LA GENERAZIONE CHE SI E’ ARRESA (Pubblicato sul mensile “Il Lavoro Fascista” – Maggio 2020)

Giusto per prendersi una pausa dall’argomento del fantavirus, voglio dedicare questo numero del mensile ad un argomento altrettanto squallido e che potrebbe benissimo essere collegato alla demenziale diffusione delle fantasie sul virus “mortale”, sulla pandemia (mai dichiarata ufficialmente dall’OMS) e sulle cifre ridicole dei presunti morti di Covid19: il ruolo deleterio dei cosiddetti “social” sulla vita degli esseri umani e sulla loro involuzione culturale e sociale.

Per fare ciò, prendo a pretesto un articolo del Camerata Andrea Chessa, che riporto interamente qui di seguito, riservandomi di commentarlo adeguatamente più avanti.

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La censura sovietica di Facebook

Che cosa sarebbe accaduto se nell’era dell’Unione Sovietica – con le purghe di Stalin, i piani quinquennali che sterminavano intere popolazioni, i gulag in cui venivano deportati gli avversari politici – fosse esistito internet? È presto detto: Facebook sarebbe nato almeno cinquant’anni prima.

Quello che il sottoscritto, e come me tanti altri camerati colpevoli solo di pensare fuori dal coro, abbiamo passato può essere paragonato solo con un “1984” in salsa moderna, in cui il Grande Fratello del capolavoro di George Orwell viene ben rappresentato da Facebook.

Ve lo racconto.

Partiamo da un presupposto: nonostante gli strali del Nostro Segretario Nazionale, Carlo Gariglio, uso abbastanza regolarmente Facebook (lo usa perfino lui, però, quindi può incazzarsi, ma fino ad un certo punto). Ultimamente lo utilizzavo per non più di 2/3 interventi al giorno, quelli che nel gergo comune anglofilo si chiamano “post”. Termine che potrebbe essere ben sostituito da parole italiane come “intervento”, “tema”, “pensiero”, ma noi siamo un popolo di coglioni e quindi diciamo che “ho postato una cosa su Facebook”. Utilizzare regolarmente Facebook significa, per me, avere una bacheca in cui compaiono tante notizie, tutte di diverso tenore, anche provenienti da diversi indirizzi politici, comunque  tutti interessanti, e poter cazzeggiare su qualche gruppo dedicato ai nostalgici della commedia all’italiana (chi lo sente adesso Gariglio?): non più di qualche frasetta al giorno, qualche gruppo musicale di mio gradimento, qualche messaggio privato scambiato con qualcuno. Né più né meno, insomma, di come viene utilizzato da miliardi di persone in tutto il mondo. Ho smesso di cercare di svegliare gli italiani per cambiare il mondo: ho scoperto che vedere quanto sono deficienti è forse anche più divertente, e più in là di Sanremo e del McDonald non vanno.

Ebbene: quando lo uso poco Facebook si incazza e mi censura. Non so perché, ma funziona così: meno scrivo e più ciò che scrivo è sotto la costante attenzione del genio dal naso adunco e dei suoi accoliti.

Bastava una frase di Benito Mussolini, un articolo del mio blog, un commento troppo sarcastico per un utente, che subito partiva la censura: “Il tuo post non rispetta gli standard della Community”, e blocco per 30 giorni. Mai uno, due, tre giorni: sempre e solo trenta. Pena massima, senza appello.

Prima, però, il social network del genio dal naso adunco aveva almeno la creanza di informarti su cosa veniva censurato: addirittura – troppa grazia! – potevi richiedere pure un secondo controllo, ché magari vi siete sbagliati! Addirittura, non è leggenda, una volta un mio commento sarcastico nei confronti di un elettore di sinistra è stato dapprima censurato, poi ri-approvato. Lo dico senza vergogna: mi sono quasi commosso da un simile trattamento.

