L’UNICA DEMOCRAZIA DEL MEDIO ORIENTE – PARTE II – (Pubblicato sul mensile “Il Lavoro Fascista” – Giugno 2021)

[Continua dal numero precedente]

Ecco la testimonianza di un comandante di un’altra formazione paramilitare di destra, Lehi, Yehoshua Zettler: “correvano [i palestinesi abitanti del villaggio] come gatti. Casa per casa, mettevamo esplosivo e loro scappavano. Un’esplosione e poi avanti, metà del villaggio non c’era più. I miei uomini hanno preso i corpi, li hanno impilati e gli hanno dato fuoco. Hanno iniziato a puzzare”. Abbiamo, infine, la testimonianza di un esponente della terza formazione paramilitare, Yehuda Feder, che scrive in una lettera: “lo scorso venerdì insieme alle Irgun il nostro movimento ha compiuto una tremenda operazione di occupazione del villaggio arabo Deir Yassin. Ho partecipato all’operazione nel modo più attivo. Ho ucciso un arabo armato e due ragazze arabe di 16 o 17 anni. Li ho messi al muro e li ho colpiti con due colpi di pistola”.

Tornando all’attualità è, quindi, emerso che il ministero della difesa israeliano da anni ha costituito una commissione (Malmab) che in incognito ha sistematicamente operato per eliminare i documenti declassificati, che testimo-niano della Nakba, ovvero della pulizia etnica della popolazione palestinese dalla propria terra a partire dal 1948. Già precedentemente, per un ricercatore l’accessibilità ai documenti era sostanzialmente negata, non potendo consultare i documenti dei servizi segreti, solo 1% degli archivi di Stato e appena 50.000 dei 12 milioni di documenti dell’archivio dell’esercito. Resterebbero gli archivi privati, ma proprio per non far uscire nemmeno da essi documenti, che potrebbero mettere in cattiva luce l’operato dello Stato ebraico, il ministero della difesa chiede o intima ai proprietari di negare la consultazione dei documenti giudicati compromettenti. Inoltre, agenti di questa squadra speciale del ministero (Malmab), provvede a risolvere alla fonte il problema eliminando anche dagli archivi privati tali documenti, come quello dell’intelligence, citato all’inizio di questo articolo, sui motivi che hanno portato i palestinesi ad abbandonare il loro paese nel 1948.

Nell’importante articolo che ha fatto esplodere il caso, Burying the Nakba: How Israel Systematically Hides Evidence of 1948 Expulsion of Arabs, è tra l’altro riportata la preziosa testimonianza dell’ex dirigente del Malmab, Yehiel Horev, incaricato di eliminare i documenti che potrebbero danneggiare l’immagine del suo paese. Horev chiarisce come l’obiettivo del suo gruppo di lavoro fosse quello di minare la credibilità degli studi che hanno denunciato la Nakba, eliminando quei documento sui quali tali opere storiche si sono basate.

Ciò porta la giornalista israeliana autrice dell’articolo sopra citato a sostenere che “dall’inizio dell’ultimo decennio i team del Malmab hanno rimosso dagli archivi numerosi documenti che erano stati declassificati, nel quadro di uno sforzo sistematico per nascondere le prove della Nakba”. Riportando alcune testimonianze emblematiche, come quella della storica Tamar Novick che, dopo aver trovato in un archivio privato un documento che documentava una delle più emblematiche stragi alla base della Nakba, dopo essersi confrontata con lo storico israeliano Morris che vi aveva fatto riferimento in un suo libro, ha dovuto fare l’amara scoperta che, nel frattempo, il documento era stato fatto scomparire.

Oltre a far sparire preziose tracce della Nakba, come denuncia lo storico Salim Tamari – dell’università di Harvard, specializzato in questi eventi storici – in un’intervista concessa a “Il manifesto”, “una parte rilevante dei materiali scomparsi riguardano le vicende di palestinesi, in prevalenza contadini, che subito dopo la nascita di Israele provarono a tornare (dall’esilio) per coltivare i loro campi, per controllare lo stato delle proprietà. Persone convinte che presto sarebbero rientrate nelle case da cui erano state cacciate o che avevo dovuto abbandonare. Israele non lo ha mai permesso. Moltissimi di loro furono uccisi senza tanti scrupoli dalle forze armate israeliane. Lo affermano anche i documenti fatti sparire. Nei suoi primi anni di vita lo Stato ebraico usò il pugno di ferro contro quelli che definiva ‘infiltrati’, ma che quasi sempre erano civili che provavano a tornare nella loro terra”.


Note:

[1] Le citazioni presenti nell’articolo e diverse notizie riportate sono desunte da un ottimo dossier realizzato dal quotidiano “Il manifesto” del 18/8/2019 composto dagli articoli di Chiara Cruciati, La strage di Safsaf tra memoria orale e diari israeliani e Il massacro di Deir Yassin nelle voci di chi lo perpetrò: “Fu un pogrom”, e dagli articoli di Michele Giorgio: Sulla Nakba Tel Aviv corre ai ripari, ma è troppo tardi e Il team segreto d’Israele che svuota gli archivi di Stato.

28/09/2019 |

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https://imeu.org/article/the-nakba-65-years-of-dispossession-and-apartheid

https://www.lacittafutura.it/esteri/i-massacri-occultati-alla-base-dell-esilio-dei-palestinesi

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Potrebbe bastare per capire cosa si cela dietro la creazione del cosiddetto Stato di Israele, con annessi deportazioni, stermini e quant’altro.

Ma considerando che molti idioti ancora credono che questo “Stato” sia una vera democrazia, con pari diritti e doveri per tutti i cittadini, ivi compresi gli arabi con cittadinanza israeliana, ritengo utile e doveroso pubblicare a seguire altro pregevole articolo che descrive alla perfezione quale sia il concetto di democrazia di giudei e loro reggicoda cristiani (i fratelli minori, secondo un Papa polacco).

Questo anche per fare giustizia di fronte alle vergognose menzogne di una delle più disgustose e stomachevoli giornaliste ebree, tale Oriana Fallaci, ancora oggi idolo di tanti destronzi che leccano il deretano ai giudei in odio all’Islam.

Ecco cosa scriveva nel 2014, fra le tante cazzate, l’ebrea in questione:

“(…) In definitiva sono sionista perché respiro, perché penso, perché vedo, perché esisto, perché so… Sono sionista perché conosco Israele e la sua gente e gli arabi che vivono li e godono degli stessi diritti degli ebrei e temono gli arabi dall’altra parte e tacciono e sono colpevoli perché tacciono… Però quando parli con loro nell’intimità della loro casa manifestano la loro gioia per vivere, lavorare e educare i loro figli in libertà piena, libertà anche di essere atei e le donne di essere libere in città come Tel Aviv, Jaffa o Gerusalemme (…)  Sono sionista perche’ non mi piace che sgozzino la gente, che lapidino le donne o che uomini adulti si sposino con bambine (…).

Spero che qualche lettore sia riuscito a non vomitare, leggendo certe schifezze palesemente false,che descrivono un mondo ed uno Stato che non esistono, tanto meno se governato da ebrei che considerano lecito accoppiarsi con una bambina di 2 anni!

Chi li ama continui a godersi questi lerci criminali; gli altri proseguano nella lettura e aiutino a fare capire la realtà ai tanti imbecilli ignari ed ignavi che ci circondano.

Carlo Gariglio

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Figli di un dio minore. Gli arabi israeliani, un “popolo invisibile”

Quando si scrive o si parla d’Israele, viene “spontaneo” riferirsi a esso come “stato ebraico”. Ma, quasi mai, si pensa a quel 1,8 milioni di israeliani (oltre il 22 per cento della popolazione), che ebrei non sono e che quella definizione fa scomparire.

UMBERTO DE GIOVANNANGELI, 10 Agosto 2017

[da GERUSALEMME]

Il tema di questo viaggio nelle contraddizioni d’Israele è quello dell’identità nazionale. Il tema, delicatissimo, che investe una democrazia che rischia una torsione etnocratica.

“Qui l’identità non la capisci da chi uno è, ma da chi odia”.

Le parole di David Grossman non raccontano solo l’eterno conflitto israelo-palestinese, ma danno corpo a uno spettro che si aggira per Israele e che disorienta e inquieta il governo Netanyahu, molto più della rivolta palestinese riesplosa in queste settimane: è lo spettro della guerra civile.

Molte volte, quando si scrive o si parla d’Israele, viene “spontaneo”, o quasi, riferirsi a esso come “stato ebraico”. Ma poche volte, quasi mai, si pensa a quel 1,8 milioni di israeliani (oltre il 22 per cento della popolazione), che ebrei non sono e che quella definizione fa scomparire: il “popolo invisibile” per usare il titolo di uno dei grandi libri-reportage di Grossman.

Quando conquista le prime pagine, il “popolo invisibile”, è perché un’altra linea rossa nell’eterno conflitto in Palestina è stata superata.

Ed è ciò che è avvenuto con l’attentato alla Porta dei Leoni della Città Vecchia di Gerusalemme, il 14 luglio scorso, compiuto da tre palestinesi con cittadinanza israeliana provenienti dall’area di Umm al Fahm (a restare uccisi, oltre ai tre attentatori, due poliziotti drusi della guardia di frontiera).

Certo, il “popolo invisibile” può esercitare il diritto di voto, elegge i suoi parlamentari alla Knesset – nelle elezioni del 2015, la Union List, la coalizione arabo-israeliana guidata dal quarantunenne Ayman Odeh, ha conquistato quattordici seggi, diventando per la prima volta nella storia la terza forza politica di Israele – ma sa già in partenza che, comunque vada, non sarà mai rappresentato in un governo, sia esso di destra, di centro o di sinistra, perché prima di ogni altra cosa viene l’identità ebraica dell’esecutivo.

Assoluta, incontaminabile. Vota ma non conta, il “popolo invisibile”.

Sulla carta, ha gli stessi diritti dei cittadini ebrei, ma nella realtà subisce discriminazioni sociali, culturali, identitarie.

Un passo indietro nel tempo.

Ventisette novembre 2014: Salim Joubran, giudice arabo della corte suprema israeliana, sostiene che gli arabi sono discriminati in Israele.

“La ‘Dichiarazione di indipendenza’ menziona specificatamente l’eguaglianza, ma sfortunatamente questo non avviene nella pratica”,

afferma Joubran in un convegno di pubblici ministeri a Eilat, secondo quanto riportato da Haaretz.

Joubran cita anche il rapporto della Commissione Or – istituita nel 2000 per far luce su dieci giorni di scontri tra polizia e cittadini arabi del nord di Israele, e intitolata al giudice della stessa corte suprema, Theodore Or, che l’aveva presieduta – secondo il quale

“I cittadini arabi dello stato vivono in una realtà di discriminazione”.

Joubran elenca anche una serie di settori in cui esiste la discriminazione:

“Ci sono divari nella educazione, nell’impiego, nell’assegnazione di terreni per le costruzioni e l’espansione della comunità, scarsezza di zone industriali e infrastrutture, molti errori nei segnali stradali in arabo”.

Le cose non sono migliorate da quel giorno a oggi, semmai è vero il contrario. Più di tre quarti degli arabi israeliani non credono che Israele abbia il diritto di definire se stesso come stato nazionale del popolo ebraico.

È quanto emerge dall’ultimo sondaggio d’opinione Peace Index, condotto dall’Israel Democracy Institute, secondo il quale oltre il 76 per cento dei cittadini arabi d’Israele intervistati respinge il diritto di Israele di definirsi stato ebraico, con più del 57 per cento che si dice “fortemente contrario” a questo concetto.

Ancora un altro passo indietro nel tempo.

Secondo una relazione del 1998 dell’Adva Centre di Tel Aviv, le disparità sociali ed economiche in Israele sono particolarmente evidenti nei confronti degli arabi israeliani. La relazione fornisce alcune cifre illuminanti.

– Il reddito medio dei palestinesi che hanno cittadinanza israeliana è il più basso tra tutti i gruppi etnici del paese;

– Il 42 per cento dei palestinesi cittadini israeliani all’età di diciassette anni ha già abbandonato gli studi;

– il tasso di mortalità infantile tra i palestinesi cittadini israeliani è quasi il doppio rispetto a quello degli ebrei: 9,6 per 1000 nascite contro 5,3.

Diciannove anni dopo, le diseguaglianze si sono ulteriormente ampliate.

