremisti di destra europei, che straparlano di immigrazione, è a malapena il caso di fare notare che tutti quelli coinvolti negli attentati di Parigi sono cittadini francesi e belgi, con buona pace delle teorie che vedono nei clandestini che sbarcano in Italia degli aspiranti terroristi arrivati per colpirci.

Quindi, miei cari italioti benpensanti con la lacrimuccia facile e sempre pronti a blaterare di superiorità occidentale, fatevi un bell’esame di coscienza e provate e rimettere in moto quel cervelletto orami sopito da troppi anni.

Carlo Gariglio

 

 

Caro Renzi, sono una bestia. E ne sono fiero (Pubblicato sul mensile “Il Lavoro Fascista” – Settembre 2015)

Uno dei tormentoni di questo mese di settembre è stato la fotografia del bambino immigrato morto sulla spiaggia; la sinistra italiana, disgustosa e doppio pesista come di consueto, si è liberamente esibita in tutte le sue litanie antirazziste, antifasciste e chissà cos’altro, sfruttando biecamente l’immagine di quel povero corpicino per i suoi scopi propagandistici ed elettorali.

Sappiamo bene che per i nipotini di Stalin i morti contano solo quando portano fieno in cascina alla sinistra, mentre nulla importa loro di quei morti che potrebbero mettere in ombra le azioni criminali della loro parte politica.

me-frego-aylan

Storicamente li abbiamo sempre sentiti piagnucolare per ogni loro singolo morto (o per ogni morto del quale riescono ad appropriarsi), salvo poi fare spallucce (o parlare di “danni collaterali”) di fronte ai bambini morti della scuola elementare di Gorla, per non parlare di quelli di Dresda, Hiroshima, Nagasaki e, più di recente, di Baghdad, Belgrado, Kabul, Tripoli, Damasco, Gaza… Ma si sa, i morti hanno un diverso peso specifico e soprattutto se arabi, extracomunitari in genere o negri, diventano importanti solo quando servono a criminalizzare una certa parte politica.

In apertura di uno dei troppi TG italiani, mi sono addirittura dovuto sorbire il pistolotto della solita baldracca chiamata a dirigerlo, la quale lanciava un ardito paragone fra il povero bambino morto sulla spiaggia ed il bambino ebreo protagonista di uno dei tanti polpettoni olocaustici tipo Schindler’s listi, ovvero un paragone fra un vero bambino morto ed un’invenzione cinematografica che nulla ha a che vedere con la Storia!

Ma per fare piangere il tipico coglione benpensante, la ricetta è estremamente semplice: mettiamoci un bambino morto, ricordiamo la favola dell’olocausto, agitiamo lo spauracchio di Hitler e dei razzisti, aggiungiamo un tono greve e lo sguardo severo… Ed il piatto è servito!

Ma se tutta la sinistra e tutti i coglioni benpensanti sono disgustosi ed ipocriti, il peggiore di tutti è stato il novello Togliatti, cioè il cialtrone che oggi dirige il cadavere di quello che fu il PCI, e che governa il Paese senza mai avere vinto un’elezione e senza mai avere avuto un mandato degli italiani per farlo… Un mentecatto che vanta il solo merito di essere più giovane dei relitti a cui ha fatto le scarpe, e che pretende di riscrivere la Costituzione senza avere neppure il sostengo di tutto il suo partito… Bei tempi quando (s)governava Berlusconi; lui, almeno, pur con tutti i suoi limiti ed i suoi difetti, ha sempre governato in virtù dei milioni di voti ricevuti dagli italiani… Ed a volte non ha potuto farlo solo grazie agli immancabili brogli elettorali dei quali la sinistra è maestra.

A questo infame cialtrone, dedico i giudizi raccolti qua e là in rete da diverse parti politiche… Giornalisti, leghisti, grillini: tutti concordi nel definire costui uno sciacallo ed un pagliaccio. Ci voleva Renzi per mettere d’accordo tutti!

Carlo Gariglio