Ultimamente, invece, nei miei confronti Facebook attuava una vera e propria campagna di pressione psicologica h24, un po’ come quelle del regime sovietico contro i borghesi: magari eri un pezzentone che non riusciva ad arrivare alla fine del mese (anche perché, grazie ai geniali piani quinquennali del regime, non era proprio semplicissimo) però bastava che chiunque, anche l’ultimo dei capibastone, ti appellasse “borghese” – appartenente, cioè, a quella classe padrona che aveva impoverito e sfruttato l’Unione Sovietica, secondo la loro propaganda, che la tua esistenza era segnata.

Allo stesso modo a me, di tanto in tanto, negli ultimi tempi arrivavano messaggi di censura ai miei interventi, ma senza dirmi di cosa si trattasse: non un collegamento da premere, non una spiegazione, non la citazione della frase incriminata. Nulla di nulla. Quindi utilizzavo il sito creato dal genio dal naso adunco con questi pensieri: gli darà fastidio questa riflessione che percula Di Maio? Gli piacerà questo video degli Slipknot? E questo video di cani che abbaiano adirati contro i gatti di casa che sonnacchiano sulle loro cucce come sarà interpretato? Penseranno ad una qualche velata allusione a Giuseppe Conte quando va in Europa?

Poi, di colpo, la censura colpisce più forte. Fin qui niente di male. Però ti prende pure per il culo. Questo, effettivamente, è un po’ fastidioso.

Cosa è accaduto? È presto detto. Qualche giorno fa, mentre mi reco a lavoro, entro sul sito del genio dal naso adunco e mi viene comunicato che qualcosa che ho fatto, scritto, detto, pensato, non è piaciuta al genio in questione o a qualcuno dei suoi solerti collaboratori. Non mi viene detto di cosa si tratti, calco su “Avanti” o qualcosa di simile, comunicando al sito che si, ho capito di aver fatto incazzare qualcuno degli sgherri di regime in questione, anche se non c’è modo di capire il perché. Arrivo ad una finestrella: “Confirm your account”. Facebook mi dice che vuole accertarsi che sia davvero io ad utilizzare Facebook e non Sergio Mattarella sotto mentite spoglie. Vabbè, facciamolo contento. Per fare questo vuole che carichi sul sito un mio documento di identità: la patente di guida, la carta di identità, qualcosa che Facebook conserverà sui suoi sistemi per non meno di 30 giorni e non più di 365. Mi chiedo con quale diritto un sito internet pensi di esibire un documento per sapere cosa faccio, dove vivo, dove abito: chi gli ha dato tanto potere? Nemmeno si trattasse di una piattaforma Rousseau gestita da Bonafede! Poi, però, fedele al motto del “Male non fare, paura non avere” dico a me stesso che se Facebook vuole avere queste informazioni va bene, gliele darò, fosse anche solo per vedere dove vuole andare a parare. Tanto, come dice il sito stesso, posso sempre eliminare i documenti se cambio idea. O no?

Clicco su “Scatta foto”, preparo la mia carta di identità sul tavolo, faccio la foto, la invio. Di nuovo la stessa identica schermata: “Confirm your account”. Non avrà funzionato qualcosa, penso. Eseguo nuovamente la procedura: scatto la foto, Facebook approva, di nuovo la stessa identica schermata di partenza. Appare sempre quel “Confirm your account”, come se non avessi compiuto nessuna azione. Va bene, penso, non vuole la carta di identità, forse vuole la patente. Preparo la patente sul tavolo, clicco su “Scatta la foto”, di nuovo la stessa identica schermata. Forse è una procedura che va a buon fine solo se eseguita da un pc e non da un telefono cellulare, penso. Entro su Facebook, carico il documento, invio. Niente. Stessa identica schermata delle venti volte precedenti. Sembra che la mia utenza si sia bloccata qui.