Di recente, il capo della coalizione di governo alla Knesset, David Bitan, ha accusato gli arabi israeliani di “rappresentare gli interessi palestinesi piuttosto che di Israele.”

Abu Maarouf, deputato della minoranza drusa, ha difeso pubblicamente il suo

“Legittimo diritto come cittadino di lavorare per cambiare la politica di discriminazione anti-araba in Israele”.

Il leader di Israel Beitenu, oltre che ministro della difesa ed ex titolare degli esteri, Avigdor Lieberman, ha dichiarato di voler

“Vedere questi deputati davanti a un plotone di esecuzione, perché sono terroristi e nemici dello stato d’Israele”.

Bezalel Smotrich, politico israeliano, di destra, membro della Knesset, dal canto suo, ha tenuto a far sapere che sua moglie “non è affatto razzista”. La donna avrebbe solo fatto una semplice richiesta: la prossima volta che sarà in travaglio, non vorrà essere messa accanto a una donna araba.

“È naturale che mia moglie non voglia partorire accanto a una donna che ha appena dato alla luce un bambino che potrebbe uccidere il suo tra vent’anni”,

ha twittato Smotrich, aggiungendo anche il fastidio provocato dagli schiamazzi

“Che sono comuni tra le madri arabe quando partoriscono”.

Un caso isolato? Non sembra proprio.

Istruttivo in tal senso è quanto scrive Chaim Levinson su Haaretz (tra-dotto per Zeitun da Carlo Tagliacozzo):

Circa 400 esponenti del Likud hanno partecipato alla presentazione del libro di uno storico, Raphael Israeli, che afferma che gli arabi israeliani “eccellono nell’evitare di prestare servizio allo stato” (in realtà i palestinesi con cittadinanza israeliana non possono fare il servizio militare, ndr) e “consumano più di quello che producono”.

Siamo nel giugno 2017. I quattrocento politici del Likud hanno partecipato alla presentazione del libro di duecentoquaranta pagine, che non contiene note o fonti. Israeli afferma che l’elemento nazionalistico e islamico presente nell’identità degli arabi israeliani impedisce loro di integrarsi in Israele e, grazie alla sinistra ingenua, questa minoranza costituisce una minaccia alla sicurezza di Israele.

“Il successo del progresso tecnico a Tel Aviv e a Ra’anana deriva da iniziative private costituite da imprese che hanno osato rischiare, qualche volta fallendo, qualche volta con successo. C’è qualcuno che stia impedendo agli imprenditori arabi di attivarsi e iniziare, investire e assumersi dei rischi nel fondare con successo nuove aziende a Sakhinin?”

Israeli scrive, riferendosi a una cittadina arabo-israeliana nel nord.

E ancora:

“Investono in hummus e in automobili di lusso e si lamentano che lo stato non investa su di loro o in strutture industriali nelle loro aree. Osem, Tnuva e Strauss non sono nemmeno state impiantate dallo stato”,

egli aggiunge, riferendosi a tre delle maggiori imprese del settore alimentare di Israele.

Israeli scrive che può darsi che la comunità araba venga discriminata nei finanziamenti, ma riguardo al pagamento delle imposte vale il contrario.

“Gli imprenditori ebrei pagano lo stato che finanzia i propri cittadini arabi, che pagano meno tasse. D’altra parte gli arabi eccellono nell’evitare di prestare servizio allo stato e il loro tasso di criminalità è il doppio della media nazionale. Consumano più di quello che producono… Ricevono un ammontare enormemente maggiore in sussidi di quello che pagano al nostro ministero delle finanze. Se gli arabi israeliani non sono soddisfatti del livello al quale approfittano dello Stato, che trovino un altro paese che li vizi ancor di più e offra loro quello che nessuno stato arabo o islamico farebbe…. Questa ricchezza non è stata accumulata grazie a loro, ma nonostante il fatto che siano un pesante fardello per lo stato ebraico, economicamente, social-mente e riguardo alla  sicurezza”.

Israeli suggerisce che gli arabi israeliani e gli ebrei ultra ortodossi sono dei parassiti della società.

“Se non fosse per (gli arabo-israeliani) e per gli ebrei parassiti come loro, il prodotto interno lordo pro capite in Israele salirebbe perfino oltre il livello di quello europeo… Chi è discriminato, quindi, se non i componenti della maggioranza ebraica? Il Pil pro capite in Israele ha raggiunto il suo livello attuale non per merito del governo, ma per quello degli imprenditori ebrei che hanno tratto benefici per sé e per l’economia, con vantaggi anche per gli arabi”.

Secondo l’autore, gli arabo-israeliani vivono in semi autonomia “accaparrando” più risorse di quelle che forniscono o che meritano, ma “non alzerebbero un dito per migliorare la loro situazione economica.”

Riguardo ai sentimenti degli arabo-israeliani verso lo stato, Israeli sostiene che:

“Non li abbiamo visti mettersi in fila per donare il sangue per i feriti delle guerre di Israele, oppure essere presenti per sostituire il personale mandato a combattere ai confini, per proteggere anche loro”.

Egli dice che non è così che una minoranza che vuole integrarsi dovrebbe comportarsi. Egli scrive:

“Questo è il comportamento di una quinta colonna, non di cittadini leali. Mentre non li abbiamo sentiti esaltare i progressi scientifici e tecnici del loro paese, dei cui risultati desiderano usufruire completamente, hanno espresso ammirazione per la capacità di Saddam Hussein di attaccare Israele, per la combattività di Hezbollah e per l’abilità della Jihad islamica di colpire al cuore il loro paese”.

All’incontro partecipavano ministri e parlamentari del partito del premier Benjamin Netanyahu.

Il sistema giuridico israeliano si basa su almeno due categorie di cittadinanza.

La categoria “A” vale per cittadini che la legge definisce come “ebrei”, cui la legge stessa conferisce un accesso preferenziale alle risorse materiali dello stato come anche ai sevizi sociali e di welfare per il solo fatto di essere, per legge, “ebrei”; in contrasto con la cittadinanza di categoria “B”, i cui componenti sono classificati per legge come “non ebrei”, cioè come “arabi”, e come tali discriminati dalla legge per quanto concerne la parità di accesso alle risorse materiali dello stato, ai servizi sociali e di welfare e, soprattutto, per ciò che concerne la parità di diritti di accesso alla terra e all’acqua.

Gli arabi non possono accedere a nessuna industria collegata, anche indirettamente, all’esercito (per esempio quella elettronica), sono esclusi da molti posti direttivi, non hanno nessuna di quelle agevolazioni (nell’acquisto degli appartamenti, di automobili e, anche, di abituali beni di consumo) che lo stato concede ai suoi cittadini che hanno fatto il servizio militare.

Il “popolo invisibile” si affianca a quello ribelle nella minacciata espulsione di massa e pulizia etnica di cui si è fatto propugnatore Tzhachi Hanegbi, ministro della cooperazione regionale nel governo Netanyahu, se palestinesi e fratelli arabi (israeliani) non porranno fine alle “loro azioni terroristiche”.

Dal 2000, almeno cinquanta arabi israeliani sono stati uccisi dalla polizia.

E allora, vale davvero la pena riflettere su ciò che scrive Gideon Levy, tra gli editorialisti di punta di Haaretz, il giornalista più odiato, per la sua libertà di pensiero, dai falchi di Tel Aviv.

“I palestinesi e gli arabi israeliani sono un bersaglio facile. Lo sono nei territori occupati e in Israele. Lo sono perché il loro sangue vale poco. Vale poco a Umm al-Hiran e vale poco al checkpoint di Tulkarem. Vale poco nei cantieri edili (molti palestinesi lavorano come muratori in Israele, ndr) e vale poco ai posti di blocco… Le radici sono profonde; devono essere riconosciute. Per la maggioranza degli israeliani, tutti gli arabi sono uguali e non sono esseri umani come noi. Loro non sono come noi. Loro non amano i propri figli o la propria vita come facciamo noi. Sono nati per uccidere. Non c’è nessun problema a ucciderli. Sono tutti nemici, oggetti sospetti, terroristi, assassini – la loro vita e la loro morte valgono poco. Quindi uccideteli, perché non vi succederà niente. Uccideteli, perché è l’unico modo di trattarli…”

ALICE INTERVISTA CARLO GARIGLIO – 08/2006 (Pubblicato sul mensile “Il Lavoro Fascista” – Dicembre 2020)

Mentre scartabellavo fra vecchie copie cartacee del giornale, alla ricerca di una vera e propria “chicca” che vi presenterò sul prossimo numero, mi sono imbattuto in una mia vecchia intervista, introvabile in rete a causa della sparizione dell’allora ottimo e seguito settimanale online “Dillo ad Alice”.

Dato che questo settimanale non esiste più, grazie all’avvento di tutta quella merda che va sotto il nome di “social”, ho deciso di riproporla in versione integrale, ivi compresa l’appendice scritta pochi giorno dopo la pubblicazione.

Era il 2006; in quel periodo c’erano molti siti e forum che si occupavano di politica… Si poteva anche creare un proprio forum di partito, cosa che avevamo fatto come MFL… Poi i giudei inventarono Facebook per controllare e censire tutti, specialmente gli oppositori dal sistema, e tutti caddero nel tranello, divenendo schiavi di Facebook e di altri social similari appartenenti sempre agli stessi luridi soggetti.

In fondo, però, la colpa non è loro, ma nostra… Noi ci siamo legati da soli mani e piedi al potere giudaico che manipola fatti, dati ed avvenimenti, allo scopo di creare fedelissimi alle bufale olocausti che, alle bislacche teorie comuniste ed a tutto il peggio che la Storia ci propina.

Dissenti? Scompari dai social e non hai più diritto di parola!

E per creare questa merda, abbiamo lasciato morire un’informazione che, lungi dall’essere perfetta, ti permetteva quanto meno di dire la tua. Complimenti a tutti!

Carlo Gariglio

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“Siamo gli unici veri Fascisti rimasti in Italia”.

Alice intervista Carlo Gariglio, Segretario Nazionale del Partito “Fascismo e Libertà”.

“Il Fascismo fu la più grande rivoluzione sociale della Storia. Però sbagliò a fidarsi della Chiesa e della Monarchia. Alternativa Sociale? Dei saltimbanchi”.

(www.dilloadalice.it n° 117 del 23/08/2006).

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Segretario, parto forse con la domanda più scontata, ma che i lettori credo subito si facciano: ma è legale un partito che si rifà esplicitamente al Fascismo?

Se così non fosse saremmo in galera, e non presenti con esponenti in tutta Italia ed a varie tornate elettorali, non crede? In realtà sull’argomento vige molta ignoranza, alimentata dai soliti trinariciuti comunisti; anche quelli famosi come Diliberto, che di recente ha sentenziato che “ Il Fascismo in Italia è reato”, probabilmente credendo di trovarsi ancora ai bei tempi dell’Unione Sovietica di Stalin!

In realtà pensare non  reato; può essere reato ricostituire il disciolto PNF, ma la Legge Scelba elenca con precisione le caratteristiche che un Partito deve avere per essere considerato ricostituzione del PNF. In assenza di quelle, si ha non la ricostituzione, ma la creazione ex novo di un Movimento di ispirazione Fascista, cosa che l’articolo 21 (e non solo) della Costituzione garantisce tanto quanto la libera espressione di qualsiasi altra opinione politica.

Chi siete, cosa fate, come siete organizzati?

Siamo gli unici veri Fascisti rimasti, che non si nascondono dietro ridicole definizioni tipo “nazional-popolari”, che non negano di essere tali di fronte alle telecamere, che non si svendono a forze politiche estranee n cambio di un piatto di lenticchie.

E siamo organizzati come qualsiasi altro movimento, cioè con una Segreteria Nazionale, una dirigenza nazionale, dei referenti locali regionali e provinciali, dei militanti…

Partecipiamo alle elezioni dove e quando possiamo, spesso con risultati ottimi, a giudicare dagli 11 consiglieri comunali che abbiamo piazzato negli ultimi tre anni.

Abbiamo anche fondato, di recente, un Sindacato denominato CULTA, che vuole rappresentare la trasposizione delle nostre scelte Fasciste nel campo sociale e lavorativo.

La destra italiana è piuttosto articolata e frammentata in tanti partiti: Forza Nuova, Lista Mussolini, Fronte Sociale Nazionale, Movimento Sociale Fiamma Tricolore; cerchiamo di fare un po’ di chiarezza: quali, a livello di contenuti, gli elementi distintivi e caratterizzanti “Fascismo e Libertà”?