Facebook

Aspetto. La procedura è stata eseguita diverse volte, qualcuna di questa sarà sicuramente andata a buon fine. Gli amici del genio dal naso adunco capiranno che sono io e sbloccheranno la mia utenza quanto prima. Sono o non sono democratici, loro? Aspetto due giorni. Nulla. Stessa identica schermata. Ripeto le procedure. Nulla. Stessa identica schermata. Mi sento come l’insegnante delle elementari di Paola Taverna: sfiduciato. Poi, per curiosità, calco su quel collegamento in blu, quello che vedete in foto, precisamente “disattivi questa opzione”: lì scopro che Facebook ha immagazzinato nei suoi sistemi tutte le foto che gli ho inviato, all’incirca una quindicina. Quindi tutte le procedure che ho eseguito sono andate a buon fine, tecnicamente erano giuste, ma il sito internet del genio dai capelli crespi ha continuato imperterrito a presentarmi lo stesso identico messaggio, nell’intento chiarissimo di prendermi per il culo.

La conferma mi arriva da Carlo, che mi chiede se si mi sia eliminato da Facebook. Gli spiego la disavventura. Mi dice testualmente: è una presa per il culo, è un modo carino per bloccarti senza dirti che ti hanno bloccato, tanto che mia moglie ha sul suo profilo la tua stessa identica schermata – l’oramai famoso “Confirm your account” – da diverse settimane, senza che nulla sia successo. Non potevamo sentirci tre giorni prima, ché mi sarei evitato di provare la stessa procedura più e più volte, vincitore come la Fedeli davanti ai congiuntivi?

Qualcuno dirà che Facebook è un sito privato e come tale può applicare le regole che vuole. Vero, ma fino ad un certo punto, vista la rilevanza che il social network ha sia a livello mediatico che a livello politico (come la causa legale persa contro CasaPound – arbitrariamente censurata da Facebook – dimostra ampiamente). Ad ogni modo è significativo che a difendere a spada tratta le censure arbitrarie e politicamente corrette di Facebook siano coloro che – a parole – si battono per la democrazia, la libertà di parola ed altri ammennicoli simili, ma in questo caso chiudono volentieri un occhio solo ed esclusivamente perché la censura colpisce la parte politica avversa, quella che in settanta anni di leggi speciali e disposizioni transitorie della Costituzione (ma transitorie fino a quando? Sono passati – appunto – settant’anni!) non sono ancora riusciti a mettere a tacere.

Cosa farò? Probabilmente, non rinuncerò al sottile piacere di creare un po’ di lavoro per il genio dai capelli crespi: è una questione di principio. Creerò una nuova utenza di posta elettronica, registrerò un nuovo profilo, ed aggiungerò tutte le utenze perdute. Di nuovo.

Volete la censura da sgherri di regime quali siete? Guadagnatevela.

Andrea Chessa

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Che dire? Il buon Chessa non ci dice nulla di nuovo; la situazione che ha descritto nell’articolo è capitata a mia moglie, a me stesso ed a chissà quanti milioni di persone nel mondo che si sono visti scippati del loro account Facebook da un minuto all’altro.

La vera novità sta nell’agire in modo più subdolo del solito, probabilmente a causa delle tante battaglie legali perse da Facebook contro i molti che, dopo essersi visti cancellati senza un motivo valido, hanno adito vie legali,  vedendosi riconosciute le loro ragioni, unitamente a qualche robusto risarcimento; agendo così, infatti, il giudeame di FB si espone meno alle accuse di diffamazione ed ingiuria… Invece di spiegarti per filo e per segno che secondo le loro fantasie demenziali tu sei un pericoloso Fascista, Nazista, razzista, ti lasciano nel dubbio e nel silenzio, censurandoti senza spiegarti esattamente perché. Ma francamente l’argomento non mi stimola molto, né cattura il mio interesse.

Quello che più mi premeva sottolineare dell’articolo del Camerata Chessa è il suo riferimento, vagamente ironico, al fatto che anche il sottoscritto utilizzi Facebook, e soprattutto questo suo desiderio assurdo di volerci essere a tutti i costi!

Ora, riguardo al mio utilizzo di Facebook, ricordo al buon Chessa che il mio “sbarco” fu motivato proprio dalle gigantesche cazzate che i miei prodi dirigenti e tesserati facevano e scrivevano, e che mi erano spesso riferite da altri; litigate fra Camerati, creazione di pagine e gruppi a nome del MFL-PSN che spesso erano gestite da illustri sconosciuti, badogliani che avevano lasciato il movimento, elementi che non vi erano mai entrati e quant’altro.