E’ triste dovere ripetere sempre le stesse cose, ma il Fascismo non ha nulla a che fare con la Destra, tanto meno con quella che Lei elenca.

Nel 1919 Mussolini creò un movimento nuovo, che si poneva a metà fra il socialismo e la destra borghese, cioè una Terza Via che noi continuiamo a rappresentare con ostina-zione e tenacia. Ed una Terza Via cessa di esistere quando si svende ad una delle due “vie” esistenti, mi pare ovvio.

La favola del Fascismo di destra nacque grazie alle scellerate scelte di Giorgio Almirante e soci, che liquidarono il Fascismo sociale alienandosi le simpatie del popolo, per costruire un partitello atlantista, filo giudaico, borghese e vera e propria ruota di scorta della DC.

FNCRSI

E’ in programma un vostro avvicinamento, almeno a livello elettorale, con Alternativa Sociale?

Preferirei avvicinarmi a Rifondazione Comunista piuttosto che avere a che fare con certi saltimbanchi della politica! La signora Floriani e soci continuino a godersi la compagnia del “Cavaliere”, del rabbino capo Fini, del massone Gaetano Saya, del criminale di guerra George W. Bush e via discorrendo, senza dimenticare le mille formazioni di falsi Fascisti della cosiddetta estrema destra!

Cos’è stato per lei il Fascismo? Luci e ombre.

Il Fascismo rappresentò la più grande rivoluzione sociale che la Storia abbia mai visto: Leggi sociali, tutela dei diritti delle classi meno abbienti, limitazione della rapacità delle classi borghesi, opere pubbliche, primati nella  scienza e nella tecnica.

Durante il Fascismo ogni cittadino aveva diritto all’istruzione gratuita, al lavoro, alla pensione, alla casa di proprietà, alla sanità gratuita…

Oggi, in “democrazia” il cittadino si deve pagare gli studi, campa di precariato quando non di disoccupazione, teme di non vedere mai la pensione a cui avrebbe diritto, è costretto a contribuire alla sanità con i cosiddetti “ticket”, mentre l’assistenza gratuita viene erogata a clandestini ed immigrati vari. E dulcis in fundo, per sperare di avere una casa deve indebitarsi per 30 anni, sperando che nel frattempo tutto vada bene!

Ombre del Fascismo? L’essersi fidato delle due entità che per prime ne abusarono per poi tradirlo e scaricarlo: la Chiesa Cattolica e la Monarchia.

MSIDN

Quali le vostre proposte operative in tema di economia e di sociale?

Essenzialmente, tutto si riassume nel ritornare al vecchio Stato Sociale creato durante il Ventennio, cosa che non dovrebbe certo essere impossibile, dato che vi si riuscì in un periodo storico non certo favorevole: si usciva da una Guerra Mondiale, da un biennio di crimini rossi che la Storia “ufficiale” ha completamente rimosso, e si attraversavano ostracismi e sanzioni economiche.

Ciò nonostante, il Fascismo creò uno Stato Sociale che il mondo invidiò, e sviluppò la Nazione come mai era avvenuto prima.

Perché questo non dovrebbe essere possibile oggi, mentre ci vantiamo di fare parte del G8 e del “club” dei Paesi più industrializzati?

Forse percè ci tocca mantenere legioni di parassiti, tangentisti, lobbies, logge, clandestini, nomadi, falsi invalidi, baby pensionati…?

In campo economico chiediamo, innanzi tutto, la socializzazione delle imprese, ovvero la partecipazione di tutte le categorie produttive alla gestione delle stesse ed alla ripartizione degli utili… Cosa che già la RSI realizzò e che quelli del CLN si affrettarono ad abrogare lo stesso giorno della loro presa di potere. E cosa che, fra l’altro, è prevista anche dall’art. 46 dell’attuale Costituzione. Articolo che è, guarda caso, del tutto ignorato.

Cosa ci racconta della sua storica presenza alle elezioni comunali di Torino come candidato Sindaco per il MFL?

E’ stata en’esperienza esaltante, sebbene il risultato non avrebbe potuto essere migliore di quanto ottenuto.

Ma la gioia di portare il piccolo MFL a livelli che neppure Giorgio Pisanò riuscì a toccare, unita alla soddisfazione di essermi recato presso tutte le TV piemontesi, compresa RAI 3 Piemonte per ben tre volte, sempre in rigorosa camicia nera e sempre fiero di dichiararmi Fascista pubblicamente, sono sensazioni impagabili. Specie se raffrontate alle meschine figure di certi “leader” di quell’estrema destra di cui abbiamo già parlato, tanto abili nel definirsi Fascisti in trattoria, ma altrettanto lesti nel negarlo di fronte alle telecamere!

Ovviamente la gioia sarebbe stata maggiore sei capi mafia aventi residenza nel Ministero dell’Interno non avessero tentato tutte le strade possibili per sabotare e censurare le liste del MFL, arrivando persino ad inventarsi un falso “Fascismo e Libertà”, che si è presentato a Corigliano Calabro (CS), guarda caso senza subire censure nel nome e nel simbolo… Mentre al vero “Fascismo e Libertà” è stato imposto di oscurare la parola Fascismo dal contrassegno elettorale… Strano caso, vero?

Cosa pensa dei recenti avvenimenti in Libano?

Vecchia storia. I criminali dello Stato – pirata denominato Israele si esercitano al tiro a segno macellando migliaia di arabi, mentre imbrattacarte e pennivendoli italiani, europei ed americani (buona parte dei quali ebrei, quando si dice il caso)  si stracciano le vesti per i due soldati israeliani rapiti da Hezbollah, o per i danni limitati provocati dai grossi petardi sparati a casaccio, pomposamente definiti “razzi  Qassam”.

Eppure Israele è uno Stato pirata fondato sul terrorismo, sulle deportazioni, sulle aggressioni “preventive”, sui rapimenti dei “nemici”, sulle uccisioni “mirate”, sugli espropri dei beni dei legittimi proprietari delle terre, sulle torture ai prigionieri, sulla criminale deviazione del corse dei fiumi, che consente ad Israele di avere un’agricoltura ricchissima, ma fa morire di sete gli arabi.

Ed è uno Stato razzista, che vieta i matrimoni misti, vieta agli arabi di possedere terreni e negozi, ed impone loro addirittura delle targhe automobilistiche di colore diverso, per renderli riconoscibili da lontano.

Il mondo si preoccupa della risoluzione ONU disattesa dagli Hezbollah che ne chiedeva il disarmo, ma tace sulle 72 risoluzioni ONU disattese da Israele.

Il terrorista Bush ha distrutto l’Iraq cercando armi chimiche ed atomiche inesistenti, ma consente ad Israele di non aderire al trattato di non proliferazione nucleare e di detenere un arsenale valutato in 250 testate atomiche… Mentre minaccia nuove guerre contro l’Iran per eventuali future ed incerte armi nucleari!

L’opinione pubblica drogata dalla lobby ebraica della informazione blatera circa il “diritto” di Israele alla difesa, ma non evidenzia il fatto che lorsignori si difendono avendo a disposizione il quarto esercito del mondo, più l’appoggio della massima potenza mondiale, mentre gli “aggressori”, che rivendicano solo e semplicemente il loro diritto a rientrare nella loro Patria, dispongono di poche migliaia di miliziani male armati e di nessun appoggio di artiglieria pesante, né tanto meno di aviazione.

E poi ci si chiede il perché del “terrorismo” islamico! Provino a riflettere sui fatti le anime belle dell’opinione pubblica mondiale, invece che sulle litanie dei media asserviti ad Israele: sapranno darsi delle risposte.

Finchè il mondo tollererà  e sosterrà tali abusi, non stupiamoci delle reazioni, almeno!

E finchè la cosiddetta destra di Fini e Berlusconi continuerà a lustrare gli stivali di israeliani e statunitensi, permetteteci di offenderci se qualcuno oserà definirci “di destra”!

 APPENDICE

Per chi non lo sapesse, Dillo ad Alice è uno dei più seguiti settimanali politici online, cioè visibile solo attraverso la rete internet. Conta varie migliaia di lettori ed ospita, in calce ad ogni articolo pubblicato, un forum pubblico in cui è possibile lasciare commenti su quanto vi si legge.

Naturalmente l’intervista del sottoscritto ha scatenato il solito vecchio e caro putiferio, non tanto causato dalle decine di parassiti telematici di sinistra, sempre pronti a gridare allo scandalo quando si concede uno spazio di discussione ad un Fascista, quanto dai parassiti ancora peggiori, cioè quelli di destra, sedicenti “Fascisti” quando gli fa comodo!

Si sono distinti i soliti miserabili a noi ben noti, ovvero il parassita perugino, noto infiltrato delle questure di tutta Italia, già ex RSI, ex Fascista, ex golpista, ex franchista, ex antifranchista, ex neofascista, oggi antifascista intento a guadagnarsi il piatto di minestrone che  gli riconosce la Procura di Perugia per ogni denuncia contro gli attuali Fascisti, alla cui destra non poteva mancare il fallito milanese, già segretario del MFL nel suo momento più triste e squallido, oggi riconvertitosi a spalla del perugino nel suo tentativo (vano) di  danneggiare il sottoscritto ed il MFL spargendo per ogni dove diffamazioni, insulti ed invenzioni legate al triste periodo in cui operò all’interno del MFL per disgregarlo.

Ovviamente, dato che al peggio non c’è mai fine, non poteva mancare l’esponente del movimento che oggi rappresenta l’apice dello schifo e del disgusto della cosiddetta “area”, cioè la Fiamma Tricolore.

Manifesto MFL sulla democrazia corporativa

Il mentecatto, depresso per la sua militanza in un partito filogiudaico, berlusconiano, finiano e lacchè degli USA, ha tentato di tuonare dal forum suddetto arzigogolate teorie secondo cui i veri Fascisti sarebbero quelli di Fiamma Tricolore, non noi del MFL. Peccato che siano i suoi stessi capobastone, Romagnoli in primis, ad avere smentito pubblicamente più volte qualsiasi contatto con le ideologie razziste, Fasciste e Naziste, arrivando a vantarsi della presenza nella Fiamma Tricolore di ebrei ed altri sinceri “democratici”!

Cari i miei “fiammiferi”, ma se vi  fa tanto male la militanza in un partito divenuto ruota di scorta del peggior giudaismo finiano, chi ve lo fa fare a rimanere lì dentro? Cosa, come dite? La speranza che qualche centesimo di euro proveniente dal finanzia-mento pubblico al partito e/o dalle prebende europee del buon Romagnoli finisca anche nelle vostre tasche?

E per qualche centesimo, virtuale, avete tradito e venduto l’anima Fascista e mussoliniana?

Vi siete ridotti ad appoggiare la “Casa delle Libertà” alle elezioni, arrivando anche a sostenere, alle ultime elezioni siciliane il noto “galantuomo” Totò Cuffaro?

Bé, che dirvi cari i miei fiammiferi? Continuate a rodervi il fegato ed a trangugiare la vostra bile in silenzio. Noi continueremo a preferire il Prefetto Mori a Totò Cuffaro, anche se resteremo poveri.

Lavorare per campare non è poi così brutto; provateci anche voi!

Carlo Gariglio

 

 

I FRATELLI D’ISRAELE (Pubblicato sul mensile “Il Lavoro Fascista” – Novembre 2020)

Sullo scorso numero del mensile, ho accennato al problema del ruolo deleterio per i nostri ideali giocato, fin dal dopoguerra, dai falsi Fascisti che si sono alternati sulla scena politica italiana… Problema che è stato amplificato (e lo è tuttora) dai tanti dementi (alcuni anche nostri iscritti) convinti di trovarsi sempre e comunque al cospetto di “camerati”, persino quando gli stessi leader di certi gruppi vantassero il loro antifascismo.

Restando in tema, copio a seguire il testo integrale di una mail che ho ricevuto in data 22/10/2020.

“ISCRIZIONE ROBERTO ARCHI NATO A MANTOVA IL 20.07.1953

Egr. dott. Carlo Gariglio a motivo di una diffamante  polemica che ha interessato il mio assistito Roberto Archi (come da procura speciale in allegato), le chiedo cortesemente di informarmi se corrisponde al vero il fatto che lo stesso sia iscritto al Vs Movimento in quanto egli nega tale circostanza e di non conoscere alcuno facente parte del Vs. Movimento.