Molti blateravano di propaganda pro MFL-PSN che cresceva, mentre in realtà si esibivano su questo inutile social con commenti demenziali che nulla avevano a che fare con la politica… Anzi, molto spesso (lo scoprii dopo, ovviamente), i miei illustri Camerati se ne guardavano bene dal qualificarsi come membri e/o dirigenti del movimento, onde non rischiare di vedersi limitare il loro “prezioso” profilo, o magari perdere qualche “amicizia” di infami e traditori vari.

Ebbene, dopo essere entrato su questa piattaforma di merda, mi sono ritrovato davanti diverse pagine e gruppi aperti a nome del nostro movimento, ma che in realtà erano territorio di caccia riservato ai vari infami della cosiddetta “area”, stile Casa Clown, Fogna Nuova e Fiammelle assortite.

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Una volta recuperato il modo di entrare e gestire queste pagine e gruppi, ho provveduto a buttare fuori a calci gli esponenti di questi movimenti di traditori, nonché a pubblicare solo contenuti graditi al nostro movimento… E in men che non si dica, sono arrivati subito blocchi, sospensioni ed infine la cancellazione perenne delle pagine… A riprova del fatto che non sono solo le zecche rosse a segnalare e chiedere sanzioni contro i Fascisti.

Le zecche nere fedeli a Sion sono persino peggiori di quelle rosse!

Tornando al nostro movimento, la diffusione di questo rimbambimento collettivo ha portato alla cessazione pressoché totale di ogni attività; fino a qualche anno fa si notava in alcuni la voglia di lottare… Chi faceva affiggere nella sua zona di residenza qualche manifesto dal Comune, chi si passava qualche notte in giro ad affiggerli personalmente, chi approfittava di ogni portone aperto per inserire nelle buche delle lettere (o sotto i tergicristalli delle automobili parcheggiate) i nostri volantini, chi tentava di organizzare piccole riunioni per presentare il nostro movimento ai conoscenti…

Nulla di trascendentale, ma almeno ci si mostrava vivi, sia come individui, sia come movimento.

Oggi, invece, tutto è morto, ed i pochissimi che ancora credono che il movimento sia più importante del loro stupido profilo Facebook, sono comunque prigionieri di questa finta realtà e si limitano a scrivere qualche sproloquio sui social.

A che serve tesserarsi quando c’è Facebook? A che serve pagare la tessera quando si possono mettere gratis centinaia di stupidi like, o di faccine varie, diventate l’unico modo di comunicare di questa generazione di ritardati mentali?

Tanto il “vero” Fascista si riconosce dal numero di like, dal numero di slogan (dei quali manco conosce il significato) che inserisce a casaccio come commento di post e notizie, e soprattutto dai tatuaggi! Ho visto personalmente varie discussioni su Facebook fra “fascisti” (o presunti tali) che esibivano la loro pelle deturpata dai tatuaggi con orgoglio, scambiandosi consigli fra loro circa quelli che avrebbero dovuto fare in futuro… E fra questi, molti dei cialtroni che mi avevano quasi dato del ladro quando avevano scoperto che il tesseramento al MFL-PSN non era gratuito come un like, ma costava “ben” 50 € annui! Poco più di un pacchetto di sigarette al mese, ma per questa generazione di esseri inutili ed incapaci rappresenta quasi una rapina… Invece, stando ad una pagina specializzata:

“(…) Di norma, il costo di un tatuaggio piccolo parte dai 50 euro in su, mentre il costo di un tatuaggio medio-grande parte dai 150-200 euro a salire. Per quel che riguarda il tatuaggio grande, che copre grandi parti del nostro corpo (come il tatuaggio schiena o la cosiddetta ‘manica’, ovvero il tatuaggio braccio completo), il prezzo può anche arrivare a 1.500-2.000 euro, prezzo che varia anche in relazione al numero di sedute effettuate per poterlo fare (…)”.

https://uomo.fidelityhouse.eu/moda-uomo/quanto-costa-un-tatuaggio-piccolo-grande-199732.html

Taccio per carità di Patria su altri costi che il moderno Fascista (o presunto tale), sostiene per cazzeggiare a vuoto, tipo gli inutili smartphone, gli abbonamenti alla curva dello stadio e  chissà cos’altro!