In attesa di urgente riscontro porgo Cordiali Saluti

Avv. Giuseppina Coppolino

Via Rippa 5 46100 Mantova

Tel. e fax 0376173115 cell. 3398591190

giuseppina.coppolino@mantova.pecavvocati.it”

Vi risparmio la procura allegata, contenete i dati privati di questo Roberto Archi… Hai visto mai che il personaggio non ne approfitti per farmi causa per violazione della privacy!

Meloni

Ora, di norma quando ricevo una qualsiasi comunicazione da un avvocato, la cestino immediatamente, dato che certi sciacalli (non a caso compagni di studi e di merende dei maiali in toga detti “magistrati”) ti contattano solo per estorcerti denaro e/o per minacciarti in qualsiasi modo.

Ma questa volta sono rimasto incuriosito fin dal soggetto (chi sarà mai questo Roberto Archi?), che stando al suo avvocato è rimasto vittima di una “diffamante polemica”.

Facendo una breve ricerca, ho scoperto che questo Archi è nientepopodimeno che assessore alla cultura del comune mantovano di Roncoferraro, iscritto ed organico a quella fogna di partito pomposamente definito “Fratelli d’Italia”… Costui, per farsi bello, ha deciso di fare restaurare alcuni monumenti con scritte Fasciste, cosa che naturalmente per il pattume sinistro è intollerabile.

Ma quale sarebbe la diffamante polemica che ha interessato questo poveretto?

Ecco un estratto da un giornale locale che lo spiega a meraviglia:

Torna sul caso il capogruppo di minoranza, l’ex sindaco Federico Baruffaldi – che tra l’altro aveva sollevato la questione iniziale – sostenendo che «l’assessore alla cultura Roberto Archi si nasconde dietro una foglia di fico. L’assessore ha già fatto capire in vari modi di essere fascista, allora lo dichiari ufficialmente; inoltre rinunci al cavalierato della Repubblica che gli era stato assegnato e si dimetta da una carica democratica come quella che ricopre».
Baruffaldi fa riferimento ad una pagina Facebook, adesso rimossa («ma io ho ancora lo screenshot») in cui
Archi dichiara la sua appartenenza al Movimento Fascismo e Libertà. A questo punto interviene il sindaco Sergio Rossi che, in modo pacato, cerca di spegnere le polemiche e riportare l’attenzione «su quello che dobbiamo fare per il nostro paese e la nostra comunità».

«Io sono davvero sbalordito da tutto il clamore di questi giorni – spiega –. Volevamo solo ripulire un monumento e spiegheremo le scritte scoperte dando incarico all’Istituto mantovano di storia contemporanea. La richiesta ufficiale la faremo a breve, per ora abbiamo contattato una collaboratrice». E ancora: «Ho parlato con Archi, mi ha assicurato di non appartenere al Movimento Fascismo e Libertà; era apparso un suo pseudonimo perché lui è un casanovista (appassionato della storia di Casanova, ndr), ma è solo iscritto a Fratelli d’Italia. Noi non vogliamo riportare il Ventennio in paese, ma lavorare per la nostra comunità».

https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2020/10/17/news/l-ex-sindaco-baruffaldi-rilancia-se-archi-e-fascista-si-dimetta-1.39427607

Sarebbe interessante potere spiegare al demente comunista Baruffaldi che il sottoscritto ha più volte ricoperto la carica di Consigliere Comunale (e tuttora la ricopre), dichiarandosi Fascista prima, durante e dopo le elezioni, e che è stato eletto proprio con elezioni democratiche che di norma i comunisti non amano, dato che ovunque siano stati al potere, hanno tolto il fastidio ai cittadini di votare, e sono andati e restati al potere solo grazie a carri armati ed eccidi vari… Ma sarebbe inutile provare a parlare di politica e/o di Storia con un’idiota comunista. Più interessante fare notare, al contrario, come la tattica dei poveracci stile Archi, sia sempre la stessa, fin dai tempi di Almirante: bofonchiare di tanto in tanto qualcosa di simile al Fascismo, salvo poi militare in una formazione politica che prende ordini da Israele e che è diretta da una mentecatta che fin dai tempi di AN gridava: “Fuori da AN chi non è antifascista”!

E tanto per non fermarsi alle posizioni della “capocciona” del partito, ecco uno dei suoi degno compagni di merende:

https://politiche2018.blogautore.repubblica.it/se-il-fratello-ditalia-e-antifascista/

Quindi, siamo di fronte ad un partitucolo i cui stessi dirigenti vantano il loro antifascismo, corrono in Israele a prendere ordini e addirittura querelano chi osa accostarli ad un movimento chiaramente e dichiaratamente Fascista come il nostro!

Crosetto

Francamente i diffamati siamo chiaramente noi, non certo il Fratello israelita che gioca a fare un po’ di confusione per garantirsi qualche voto in più, grazie ai tanti coglioni italioti che si fanno prendere in giro da qualche singola azione e/o dichiarazione.

Ovviamente noi non abbiamo soldi da buttare in avvocati sciacalli, indi sono stato fiero di comunicare all’avvocata in oggetto che noi altri non abbiamo mai sentito nominare questo Archi. Speriamo che la causa vada bene a questi signori, così avremo almeno la soddisfazione di leggere una Sentenza dove si chiarisce oltre ogni dubbio che nessuno di questi infami al soldo di Israele ha mai avuto contatti con il MFL-PSN, né tanto meno si è mai iscritto.

Ancora più ovviamente, tutto questo non servirà, come non servono i miliardi di prove contro la favola olocaustica dei “sei milioni” e delle camere a gas, né l’elenco delle stragi e degli stupri partigiani, e neppure delle balle che ci propinano con il finto virus! I coglioni restano tali a prescindere!

Carlo Gariglio

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STORIA RECENTE (Pubblicato sul mensile “Il Lavoro Fascista” – Marzo 2019)

Volendo proseguire nel mio (vano) tentativo di fare un po’ di scuola, e di lasciare ai posteri qualche testimonianza su cui riflettere, oggi ripropongo a seguire un interessante articolo di Maurizio Barozzi, storico esponente della FNCRSI (l’associazione di ex combattenti RSI che onorò il Fascismo fino all’ultimo, distaccandosi nettamente dal neofascismo missino e dell’associazione di falsi Fascisti chiamata UNCRSI), mai schieratosi con nessuno dei tanti partiti di falsi Fascisti alternatisi nel dopoguerra, e vero e proprio censore dei mal-comportamenti e dei tradimenti del fu MSI e di tutti i suoi eredi.

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Ora, su molte cose non concordo affatto con il Barozzi, spesso troppo spostato a sinistra, ma qua non si tratta di realizzare un matrimonio, bensì di evidenziare cose che, nel mio piccolo continuo a sostenere da anni… Ovvero, che nel MSI, poi MSIDN e poi AN ed appendici varie, non c’è mai stato nulla di veramente Fascista e Nazionalsocialista, ad eccezione, ovviamente, di varie liturgie che fingevano attaccamento al Fascismo, al solo fine di attirare i Fascisti orfani di un movimento politico che li rappresentasse.

L’opera migliore del Barozzi, che al suo ultimo aggiorna-mento conta di circa 200 pagine, è scaricabile da chiunque, in formato Pdf, ed è emblematica già da suo titolo:

Genesi e nascita di un partito che ha disatteso gli ideali di coloro che avrebbe dovuto rappresentare, ha stravolto l’immagine del fascismo e in 50 anni di vita ha tradito indipendenza e interessi reali della nazione.

msi

http://fncrsi.altervista.org/MSI_Il_grande_inganno.pdf

E qui apro la solita parentesi,a beneficio dei tanti idioti che spesso si indignano quando qualcuno tocca il MSI e tutti gli altri partitucoli di destra.

Quello che non è in discussione è la buona fede di tanti Camerati, me compreso, che da ragazzini hanno creduto al mito del partito Fascista del dopoguerra… Tutti, grazie ad un’abile strategia di regime, hanno creduto per un po’ a questa favola del MSI ed a quella successiva, ancora più assurda, del MSIDN… Fascismo = destra fu l’equazione che tutti spacciarono per vera, dalla sinistra all’estrema destra.

Con buona pace dell’esperienza sociale e socialista nazionale del Fascismo, il cui massimo esponente, Benito Mussolini, nacque socialista e tale restò fino alla morte, checché ne dicano gli imbecilli che sostengono un suo cambiamento di idee.

Il lavoratore che assolve il dovere sociale senz’altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo. La gente che lavora è infinitamente superiore a tutti i falsi profeti che pretendono di rappresen-tarla. I quali profeti hanno buon gioco per la insensibilità di chi avrebbe il sacrosanto dovere di provvedere.

Per questo sono stato e sono socialista!

L’accusa di incoerenza non ha fondamento. La mia condotta è sempre stata rettilinea nel senso di guardare alla sostanza delle cose e non alla forma. Mi sono adattato socialisticamente alla realtà.

Man mano che l’evoluzione della società smentiva molte delle profezie di Marx, il vero socialismo ripiegava dal possibile al probabile. L’unico socialismo attuabile socialisticamente è il corporativismo, punto di confluenza, di equilibrio e di giustizia degli interessi rispetto all’interesse collettivo.

Dal “Testamento Politico di Benito Mussolini”

http://fascismoeliberta.info/altra-storia/testamento-politico-di-benito-mussolini/

Ma, proseguendo nel mio ragionamento sul ruolo del fu MSI, un conto è essere ingenui da ragazzini, altra cosa è restare coglioni (perché l’ingenuo tale diventa perseguendo nei suoi errori) fino alla morte, continuando a sostenere una tesi smentibile e smentita, al solo fine di non ammettere di avere prreso una cantonata.

Certo, anche io a 18 anni votai MSI, anche io alla stessa età mi recai a Torino ad un comizio di Almirante, e mi recai persino alla sede storica di Corso Francia (Torino), per chiedere di potere rappresentare il movimento ai seggi come scrutatore elettorale!

Ma a differenza dei più, già a 20 anni avevo capito che la politica del MSI e della destra in genere non avevano nulla a che fare con l’esperienza Fascista e Nazionalsocialista. Ecco la vera differenza!

Quindi, nulla a che fare con quella massa ipocrita ed acefala di personaggi della destra che, pur fingendosi Fascisti, continuano a parteggiare per i peggiori nemici del Fascismo, cioè cricca giudaica, europei filo atlantici e soprattutto Chiesa cattolica.

Oggi, orfani del MSI, hanno portato il loro pattume ideologico nei vari cespugli chiamati Casa Clown, Fardelli d’Italia e fiammiferi assortiti; per non parlare dei peggiori, direttamente confluiti fra i fans del comunista padano!

Noi continueremo a restare in piedi fra le rovine per indicare a tutti, specie ai posteri, chi sono i veri traditori dell’ideale; e se non ho avuto fortuna in questa vita, circondandomi di gente che non capisce (o capisce, ma se ne frega!), spero di averne in futuro tramite i miei scritti.

A chi piagnucola per l’alleanza con la Germania nazionalsocialista, continuerò a dire che preferisco di gran lunga Hitler al migliore dei giudei in circolazione; a chi finge di credere all’olocausto, continuerò ad indicare i vari documenti inoppugnabili che lo smentiscono; a chi continua a blaterare di crociate e difesa dall’Islam, continuerò a preferire gli islamici che furono solidali al nostro sforzo bellico, mentre i loro degni compari della Chiesa cattolica preparavano il loro tradimento ed il passaggio al nemico.

Intanto, ai nostalgici del MSIDN ed appendici varie, offro in regalo l’articolo annunciato all’inizio di questo mio scritto. Vi auguro buona lettura, sperando che possa aiutarvi nella comprensione!

Carlo Gariglio

Tradimento

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Vincenzo Vinciguerra: ne vogliamo parlare? 

Maurizio Barozzi  (25/11/13)

La pubblicazione on-line del nostro saggio “MSI il grande inganno”, la positiva recensione fattane da Vincenzo Vinciguerra e il mio precedente articolo “Onore a Vincenzo Vinciguerra”, mi hanno fatto giungere molti apprezzamenti, ed anche richieste di chiarimenti.
Stiamo parlando di Vinciguerra, una persona scomoda che tutto un “certo” ambiente, anche, se non soprattutto, per cattiva coscienza, ha esorcizzato.
A parte le sue ultime prese di posizione sui guasti provocati dalla introduzione nel neofascismo, del pensiero di Evola molti, ritenendosi in buona fede, si sono sentiti chiamati in causa e accumunati nel calderone delle spie, degli infami e dei collusi con i Servizi.
Noi, e parlo anche a nome della Federazione Nazionale Combattenti RSI che già negli anni passati prese posizione in favore di Vinciguerra, riconosciamo il camerata e il soldato politico che, per riscattare il Fascismo e portare un doveroso contributo alla verità, si è letteralmente sacrificato tombandosi nelle galere di Stato (sono già 34 anni, un vero record) riconoscendone l’enorme importanza.

Ora però ulteriori note e considerazioni, anche per venire incontro alle richieste di chiarimento, sono necessarie.

Cominciamo con il ripetere che la posizione di Vinciguerra in merito ai distinguo tra fascismo e “neofascismo” e in merito ad un impegno verso la ricerca della verità storica, è da condividere in pieno. Tanto sono evidenti le sue denunce e le sue analisi, confermate da tutte le inchieste, i processi e le documentazioni ultimamente prodotte, che non si possono più avere dubbi in merito.

Premesso che in ogni caso non abbiamo alcuna pretesa di attestare una ortodossia fascista, rendendoci ben conto che nel fascismo hanno convissuto molte anime, di destra e di sinistra, cattoliche e pagane, gentiliane ed evoliane e così via. In questo senso il problema non si pone, e semmai pretendiamo che la principale attestazione di un fascista e del fascismo fosse quella di aver tutelato la sovranità e l’indipendenza della Nazione, ed in questo devo storicamente constatare che le correnti, diciamo così di destra, sono quelle che più hanno disatteso questo postulato, ponendosi da sole fuori dal fascismo. Ma questa è una condanna storica, non ideologica e né tantomeno ad personam.

E veniamo a come la vede Vinciguerra e come la vediamo noi, su due aspetti particolari: la denuncia dei “neofascisti” collusi e informatori di Caserme e Servizi, e il cosiddetto “evolismo”.

Il giudizio sui collusi

Su questo aspetto, Vinciguerra, forte di esperienze personali, documentazioni, atti processuali che ha avuto tempo e cura di leggersi con attenzione, ecc., oltre a sue deduzioni, tende a fare di tutta un erba un fascio, bollando quasi tutti i neofascisti di delazione, di collusioni, quindi di tradimento verso l’idea e soprattutto verso gli interessi della nazione (da notare però che Vinciguerra ha tenuto a precisare che di molti camerati da lui conosciuti e ritenuti in buona fede, non ha mai fatto cenno nome).

In sostanza, per Vinciguerra quelle collusioni comportavano di essere collusi o in servizio degli apparati di questo Stato democratico antifascista, nato dalla resistenza, a sua volta subordinato ai nostri colonizzatori atlantici. Il risultato è stata la collaborazione di questi pseudo “neofascisti” alla strategia della tensione, a quella guerra non ortodossa scatenata dagli Atlantici nel nostro paese e quindi anche allo stragismo.

Noi condividiamo molte analisi di Vinciguerra, con la sola riserva che sulla delicata e infamante accusa di stragismo, ci andiamo con i piedi di piombo, e preferiamo sempre parlare, tranne fatti acclarati, solo genericamente di “neofascisti” collusi e coinvolti, mai personalmente, facendo dei nomi e questo perché, come già lo ritenevamo a suo tempo nella FNCRSI, lo stragismo contro il popolo italiano, per qualsivoglia motivo perpetrato, non ha scusanti e dovrebbe essere passibile di fucilazione alla schiena.

Di fronte a questa drastica convinzione, non ci sentiamo di addossare pubblicamente colpe di bombaroli a chicchessia, perché i nostri mezzi di indagine sono limitati.

Questo però non toglie che la nostra esperienza politica, la facoltà di ragionare e ponderare con attenzione, le conoscenze documentali che abbiamo acquisito, ci fanno intuire, almeno in linea generale, chi sono i responsabili di Piazza Fontana e di altre mascalzonate del genere, ma sono deduzioni che teniamo per noi, non le esterniamo pubblicamente; ci basta additare genericamente l’ambiente “neofascista”, perché in qualche modo quell’ambiente ne fu coinvolto (in questo senso non serve evidenziare che anche ambienti opposti, di sinistra, o direttamente degli apparati dello Stato o extranazionali, hanno contribuito alo stragismo, soprattutto dal 1974 in avanti, quando i “neofascisti” vennero scaricati e le strategie del terrore ora non dovevano essere più false flag da addebitare ai “rossi” e gli anarchici, ma bombe “nere”, atte a spostare il paese su culture e standard sociali “progressisti”.

Torniamo però alla generalizzazione delle accuse di “collusioni” elevate da Vinciguerra.

Qui purtroppo coinvolgiamo quello che, volenti o nolenti, è il nostro album di famiglia.
Io stesso frequentai il MSI fin dai 13 anni, nel 1960, scappandone schifato, con altri ragazzi della sezione, nel 1966, poi la mia militanza politica è stata, per fortuna, tra i veri fascisti, quelli della FNCRSI, ma ho anche conosciuto vari personaggi, con alcuni sono stato amico, seppur con loro politicamente in dissidio, che erano militanti nel MSI, in ON o in AN.

Questo per dire che le nostre origini non possono non aver subito le conseguenze dell’epoca del dopoguerra, in virtù delle sporche operazioni che, fin dal 1945, portarono un certo ambiente, monopolizzato dall’OSS di J. J. Angleton, a poco a poco su sponde di destra. Con la nascita spuria del MSI si completò questa sporca operazione e da quel momento in poi, purtroppo, il MSI assunse la veste, infida e falsa, di partito neofascista, che a tutti faceva comodo, avversari compresi, a cui non pareva vero avere, come riferimento di nemico “fascista”, un partito conservatore, reazionario e per giunta prono agli interessi atlantici. Con il passare degli anni, il MSI cambiò sempre più la sua immagine neofascista, assumendo quella di un vero e proprio partito di destra, tanto che, dalla fine degli anni 60 in avanti, nelle nuove generazioni che si avvicinavano a questo partito si era prodotta una “mutazione genetica”: erano nati militanti squisitamente di destra, in tutto e per tutto.
Ma la politica vive e si perpetua su fatti concreti, su azioni e presenze e quindi, essendo in massima parte proprio il MSI che, sia pure in malafede, interpretava il neofascismo, era ovvio che tutti coloro che si sentivano attratti dalla storia del fascismo o dal suo retaggio ideologico e politico, trovassero disponibile proprio il MSI.

Fu così che il MSI, partito “anomalo” nel panorama istituzionale, finì per assolvere ad un duplice compito, positivo e negativo allo stesso tempo: fare da catalizzatore e centro di raccolta per le nuove generazioni di nuovi fascisti, di cui almeno alcuni poi si sarebbero ben guardati dal rimanere in questa latrina, e al contempo distorcere e allevare una nidiata di imbecilli e di farabutti di destra. Attitudine negativa questa che, tanto più in un partito corrotto e corruttore, superava abbondantemente i suddetti aspetti positivi.
Ma a tutto c’è un limite. Noi come accennato, non abbiamo alcuna intenzione di dare patenti di “ortodossia fascista”, ma riteniamo che ci siano dei limiti considerando anche che la RSI fu un evento epocale di rottura, da parte del fascismo stesso, con il suo passato del ventennio, che non venne rinnegato nella sua storia, essendo legato alle contingenze del tempo e alle necessità della nazione, ma si diede un taglio netto con le componenti borghesi e conservatrici del vecchio PNF miseramente collassato il 25 luglio 1943.

Non possiamo quindi accettare che poi, nel dopoguerra, si presenti un neofascismo, di fatto reazionario, che per lo più si rispecchia nel ventennio conservatore, apprezza, quasi come se fossero tutto il compendio del fascismo, i «treni che arrivavano in orario», l’ordine e la disciplina e «gli operai che non scioperavano», finendo quindi per accantonare, se non tagliare, l’impronta repubblicana data dal fascismo alle Istituzioni e la riforma socialista della economia che completa lo Stato corporativo (lo stesso Mussolini riconobbe in repubblica che le Corporazioni, senza la socializzazione, potevano essere facilmente piegate dal padronato per i propri interessi).

A questo si aggiunga la strumentale tattica di praticare un anticomunismo viscerale, come se si fosse ancora agli inizi degli anni ’20 quando in Italia ci fu il violento e velleitario tentativo socialcomunista di realizzare la rivoluzione bolscevica. Nel secondo dopoguerra, invece, il nostro paese aveva perso ogni sovranità nazionale ed era subordinato, letteralmente colonizzato nel sistema Atlantico. Il pericolo rosso, quindi, non poteva più rappresentare l’assillo, lo scopo principale di ogni strategia e tattica politica. Anzi i fascisti o neofascisti che dir si voglia, avrebbero dovuto scendere nelle piazze a contestare la NATO, le guerre americane, ancor più delle sinistre che, a veder bene, lo facevano in ossequio alla politica di Mosca.
E questo anticomunismo viscerale, che entrati negli anni di piombo portò a morte o ad anni di galera tantissimi militanti e decine di adolescenti, immolati per gli interessi di sporchi politicanti, non nacque a caso, ma fu scientemente precostituito, come ha confessato il massone-missista e filo israeliano Caradonna, quando disse che per portare i reduci fascisti su sponde di destra, dato che di destra non erano di certo, il metodo [infame] migliore era stato quello di farli continuamente scontrare con i rossi: «più si menavano», ricordò il desso, «e più si spostavano a destra».
Proprio tutto questo e la considerazione che molti camerati si trovarono a fare politica in tale contesto, mi porta a essere doverosamente molto accorto nello esprimere condanne e anatemi personali di qualunque tipo.

Dunque, fermo restando che questo ambiente degenerato del neofascismo, è spesso passato attraverso collusioni, derivanti anche da certe, mal indotte, “simpatie” ideali, laddove i rappresentanti delle strutture di polizia e gli ufficiali dell’esercito, venivano demenzialmente considerati “camerati in divisa”, in virtù del loro anticomunismo, e del culto per l’ordine e la gerarchia, tuttavia per lo storico che deve analizzare e ricostruire certi avvenimenti, il discorso è alquanto più complesso perchè nel particolare, nell’esame delle singole posizioni, a volte, potrebbero anche trovarsi storie personali diverse.

La politica infatti è una pratica, talvolta, inevita-bilmente, anche sporca, è movimento, azzardo, prassi fatta di azioni e reazioni, cause e concause, contatti, conoscenze, iniziative, ecc., ed è anche condizionata dalle situazioni contingenti. Commettere errori e fare “cazzate” è quasi inevitabile.

Può quindi accadere che, per esempio, soprattutto quando si è giovani e inesperti, si commettano stupidaggini o leggerezze o ci si lasci trascinare dalle emotività del momento, specialmente per chi, come era il caso di tanti giovani neofascisti, viveva quotidianamente sotto il peso delle violenze, della caccia al fascista, praticata dai “rossi”, forti nel numero, alle quali rispondeva con altrettanta violenza in una specie di guerra quotidiana, selvaggia e cruenta. (ovviamente perpetuata da certi farabutti che avevano tutto l’interesse a tenere in vita gli “opposti estremismi”).

Non possiamo quindi concordare con Vinciguerra, tanto per fare un esempio emblematico, quando esprime certe definizioni verso un ragazzo di allora, neppure ventenne, Maurizio Murelli, che si trovò al centro delle violenze che il 12 aprile 1973, portarono alla morte dell’agente di PS Antonio Marino.

Noi non conosciamo esattamente i retroscena di quell’episodio dove il MSI mostrò tutta la sua infamità, non sappiamo se furono, come ricordano i ragazzi di allora, disordini scaturiti semplicemente dalla volontà del MSI, cacciato via in quegli anni dalle piazze, che voleva tenere a tutti i costi un comizio e si rivolse agli ambienti sanbabilini e altre frange per avere un sostegno fisico. Poi quando la questura gli vietò il comizio, cercò di smontare tutto l’apparato attivistico che proprio lui aveva montato, con le note conseguenze e le inevitabili delazioni. Oppure non sappiamo se, come dice Vinciguerra, “qualcuno” aveva cercato di ripetere la stagione delle violenze cruente e delle stragi, nel desiderio di arrivare alla proclamazione di uno stato di emergenza che mettesse fuori legge le sinistre, e per far questo aveva organizzato quegli incidenti, da accollare poi ai “rossi”, incidenti che avrebbero dovuto essere preceduti da una bomba su un treno di cui invece, il 7 aprile, ne scoppiò l’innesto nelle mani di Nico Azzi, il quale poco prima aveva passeggiato nei vagoni ostentando “Lotta Continua”. A nostro avviso queste due versioni-ipotesi possono anche essere complementari, nel senso che i ragazzi non sapevano di altri retroscena segreti, che poi furono abbandonati.