E così i cosiddetti social hanno distrutto completamente la vera vita sociale degli individui, sostituendola con una vita finta, posticcia, inutile, che l’imbecille medio vive come se si trattasse di realtà.

CensuraSionista

Ho trovato un altro articolo interessante, dal quale traggo un breve passo:

“(…) Facebook e la nostra percezione della realtà.

La nostra percezione è falsata poiché, nel tempo, i nostri punti di riferimento della nostra vita sociale si sono spostati nel mondo virtuale. Ciò è il risultato anche di abili e costose operazioni di marketing che hanno visto la diffusione dei social in maniera sempre più capillare in tutti gli ambiti sociali, innescando un volano che oggi non si può fermare. Alcuni addirittura ipotizzano che se il network di Zuckerberg dovesse all’improvviso smettere di funzionare ci sarebbero episodi di panico sociale in tutto il mondo.

Ma rispetto a teorie più o meno realistiche, alcune valutazioni possono essere concretizzate con gli strumenti che abbiamo a disposizione.

È innegabile che per molti il primo pensiero del mattino è sfogliare le pagine di Facebook: molti ritengono che il social sia il riflesso di ciò che avviene nel mondo e di conseguenza prende per vero tutto ciò (o quasi) che viene propinato e definito, molte volte, come “informazione”. In più, a soddisfazione del proprio ego, il social ha fornito la possibilità a molti di esprimere sé stessi catalizzando nel “like” la considerazione di un livello sociale più o meno prestigioso. Perché più like significa “più” in molti sensi: più belli, più intelligenti, più considerati, più seguiti, più pagati, più autorevoli. Insomma, un sistema nel quale si è indotti ad auto referenziarsi in base a quanto seguito si ha, fino a ritenersi incontestabili ed autorevoli poiché “io ho più like di te”. In più, la possibilità di costruire un sistema remunerativo che si basa sul marketing che ognuno di noi può costruire in autonomia, fornisce uno stimolo in più per l’assidua frequentazione del social. E più lo si frequenta, più lo si usa, più si è assoggettati alle regole del sistema (le cosiddette “norme”). Più si è condizionati da meccanismi che vogliono il dilatarsi della nostra permanenza sulla piattaforma poiché tutti questi meccanismi mettono in atto delle risposte non solo cognitive, ma anche emotive e fisiche.

I social e i nostri rapporti sociali

Perché? Beh, è una questione di soldi. “Noi siamo i nostri Big Data” scrissi qualche tempo fa, siamo noi a fornire ai Data Broker la materia prima sulla quale fare business e i social non sono da meno. Quindi più tempo rimaniamo connessi, più dati forniamo, più precisa sarà la profilazione e meglio sapranno condizionare la nostra percezione sociale (fino ad ora per propositi commerciali) quindi le nostre preferenze, le nostre reazioni o, peggio, le nostre pulsioni. E se per un momento ci estraniamo da questo contesto non possiamo non notare che l’influenza del social ha di fatto modificato i nostri rapporti sociali. È impensabile ritenere che ci viene data la possibilità di frequentare un social a titolo gratuito per il buon cuore dei suoi creatori quindi, lo status attuale che la piattaforma di Zuckerberg riveste nella nostra società è voluto.

https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/facebook-e-censura-quale-lezione-dalla-sentenza-del-tribunale-di-roma-su-casapound/

Ora, per chi ancora non lo avesse capito, i social non sono certo nati per dare voce ai poveracci, né per alimentare la pluralità dell’informazione, e neppure per creare e cementare relazioni sociali… Sono nati al solo ed unico scopo di censire tutti gli imbecilli che li usano, rinchiudendoli nei loro orticelli virtuali dai quali si illudono di dialogare con l’intera popolazione mondiale, mentre in realtà si limitano a blaterare entro una ristretta cerchia di “amici” che condividono le loro opinioni… Non si incide in alcun modo sulla realtà politica e/o sociale, ma nel frattempo si dissemina la rete di dati sensibili che gli sbirri controllori archiviano per i loro fraudolenti utilizzi.