Ma se anche fosse vera l’ipotesi di Vinciguerra, cosa possiamo addebitare a Murelli, che viene mischiato in una cernita di nomi, scrivendo di lui: «un lanciatore di bombe a mano della federazione del MSI di Milano, subalterno di Franco Maria Servello e Ignazio La Russa», (Cfr.: “Vincenzo Vinciguerra “L’ultima fiaba” 4.7.2013 visibile in: L’ultima fiaba | Archivio Guerra Politica), quando oltretutto dobbiamo prendere atto che il percorso successivo di Murelli, uscito dopo anni di prigione, attesta una sua dirittura umana e politica a cui si può essere o meno d’accordo, ma non si può obiettare, né imputare nulla.
Cosa centra quel Servello, che i fascisti della FNCRSI riferendosi ad una sua presa di posizione filo-NATO (lui che nel 1944 mentre i fascisti morivano nella guerra del sangue contro l’oro, scriveva al sud su un giornale autorizzato dagli Alleati), lo definirono «servello di nome e di fatto»? Cosa centra dunque con Murelli, un ragazzo, ripetiamo neppure ventenne che viveva e si muoveva in quell’ambiente storico, quasi obbligato?
Noi stessi che abbiamo vissuto alcuni anni in una sezione del MSI che, al tempo, era un feudo dei Turchi, padre Franz e figlio Luigi, potremmo essere accusati di esserne stati i galoppini?

Per un altro aspetto, invece, e sempre riferendoci a quella che è la natura umana e l’attività politica (delatori e spie di professione, dietro mercede, a parte), può anche accadere che qualche militante, magari in un momento di demenza mentale, abbia ritenuto utile “per la causa” (anche se resterebbe da vedere “quale”), instaurare contatti con qualche “Servizio” o apparato di sistema e poi ci si sia trovato coinvolto.

Ovviamente bisognerebbe conoscere esattamente motivi, accordi e situazioni, cosa difficilmente possibile, però, almeno in via teorica, non possiamo generalizzare ed equiparare questi eventuali “collusi” a tutti gli altri prezzolati.

Altrimenti cosa dovremmo pensare di Mussolini che nel 1914 ritenne giusto uscire dal partito socialista, dichiararsi interventista e creare un giornale, “Il Popolo d’Italia”, grazie a finanziamenti massonici, del socialismo guerrafondaio francese e forse anche di inglesi e francesi interessati, al pari della massoneria, di portare l’Italia in guerra? In questi casi, anche se resta difficile applicarlo, resta sempre valido l'”omnia mundamundis“, tutto è puro per i puri.

Questo non toglie che eventuali “collusi” che poi si sono trovati con le mani sporche di sangue italiano e se non sono deficienti dovrebbero anche aver constato quanto hanno contribuito nello sputtanare il fascismo, quanto hanno danneggiato gli interessi nazionali, avrebbero come minimo dovuto avere il sacrosanto dovere di farsi saltare le cervella, specialmente se erano dei cultori del Bushido.

Insomma, io non voglio salvare nessuno, ma mi riservo la facoltà di assolvere o capire certe persone che magari possono aver commesso errori, leggerezze o praticato iniziative sbagliate, ma delle quali e fino a prova contraria, presumo la buona fede.
Sono pochi, ma ci sono, non si può generalizzare. Del resto c’è anche una controprova che consentirebbe di dare un giudizio comprovato: la politica, le attività espresse da questi personaggi, non occasionalmente, ma nel tempo: volenti o nolenti denunciano sempre le vere motivazioni e interessi per cui si muovevano.

Hanno voglia certuni, oggi, a rilasciare interviste, scrivere libri autobiografici, cambiando le carte in tavola, dando versioni edulcorate o di comodo: chi c’era e gli stessi loro atti, stanno li a ricordare e dimostrare che le loro iniziative, la loro politica erano “a comando” di Servizi e forze innominabili.

Pregi e danni dell’evolismo

Vinciguerra, ha recentemente preso a sparare a zero contro certo “evolismo” ritenendolo il primo responsabile della degenerazione di tutto un ambiente. In parte ha ragione, ma personalmente non siamo del tutto d’accordo con lui, soprattutto dal punto di vista ideologico.

A prescindere dagli aspetti propriamente iniziatici e di studi esoterici, Julius Evola ha avuto due grandi meriti: quello di dimostrare e rendere palese che certi riti e simbologie erano preesistenti al Cristianesimo ed alla stessa Massoneria e quello di qualificare il fascismo anche su di un piano “metastorico” integrandone e precisandone meglio i valori eroici e spirituali che lo caratterizzavano, attestandolo in tal modo in una dimensione che trascendeva i soli aspetti reducistici e sociali.

Si può senz’altro dire che molti aspetti della “sapienza antica” evidenziati e rielaborati da Evola, danno alla dottrina del fascismo e agli studi della mistica fascista, dei punti di riferimento importantissimi, come ad esempio i rilievi sulla dimensione spirituale e trascendentale dell’uomo, l’elaborazione di un razzismo non puramente biologico, la suddivisione delle attitudini umane, non in base alle distinzioni sociali o ambientali, ma interiori, attitudinali che vanno dal “sacerdote”, al guerriero, al mercante e tecnico fino al lavoratore, e così come altre attitudini per la donna, ecc.
È qui che però si pone un grosso problema, perché la visione di Evola, mutuata da una antica conoscenza sapienziale, doveva costituire, più che altro, una “indicazione di riferimento” a cui, in un certo senso, lo stesso fascismo si era rifatto, potendo dirsi che il fenomeno fascista rientra in quelle affermazioni storiche, tra l’altro diverse nel tempo per la loro manifestazione terrena, della Tradizione.
Ma il fascismo, era anche una affermazione del XX secolo, il secolo delle masse, e quindi certi principi li aveva adattati ai nostri tempi attingendo anche, seppur superandole, a quelle trasformazioni storiche come la Rivoluzione francese e il Risorgimento, che pur sono state manifestazioni sovversive rispetto al “mondo della Tradizione”.

I tempi di certe “Aristocrazie” erano oramai finiti: ora i “nobili” sperperavano nei casinò e nelle stazioni termali e le nuove aristocrazie potevano riconoscersi solo nella rivoluzione e nelle trincee.

La Dottrina del Fascismo a questo proposito è esplicita:

«Le negazione del Socialismo, della Democrazia, del Liberalismo, non devono tuttavia far credere che il fascismo voglia respingere il mondo a quello che era prima del 1789 (…) Non si torna indietro. La Dottrina fascista non ha eletto a suprofeta De Maistre, L’assolutismo monarchico, fu e così pure ogni ecclesia. Così furono i privilegi feudali, e la divisione in caste impenetrabili, e non comunicabili tra di loro».

Oltretutto il fascismo, facendosi Stato, e Stato nazionalpopolare non poteva che avere i suoi parametri di giustizia, anche sociale, di mutualità, dovendo occuparsi di tutto un popolo e non solo di particolari èlite. Non riteniamo quindi, come faceva Evola, errata e non fascista, la visione repubblicana delle Istituzioni e socialista della economia.
Si dà il caso, invece, che il pensiero di Evola, sconfinando sul piano politico, non solo era chiaramente reazionario, ma come molti avevano fatto notare era rimasto a Donoso Cortes e Metternich. Evola, che oltretutto non aveva aderito alla RSI, ritenendone il suo portato repubblicano e socialista, contrario alle sue idee, praticamente, aveva come riferimento ideale i tempi delle caste.

Ma l’aspetto peggiore di questa visione reazionaria lo si riscontra nelle sue conseguenze. Nonostante che dottrinalmente Evola avesse ben inquadrato gli aspetti negativi e nefasti sia del bolscevismo che dello americanismo, politicamente finì per elaborare una specie di graduazione del “male minore” che finiva per indurre a parteggiare per il cosiddetto “mondo libero” onde contrastare il comunismo.

A parte il fatto che questo “mondo libero” tutto era meno che preferibile ad alcunché (anzi la sua azione devastante su l’uomo e su le cultore dei popoli era affatto peggio del comunismo), si creava anche un alibi per giustificare connubi e collusioni con lo Occidente che invece era proprio il principale “nemico dell’uomo” e del fascismo, distruttore della dimensione spirituale dell’esistenza, essendo il comunismo, nella sua attuazione pratica, una utopia irrealizzabile nella condizione umana e quindi una “nomenklatura” per quanto criminale, del tutto fittizia e transitoria (non è un caso che in Russia, collassato il comunismo, sparita la nomenklatura, come una brutta nottata, si è notato che buona parte del popolo, delle sue culture e peculiarità erano rimaste integre. Cosa che non si può dire dove invece è arrivato il vizio, la corruzione, l’edonismo, la coca cola e la democrazia dell’Occidente).

Cosicché gli “Orientamenti” di Evola, il suo “Uomini e le Rovine” (non a caso con prefazione del conservatore Valerio Borghese), presi alla lettera e trasposti in politica, furono anche funzionali alla reazione e un alibi per chi operava, sotto dettatura Atlantica, in senso antinazionale (oltretutto veniva anche emarginato il concetto di “nazione” con l’assunto che «la mia Patria è dove c’è la mia idea», anche questa una presunzione che può valere per singole ed eccezionali personalità, non per un movimento o un partito legato, nel bene e nel male, al suo territorio).
Ma c’è ancora un altro aspetto nell’evolismo, che presenta inquietanti problemi: quello di certe indicazioni esoteriche che non dovrebbero essere per tutti, ma solo per chi ha determinate qualifiche per percorrerle.

Diversamente queste indicazioni portano a infatuazioni da “figli del sole” e pericolose devianze. Non è un caso che la sapienza antica veniva tenuta “segreta” attraverso la comunicazione ermetica e simbolica. Ma oggi che non ci sono più iniziazioni regolari, “maestri”, che l’età ultima ha reso necessario veicolare questa “sapienza” anche per via intellettuale, si pagano grossi rischi. Il fenomeno delle “sette sataniche”, congreghe di invasati gestite da furbi e profittatori, è uno di questi, ma ci sono anche i casi di infatuazioni incredibili, se non corto circuiti mentali. Plagi e infatuazione che poi, hanno sempre i loro approfittatori e sfruttatori di altre persone.

Di Ordine Nuovo, forse il gruppo più impregnato di “evolismo”, che pur ha visto passare per le sue fila ottimi e preparatissimi camerati, scrive il giudice Guido Salvini forte di testimonianze e prove: «Ordine Nuovo ha compiuto molti attentati prima e dopo il 12 dicembre (Piazza Fontana)».

E non sono questi teoremi del magistrato, ma ci sono sentenze definitive, ammissioni e reo confessi, se non personaggi colti in flagrante.

Bisognerebbe ora chiedersi: ma come hanno potuto persone che si definivano fasciste uccidere e mutilare altri italiani?

È difficile dare una risposta che vada al di là del machiavellico «il fine giustifica i mezzi», per il quale certi farabutti si sono auto assegnati il compito di “correggere” e “migliorare” il mondo secondo la loro propria ideologia. Ma lo stesso giudice Salvini dà anche una risposta significativa, egli scrive:

«Nei discorsi che si tenevano nella libreria padovana di Freda e nel sentire dei suoi militanti, si parlava infatti dell’uomo “indifferenziato” e quindi dei comuni civili, come semplici bipedi che potevano essere sacrificati per realizzare il “Nuovo Ordine europeo” appunto».

Noi non possiamo sapere se questo risponde al vero, quando si verificava e se gli stessi che facevano questi discorsi, sono gli stessi che facevano anche i bombaroli, dobbiamo allora aggiungere che il pensiero di Evola, ma non solo lui, frammisto a superomismo, razzismo darwinista quale selezione dei migliori, oltre allo anticomunismo viscerale e filo atlantico, hanno anche prodotto “mostri” a dir poco ripugnanti.

Ci sarebbe altro da dire, ma ci fermiamo qui.