Fate caso a quanti coglioni credono di nascondersi dietro a nomi di fantasia, foto false e magari maschere in stile Anonymous… Ma fanno questo connettendosi ai social decine di volte al giorno dal proprio telefono, garantendo così ai controllori non solo di risalire alla loro precisa identità, ma anche e soprattutto alla loro posizione fisica!

Io, quanto meno, mi connetto sempre da un PC situato nello studio di casa mia, rivelando proprio nulla dei miei eventuali spostamenti.

E degli imbecilli che arrivano a finire in galera perché non resistono alla tentazione di mettere online le loro azioni delinquenziali, ne vogliamo parlare?

O di quelli che mandano al diavolo un rapporto vero con un partner per il vizio di pubblicare foto e/o filmati fatti con persone diverse?

Per non parlare di quelli morti per seguire assurde sfide, o giochi demenziali proposti proprio dai social…

CensuraDisney

E’ questa l’umanità con cui volete restare in contatto? E’ questo a cui aspirate, cioè un esercito di cerebrolesi senza arte, né parte, che passano la giornata ingobbiti sullo schermo di un telefono per scrivere e leggere cazzate?

Vi hanno convinti che i social vi avrebbero aiutati a diffondere le vostre idee, mentre vi tengono prigionieri in un recinto virtuale dove vi consentono di dire qualche cretinata, salvo poi, come ben descritto dal Camerata Chessa, togliervi l’accesso…

Una volta c’erano persone che studiavano, si informavano, dialogavano, si incontravano di persona per organizzare iniziative, liste elettorali, comitati, referendum… Oggi si sono tutti rincoglioniti e si illudono di fare la rivoluzione, prendere il potere, diventare leader di qualcosa, semplicemente pigiano i tasti virtuali del vostro ridicolo ed inutile smartphone.

Hanno trasformato l’umanità in un gregge di ritardati che non sanno neppure più esporre un’idea in lingua italiana corretta, tanto che ormai tutti si esprimono con ridicole faccine, pollici alti e cazzate similari; e per darvi l’illusione del pluralismo vi lasciano giocare anche con profili di complottisti, terrapiattisti, imbecilli che sproloquiano di Dio, Satana, extraterrestri rettiliani… Ma provate a contestare le mille favole olocaustiche, i mitici “6 milioni”, le farse partigiane, le menzogne storiche della sinistra: non durerete neppure pochi giorni!

Ma sapete qual è il risultato più grandioso (per loro) ottenuto dai creatori di questa merda virtuale? L’avere ipnotizzato le menti di quasi tutti, convincendoli che al di fuori dei social non possa esistere nulla! E da qui derivano certe prese di posizione, tipo quella espressa dal Camerata Chessa, di volere resistere sui social, e soprattutto su Facebook, a qualunque costo!

Vedo gente che usa nomi falsi, moltiplica i profili, pubblica elenchi di mitici social senza censura sui quali sbarcare (i quali sono, ovviamente, senza censura agli inizi, per attirare i gonzi), ma praticamente nessuno che comprenda quanto siano deleterie tutte queste piattaforme per la vita e la cultura degli esseri umani.

Nessuno che ricordi i tempi in cui non si viveva ingobbiti sul un telefono, non si faceva decidere ad una zecca giudea come Zuckerberg cosa si poteva dire e cosa no…

E badate che non sto parlando dei tempi preistorici e delle caverne… Prima di questa merda chiamata social esistevano le E-mail, i gruppi privati di Yahoo e di Google, i forum di discussione e persino Skype, che ci consentiva di parlare (volendo anche vedendosi) con persone residenti dall’altra parte del mondo. Ma hanno corrotto le menti di tutti, convincendoli che al di fuori dei social non possa più esistere una vita!