In ogni caso le affermazioni e le considerazioni di Vinciguerra hanno aperto un campo che andrebbe ben sviscerato, perché non possiamo considerare tutti “fascisti” solo per la loro adorazione di Hitler o Mussolini.

Anche l’agente Z del SID, lo “spione” Guido Giannettini che lavorava, stipendiato, per lo Stato antifascista, cioè per un Servizio interno al sistema atlantico nostro colonizzatore, si definiva “fascista”, anzi “nazionalsocialista”, e fascista si è definito persino il massone Licio Gelli ricordando la sua partecipazione alla guerra di Spagna e alla RSI, ma dimenticando, a parte in non indifferente particolare che era un massone, cioè uno dei peggiori nemici del fascismo, che negli ultimi mesi di guerra aveva cooperato con gli Alleati e i partigiani. Un fascismo tutto loro, fatto di Ordine e Gerarchie chissà come immaginate e magari instaurate da colpi di Stato militari, treni in orario e operai che non scioperano. Quel fascismo bigotto e borghese, legato a compromessi e necessità nazionali, poi miseramente naufragato e di cui la RSI e il fascismo repubblicano ne erano stati l’antitesi.

E qui terminiamo, rimarcando che il riscatto della testimonianza del fascismo e la ricerca di una sacrosanta verità sul nostro recente periodo storico, passano sicuramente anche attraverso l’opera altamente meritoria di Vincenzo Vinciguerra.

Maurizio Barozzi

 

 

ADDIO SOGNI DI GLORIA (Pubblicato sul mensile “Il Lavoro Fascista” – Marzo 2018)

E addio castelli in aria, come recita una nota canzone del passato di Marcella Rivi, cantata da vari interpreti, fra i quali Claudio Villa… L’ho dedicata, dopo le elezioni del marzo scorso, ai poveracci falsi Fascisti di CPI e FN, che si illudevano di sfruttare il momento di malcontento popolare per sbarcare in Parlamento e mettere finalmente a frutto il loro squallido infiltrarsi in aree politiche a cui non appartengono… Cosa che, del resto, tentano di fare da molti anni, specialmente quelli di FN, partecipando ad operazioni di camaleontismo politico degne del peggiore Badoglio; come non rammentare la patetica pagliacciata di “Alternativa Sociale”, voluta, creata e finanziata da Silvio Berlusconi (usando il cognome indegnamente portato da una certa Alessandra Mussolini), al fine di intercettare i voti che si temeva avrebbero perso quelli di AN dopo il pellegrinaggio di Fini in Israele?

Ma si sa, l’italiano medio non solo è ignorante su questioni storiche, ma lo è persino su quelle di attualità, dato che non ha ancora capito come funziona il meccanismo degli infiltrati, etichettati sempre come “neofascisti”, razzisti, “neonazisti”, mentre in realtà sono creature del sistema messe lì proprio al fine di intercettare eventuali voti di protesta che, se non ci fossero questi falsi movimenti, potrebbero andare a rafforzare quanti si oppongono veramente a questo regime e si rifanno veramente e storicamente al Fascismo -Nazionalsocialismo.

In realtà, più che parlare di ignoranza dell’italiano medio, si dovrebbe parlare di ignoranza dell’europeo medio, dato che questa stupida (ma redditizia) strategia esiste in tutta Europa, e non da poco; fateci caso: ad ogni tornata elettorale, in tutti i Paesi europei spunta almeno un partito “neonazista”, che viene additato come un pericolo per la democrazia, la tolleranza… Poi, però, a guardare bene le parole d’ordine di questi “nazisti”, ci si accorge che tutti si prostrano davanti allo Stato pirata di Israele, piagnucolano per avere buoni rapporti con le locali comunità ebraiche e, naturalmente, si dicono fieri nemici del mondo Islamico!

Qualsiasi cretino dovrebbe capire che nulla di quanto detto sopra ha mai avuto a che fare con il Nazionalsocialismo e/o con il Fascismo, ma data l’ignoranza imperante il popolo bue ci crede, e così chi ha una certa simpatia per le nostre idee li vota, convinto di agire da Fascista, mentre chi ci odia li avversa, convinto di agire da antifascista!

Di recente, in Germania, gli ultimi sedicenti neonazisti creati dal regime, sono riusciti ad entrare in Parlamento, senza che nessuno evidenziasse due piccoli particolari: il primo è che se veramente certi partiti fossero costituiti da nazionalsocialisti, non sarebbero presenti alle elezioni, a causa delle vergognose Leggi liberticide esistenti in tutta Europa; il secondo è che nessuna delle idee portate avanti da questi partiti ha la benché minima parentela con le idee portate avanti e realizzate dal Nazionalsocialismo. Oltre tutto, questa formazione politica nata di recente, vede come leader una gentile signora dichiaratamente lesbica, che convive con una donna extracomunitaria, ed ha fra i suoi cavalli di battaglia il sostegno allo Stato di Israele, nonché la volontà di andare d’amore e d’accordo con la comunità ebraica tedesca… Una raro esempio di nazionalsocialismo e di lotta all’immigrazione selvaggia!

Un altro esempio? Di recente, dopo avere verificato che Facebook non ci consentiva di avere una pagina ufficiale del MFL-PSN a causa delle ripetute cancellazioni d’ufficio (cosa che non capita, guarda caso, alle decine di pagine insulse intestate ai vari CPI, FN e fiammelle assortite), ho trasferito questa pagina su quello che viene chiamato il Facebook russo, ovvero VK.com, che per lo meno non è ancora così sfacciatamente controllato e censito dal giudeame di destra e sinistra. Subito una simpatica signora 60enne olandese si è unita alle amicizie, dopo avere visionato i vari documenti politici da me pubblicati, che non sarebbe neppure il caso di ribadirlo, sono autenticamente Fascisti e Nazionalsocialisti.

Controllando i messaggi di questa signora, mi sono ritrovato centinaia di foto, discorsi e farneticazioni varie di uno dei tanti “neonazisti” europei, l’olandese Geert Wilders.

Ora, senza fare troppa fatica e limitandomi ad una breve ricerca su Wikipedia, ecco cosa si legge a proposito di costui:

“Geert WildersDi formazione laica e liberale si dichiara antifascista, antislamista, anticomunista e anti-totalitario; ammira inoltre Theo van Gogh (regista assassinato da Mohammed Bouyeri, un estremista islamico), definisce Oriana Fallaci come il suo “idolo” e ha collaborato per un certo periodo con l’ex musulmana attivista per i diritti delle donne Ayaan Hirsi Ali.

In politica estera sostiene fortemente lo stato d’Israele e si considera un sionista ed un euroscettico, favorevole all’uscita dei Paesi Bassi dall’Euro”.

Capito il calibro di questi sedicenti “neonazisti”? Da Mussolini ed Hitler, fieri alleati dell’Islam, ad Oriana Fallaci, baldracca giudea fiera sostenitrice degli assassini di Israele e fierissima di oltraggiare il Corano!

Giusto per un brevissimo ritorno alla realtà dei fatti:

Se a Poitiers Carlo Martello fosse stato sconfitto, il mondo avrebbe cambiato faccia. Poichè il mondo era già condannato all’influenza giudaica (e il suo prodotto, il cristianesimo, è una cosa così insipida!), meglio sarebbe stato che avesse trionfato l’Islam. Questa religione ricompensa l’eroismo, promette ai guerrieri le gioie del settimo cielo… Animati da un simile spirito, i Germani avrebbero conquistato il mondo. Ne sono stati impediti dal cristianesimo.”

(Adolf Hitler – “Idee sul destino del mondo” – ediz. di “Ar” – Padova 1980)

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Muftì

Anche in Francia la situazione è analoga; nonostante migliaia di idioti che si credono Fascisti sostengano da decenni il partito fondato da J. M. Le Pen imitando il fu MSI, costui si dichiarò sempre ed orgogliosamente un combattente della resistenza francese… Quindi, mente la migliore gioventù francese si immolava, con la divisa delle Waffen SS, prima sul fronte dell’est, ed alla fine nella disperata difesa di Berlino, il baldo Le Pen, idolo dei fascisti all’amatriciana contemporanei, si batteva spalla a spalla con comunisti e feccia varia per abbattere il nazionalsocialismo! E non è certo migliore di lui la degna figlia, la quale, durante la scorsa campagna elettorale, ha querelato un politico francese che l’aveva definita “Fascista”, perdendo anche la causa!

L’unico idiota riuscito a fare altrettanto fu il prete mancato nostrano Roberto Fiore, il quale denunciò un cittadino che lo aveva apostrofato come “nazifascista”, riuscendo anche a perdere la causa!

Peccato non ci siano mai stati Fascisti e Nazionalsocialisti seri che si siano presi la briga di querelare questi personaggi non perché siano la parte offesa, ma per avere leso la dignità del Fascismo e del Nazionalsocialismo a loro immeritatamente accostati!

Tuttavia, i primati della stupidità, dell’ignoranza, della sottocultura politica e del trasformismo più becero, spettano indubbiamente al nostro beneamato Paese… In Italia nacque il Fascismo grazie al genio di Benito Mussolini; altri Paesi lo copiarono adattandolo alla loro realtà, ed il migliore esempio di ciò ce lo diede la Germania di Hitler… Cosa fu il Fascismo? Una forma di socialismo nazionale, epurato dalle cretinate internazionaliste di Marx e dalla criminale volontà della lotta di classe, che avrebbe dovuto portare all’eliminazione fisica della borghesia; in poche parole, la famosa Terza Via fra social comunismo e liberal-capitalismo.

Purtroppo questo concetto che oserei definire elementare, non è mai stato compreso dai più, portando all’equivoco del Fascismo equiparato alla destra, ma anche alla sinistra da frange minoritarie (in numero ed in quoziente intellettivo!).

Ora, non credo ci voglia una particolare cultura per comprendere questi fatti, ma dato che spesso si ha a che fare con veri e propri ritardati mentali, proverò a spiegarlo con una metafora calcistica; molti del nostro ambiente sono fieri di definirsi Ultras e di sprecare tempo e denaro negli stadi, invece di fare politica, indi sarà più facile farsi capire.

Se a Milano abbiamo le due squadre del Milan e dell’Inter, con relativi sostenitori, e qualcuno decide di creare una terza squadra chiamata Madonnina, ogni tifoso sarà libero di parteggiare per una delle due squadre storiche, oppure di schierarsi con la nuova arrivata… Ma essere così cretini da dirsi tifosi della Madonnina continuando ad andare allo stadio bardati di rossonero, o nerazzurro, sarebbe semplicemente inconcepibile!

Eppure è quello che accade in politica: legioni di idioti pretendono di dirsi Fascisti, salvo poi considerarsi di destra, o di sinistra!

E così, da alleati dell’Islam in chiave antibritannica ed antifrancese, oggi ci si considera nemici… Da fieri avversari della lobby giudaica (e qua non si parla di becero razzismo, ma di difesa della nostra sovranità), a pietosi lacchè dello Stato pirata di Israele e delle balle inventate dalle comunità ebraiche a proposito di olocausto… Da orgogliosi anticomunisti ed anti-capitalisti, a lacchè degli uni, o degli altri… Da nazionalisti a colonia degli USA e della NATO… Questo è quello che ci hanno spacciato per Fascismo dopo il 1945; a seguire pubblico un interessante articolo recuperato su Facebook, prima che la censura giudaica di destra e sinistra lo facesse sparire. E’ un ottimo riassunto di quello che fu il tanto decantato MSI, divenuto poi MSIDN.

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L’INGANNO DEL MSI

Certamente qualche Camerata, o presunto tale, si indignerà per questo articolo, ma occorre fare chiarezza e levare la maschera a chi per decenni si è spacciato per Fascista duro e puro, salvo poi prostrarsi davanti al nemico ripetutamente.

E non sto parlando di personaggi della politica di cui è risaputa la totale mancanza di fedeltà ai propri ideali (e qui mi riferisco ai vari Gianfranco Fini, Gasparri, i quali oramai possono essere considerati Fascisti soltanto dai ritardati mentali di Potere al Popolo), ma di personaggi più che discutibili che, nella mente lobotomizzata dei soliti fascisti kosher e all’amatriciana, non possono essere nemmeno nominati invano, talmente hanno assunto una figura quasi divina all’interno della cosiddetta area!