Anche al di fuori della politica intesa in senso più stretto, tutto il mondo congiura per obbligare gli schiavi (da qualche mese anche con la museruola) a vivere con un telefono in mano; non si può più aprire un conto corrente, una carta di credito a mille altre cose, senza scaricare la mitica “APP” sul cellulare… Persino per gli idioti che scommettono e giocano a poker online ci sono forti incentivi se abbandonano il PC e passano ad usare il telefono.

Il telefono sarà tutta la vostra vita, che vi verrà rubata in un solo colpo quando qualcuno deciderà di hackerarla, sottraendovi contatti, foto, password, accessi ai vostri conti correnti e quant’altro… E ve lo sarete meritato!

Tutta questa gente che vive su Facebook e similari tentando di restarci ad ogni costo, non ha neppure più quel briciolo di dignità che dovrebbe avere chi si accorge di non essere gradito in un certo luogo e da certa gente.

Provo a spiegarlo con un esempio, che dovrebbe essere comprensibile anche ai meno dotati; se nel vostro quartiere di residenza decidessero di aprire un locale, diciamo una pizzeria – ristorante, i cui titolari dovessero realizzare un’ampia campagna pubblicitaria con slogan del tipo: “Vietato l’ingresso ai Fascisti”, o “In questo locale sono benvenuti soltanto quelli di sinistra”, voi cosa fareste come prima cosa?

O meglio, come seconda cosa, perché la prima cosa da fare sarebbe riunire almeno una decina di galantuomini, alla testa dei quali recarsi a devastare il locale il giorno stesso dell’inaugurazione!

Ma volendo evitare denunce, querele, arresti e guai vari giudiziari, credo che la risposta di qualsiasi individuo sano di mente sarebbe questa: boicottare in ogni modo quel locale ed i sudici individui che lo hanno creato.

Invece, cosa accade su Facebook e su molti altri cosiddetti social?

Accade che i nostri prodi Fascisti e Nazionalsocialisti (che nella stragrande maggioranza dei casi non lo sono affatto, da buoni sostenitori del giudaismo guidato da Salvini e Meloni) si presentano a quel “locale” piagnucolando di volere entrare e consumare anche loro, come tutti gli altri!

Ho visto personalmente cose assurde, tipo gente che non ha più neppure il coraggio di usare la lingua italiana nei suoi post, eliminando parole di uso comune e non aventi alcuna connotazione negativa, tipo negro, o zingaro, onde evitare di incorrere nelle censure facebookiane…

FBNegro

Per non parlare di quelli che, terrorizzati dagli algoritmi con i quali sui social si individuano certi termini, cominciano a scrivere parole come Fascista, ebreo, giudeo, negro, razza e chissà cos’altro, inserendo nelle parole asterischi, chiocciole degli indirizzi E-mail ed altri tristi accorgimenti per mascherare le proprie idee e le relative discussioni!

E tutto questo per cosa? Per non farsi escludere da uno (o più) social che non gradisce la presenza dei Fascisti?

Ma se aveste anche solo il 10% dei coglioni che ebbero Fascisti e Nazionalsocialisti per partecipare alla più eroica delle battaglia del sangue contro l’oro, abbandonereste questa merda, creando dei veri rapporti sociali con i vostri Camerati, soprattutto militando tutti insieme nell’unico partito Fascista esistente in Italia. Ma che ve lo dico a fare? Statevene sui vostri social!

Carlo Gariglio

 

COME VOLEVASI DIMOSTRARE (Pubblicato sul mensile “Il Lavoro Fascista” – Aprile 2020)

Iniziamo il numero di questo mese in maniera inconsueta, riportando subito un articolo tratto da una testata di Treviso, affiancato da altro comunicato in foto tratto dal social Facebook.

Treviso, 23 Aprile 2020 ore 11:00

La presa di posizione dell’assessore regionale Donazzan sul via libera del Governo alla partecipazione degli esponenti dell’Anpi alle celebrazioni per il 25 aprile.

E la polemica è servita

Prima i dubbi e le rimostranze di Anpi, poi la precisazione del Governo e infine… Il carico da 90 dell’assessore regionale Elena Donazzan (Fratelli d’Italia), che ha suscitato il consueto vespaio di polemiche. Tema: il 25 aprile e le restrizioni imposte dal Coronavirus.