E qui parlo dei vari vigliacchi traditori quali Almirante, Rauti e il resto del merdaio missino “meritevole” (a loro dire) di non aver seguito la presunta svolta di Fiuggi compiuta da Fini.

Ovviamente i cervelli (non certo svegli) dei nostalgici missini, lungi dal conoscere la storia vera, non sospettano nemmeno che quella di Fini non è stata affatto una svolta, bensì una prosecuzione di un’attitudine traditrice del MSI che avrebbe fatto invidia al peggior Badoglio.
Anzitutto il Movimento Sociale Italiano (ma sarebbe più appropriato “Movimento Sionista italiano”) venne creato ad arte con la collaborazione dei servizi di sicurezza; nella sua creazione fu attivamente partecipe il SIM (Servizio Informazioni Militari) con la supervisione dell’OSS, il servizio statunitense antesignano della CIA.

L’obiettivo era semplice: convertire gli ex repubblichini alle posizioni filoatlantiche di supporto alla NATO, facendo loro accantonare e poi dimenticare l’originale pregiudiziale antiplutocratica del Fascismo, e ciò in nome di una Patria (che non era più la loro, in quanto oramai colonia americana) da proteggere dal comunismo, peraltro già escluso dal potere in Italia in virtù degli accordi di Yalta.

Si mirò così ad inalveare le forze ex fasciste entro il gioco politico democratico e a tenerle prigioniere in esso, fino alla loro liquidazione; l’obiettivo era sviare il carattere del vero Fascismo (avverso alla plutocrazia e al comunismo, alle potenze occidentali e all’Unione Sovietica), formando un “neofascismo” ad intonazione solo anticomunista e quindi non più bandiera della lotta per l’Indipendenza Nazionale dalle ingerenze della Gran Bretagna e degli Stati Uniti.
Cominciò così la storia del MSI, caratterizzata da una subalternità disarmante nei confronti dei nemici del Fascismo storico.

Indi il MSI annoverò tra le sue fila membri della massoneria (alcuni certamente interni alla loggia della P2) e uomini della NATO, tra cui Mario Tedeschi, Sandro Saccucci, Vito Miceli, l’ex comandante delle forze NATO del Mediterraneo Gino Birindelli, Filippo Berselli, l’ex presidente del FUAN Luciano Laffranco, e Giulio Caradonna.

Fu proprio Giulio Caradonna nel 1973 ad andare a Gerusalemme a deporre una corona di fiori allo Yad Vashem, il Museo
del finto Olocausto, a nome del MSI-DN (come possono quindi intuire gli stolti, Fini non ha inventato nulla di nuovo!).

Si pensi che nel ’48 un ex ufficiale della X MAS di Borghese e alto dirigente missino, Fiorenzo Capriotti, con il beneplacito di Pino Romualdi, andò addirittura in Israele per addestrare le truppe ebraico-terroristiche in vista delle guerre contro gli stati arabi confinanti!

A questo punto i più testardi (e imbecilli), dopo aver sentito tutto questo schifo e non soddisfatti della propria figura di merda rimediata nell’essersi bevuti tutte le cazzate sul MSI in tutti questi anni, cercano di difendere nonnino Almirante affermando che quest’ultimo era estraneo a tutto ciò, e che anzi, lui non ha mai rinnegato perché non era un traditore!
Ovviamente i poveri cervelletti non sanno che fu proprio Almirante ad abolire un articolo dello statuto del MSI che prevedeva il divieto di iscrizione al partito ai membri della Massoneria.
Così come fu Almirante a ricevere un finanziamento
pari a seicentomila dollari da parte di Nixon; intermediario dell’operazione fu Vito Miceli.

E fu ancora Giorgio Almirante che nell’aprile del 1972 giunse ad esaltare i valori della resistenza partigiana in quanto “valori di libertà”.

Fu Almirante a dichiarare le posizioni atlantiste e filo-occidentali al congresso del partito del 1970: «Noi siamo l’Occidente; lo  rappresentiamo, siamo la punta avanzata dell’Occidente. Non esistono, non esisteranno mai, si pone fuori dal partito chi lo sostiene, posizioni terzaforziste in seno al MSI».

Fu Almirante ad eleggere Fini come suo successore alla guida del partito, e Almirante era perfettamente a conoscenza delle idee liberali e antifasciste di Fini.
Fu Almirante che ricevette finanziamenti dalla Loggia P2; Giulio Caradonna in un’intervista del 2009 rilasciata al Corriere della Sera dichiarò:
«Gelli è una bravissima persona. […] Da lui mi aveva mandato Almirante: “vedi un po’ di parlare con questo signore, perché senza il suo assenso i soldi ai partiti non arrivano”. La missione ebbe successo, e Gelli aiutò Almirante. […] Giorgio mi espresse la sua eterna gratitudine».

Non mancarono poi gli atti di servilismo, anche da parte del nonnino, nei confronti della comunità ebraica e dello Stato terrorista di Israele:

  • Franz Maria D’asaro (ex direttore del Secolo d’Italia, il quotidiano missino) raccontò che «Almirante sin dai primi anni Cinquanta, sensibilizzava il nostro interesse nei confronti dello spirito pionieristico e patriottico con il quale i fondatori dello Stato d’Israele… avevano fondato la nuova nazione»;
  • nel documento conclusivo del X congresso del MSI (diretto da Almirante) nel 1973, si legge a pagina 44: «Israele ha diritto… a una pacifica e sicura esistenza»;
  • nel 1983 il MSI chiese «una Patria per Israele»;
  • Caradonna il 28 ottobre del 1973 ottenne una lettera di ringraziamento, per le sue posizioni filo-sioniste, dall’ex rabbino capo di Roma Elio Toaff; ne nacque uno scambio epistolare che durò per vari anni. Lo stesso Caradonna ricordò che Almirante portò con sé la lettera di Toaff in America quando vi si recò nel medesimo anno “per contrastare possibili contestazioni di antisemitismo”.

Capito il nonnino Almirante e i suoi compagni di partito?
Legami con uomini della NATO, idee filo-occidentali, culo e camicia con la massoneria, elogio dei “valori” della resistenza partigiana, finanziamenti da Licio Gelli e Nixon, visite e onorificenze in musei israeliani che ricordano campi di sterminio mai esistiti, parole di stima e corsi di addestramento per i terroristi israeliani… addirittura scambi epistolari e lettere d’amore reciproco col rabbino Toaff!

E questi signori hanno avuto l’ardire di fingersi Fascisti duri e puri agli occhi della gente, vantandosi di non aver mai tradito, e facendo la morale agli altri!

Ecco, è bene sapere che chi ancora oggi si professa erede di quella generazione di traditori e vigliacchi al soldo della Sinagoga (e qui mi riferisco ai fascisti kosher di Casadown, Fratelli d’Israele della Meloni, le varie fiammelle e, di conseguenza, i loro alleati di Forza Vecchia), non merita l’attenzione di alcun Camerata (con la “c” maiuscola), il quale capisce perfettamente che con i nemici non si discute, non ci si mette d’accordo, non si cerca una mediazione; al contrario i nemici vanno spazzati dalla faccia della terra con misure dirette e senza compromessi!

Duce ai musulmani PP

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Sullo stesso argomento si possono trovare in rete articoli ancora più chiari ed esaustivi, ma al fine di non appesantire troppo questo scritto, mi limito a pubblicare gli indirizzi ove trovare questi interessanti articoli:

http://www.oltrelalinea.news/2017/05/23/giorgio-almirante-il-mito-del-fascista-che-non-era-fascista/

http://www.atuttadestra.net/index.php/archives/199017

Ora, è bene dire una cosa: questo grande inganno fu ottimamente costruito, tanto è vero che io stesso, fino almeno ai 20 anni, fui fra quelli che ci credettero… A 18 anni mi sentii fiero di andare a votare per il MSIDN, nonché di fare lo scrutatore del partito al mio seggio; e sempre a quell’età, mi recai a Torino ad un comizio di Almirante, ove i presenti furono a malapena una ventina, a fronte di centinaia di agenti delle forze dell’ordine che blindavano la piazza.

Ma a differenza di quelli che ancora oggi blaterano di Fascismo a proposito di Almirante e missini vari, io mi gettai nelle letture e parlai con molte persone che erano state all’interno del MSIDN, comprendendo ben presto la natura di questo inganno.

La degna continuazione di questo cretinismo politico la ritroviamo oggi nei quattro gatti che roteano intorno a CPI, FN e fiammelle assortite; alcuni fieri di dirsi Fascisti, salvo poi dissociarsi su questo o quell’aspetto del Fascismo… Altri addirittura pronti a querelarti se li definisci Fascisti, poiché vogliono essere antifascisti di destra!

E così, invece di unificare un mondo politico sconfitto militarmente dalla più grande coalizione criminale della Storia, questi tristi epigoni di un finto Fascismo hanno tramato per liquidare del tutto questa esperienza di Terza Via, creando sigle e siglette di destra e di sinistra, che hanno contribuito ad allontanare i più dal Fascismo storico, oltre che a renderci ridicoli agli occhi dei contemporanei.

Dai giudei infiltrati di CPI, che si dicono Fascisti ma rinnegano le Leggi Razziali (ovviamente quelle italiane, rimaste sulla carta, non quelle dei loro compari USA, che furono applicate fino agli anni 70), ai preti mancati di Forza Nuova, che pur avendo più volte rinnegato la loro appartenenza al Fascismo, continuano ancora ad avere sostenitori che si vantano di essere Fascisti… Fino ad arrivare agli elementi più tristi e disturbati mentalmente, ovvero i sostenitori della Lega e dei “Fardelli d’Italia”, che pur essendo dichiaratamente antifascisti, vedono fra le loro fila molti ritardati mentali convinti di essere Fascisti e Nazionalsocialisti!

Ecco un breve estratto di un articolo tratto da internet:

“(…) Tra poco più di un mese in Italia si festeggerà il 25 aprile, Festa della Liberazione, e qualcuno ha già cominciato a pensarci facendo domande ad hoc ai politici. Salvini in una recente intervista ha dichiarato che se dovesse diventare premier scenderà in piazza il 25 aprile per festeggiare insieme a tutti gli altri: “Certo, sarà mio dovere esserci” dichiara il leader della Lega.

Crosetto di Fratelli d’Italia è stato il primo

In una diretta TV Crosetto, candidato e coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia, si è detto vicino con il cuore alla manifestazione antifascista organizzata dalla sinistra a Roma la settimana scorsa (…)”

https://it.blastingnews.com/politica/2018/03/salvini-si-dichiara-antifascista-il-25-aprile-saro-in-piazza-002410453.html

E vogliamo parlare della razza peggiore di falsi Fascisti, ovvero i lacchè dei grillini, pronti a giurare che Beppe Grillo sia un Fascista ed incuranti del fatto che candidati e sostenitori di queste moderne zecche dei centri sociali siano dichiaratamente ed orgogliosamente antifascisti provenienti dall’estrema sinistra extraparlamentare?

Questo pattume di partito ha eletto un Sindaco a Torino andando a fare campagna elettorale fra i banditi NOTAV, e ricambiando il voto ottenuto chiamandoli a collaborare con il Comune!

NOTAV

Per finire, un pensiero va alla peggiore feccia della nostra area, ovvero quella composta da vigliacchi senza onore che, partendo dalle nostre idee, è finita con l’appoggiare quella sinistra criminale che ci ha sempre osteggiati, considerati cittadini di serie B e che ancora oggi canta “Uccidere un Fascista non è reato”.

Già, esistono anche questi, purtroppo… Nazimaoisti, comunitaristi, sinistra nazionale, socialismo nazionale e per non farsi mancare nulla, anche i nazionalbolscevichi!

In poche parole, non si hanno i coglioni per ammettere di ispirarsi a Mussolini ed Hitler, e ci si nasconde dietro Stalin, Mao, il Che, Chavez, Castro… Con quali risultati? Quelli di farsi sputare in faccia dai lerci sinistri, che considerano Fascista qualsiasi cosa non riescano a comprendere, nonché di farsi sputare in faccia dai Fascisti veri, i quali non possono che considerarli come i peggiori traditori e rinnegati, che oltre a non avere rispetto per le nostre idee, non ne hanno neppure per i milioni di morti causati da questi luridi criminali comunisti, che con il socialismo nazionale non hanno mai avuto nulla a che fare.

Ecco, questa è la nostra area politica, purtroppo: rinnegati, traditori ed idioti!

Carlo Gariglio