“Il Governo Conte è più partigiano dei partigiani: esiste forse un codice Ateco per l’Anpi?“, è stata la provocatoria domanda dell’assessore bassanese.

La provocazione

“Ma come? Ci impediscono di uscire di casa, di andare a lavorare, di andare a Messa o di praticare uno sport, ma alle associazioni partigiane consentono, in pieno lockdown, di partecipare alle manifestazioni del 25 aprile? Pretendo di conoscere, da cittadina e da Assessore regionale, sulla base di quali evidenze scientifiche ed epidemio-logiche il governo ha deciso di autorizzare questa deroga. Esiste forse un codice ATECO speciale per le attività dell’ANPI e dei partigiani?”, è stata la dichiarazione di Donazzan.

La vicenda

Tutto è partito da un comunicato dell’Anpi stessa in cui si esprimeva “rammarico e incredulità” per un “atto di scortesia del governo Conte”. In sostanza dall’iniziale impedimento, per i rappresentanti locali dell’associazione, nella giornata simbolo del 25 aprile, di deporre fiori e corone nei luoghi della Resistenza. “Tutto ciò è inaccettabile – ha tuonato Anpi – In ogni caso invitiamo i locali presidenti dell’ANPI o loro rappresentanti, nella misura di una sola persona, a partecipare alle celebrazioni del 25 aprile». Di fronte a questo potenziale corto-circuito della Memoria però, Palazzo Chigi ha subito precisato che “la circolare inviata dalla Presidenza del Consiglio non esclude in alcun modo l’Anpi dalle celebrazioni del 25 aprile. La circolare è indirizzata alle sole autorità pubbliche e, in ragione dei provvedimenti restrittivi legati al Covid-19, intende semplicemente limitare la partecipazione delle autorità ed escludere assembramenti”. E ancora, prosegue la nota del Governo:

“Le associazioni partigiane e combattentistiche potranno quindi partecipare alle celebrazioni per il 75° anniversario della Liberazione, naturalmente in forme compatibili con l’attuale situazione di emergenza. Saranno date ulteriori indicazioni in tal senso ai Prefetti con la consapevolezza del valore che questo anniversario ricopre per l’Italia e dell’importanza di difendere la memoria democratica del Paese”.

Anpi soddisfatta, Donazzan meno…

“Esprimiamo soddisfazione per il chiarimento espresso dal sottosegretario Fraccaro in merito alla nostra presa di posizione. Andiamo avanti con il 25 aprile, con le celebrazioni – nel pieno rispetto dei dispositivi di sicurezza – di questa data fondativa della Repubblica, della democrazia, della convivenza civile. Dell’Italia. L’ANPI ci sarà”, ha scritto la associazione.

Un via libera che però ha “turbato” l’assessore regionale, che ha così lanciato l’ennesima provocazione.

https://primatreviso.it/cronaca/elena-donazzan-sul-25-aprile-governo-conte-piu-partigiano-dei-partigiani/

Onde evitare fraintendimenti, preciso subito che nulla mi interessa delle due persone che hanno rilasciato tali roboanti dichiarazioni… Trattasi, infatti, della solita coppia di cialtroni della destra nostrana, ovvero una meloniana facente parte dei “Fratelli d’Israele” ed un leghista fan del giudeo d’accatto Matteo Salvini.

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Personaggi collocati fra i più squallidi antifascisti, che di tanto in tanto si divertono ad abbandonare i loro panni per fingersi fustigatori dei comunisti nostrani, al fine di incassare qualche voto in più da parte dei ritardati di mente che credono di essere Fascisti perché seguono queste due branche del Likud italico. Tanto per mostrare a tutti il calibro del leader del cosiddetto centrodestra, pubblico la farneticante dichiarazione di Salvini a proposito del 25 aprile, con tanto di ciliegina covidiota finale (un’opposizione peggiore del Governo, come mostrato anche dai vari “governatori” del centrodestra)… Giorni di sofferenza, paura, rabbia, incertezza e preoccupazione, a causa di un fanta-virus inventato dall’OMS e cavalcato da tutti gli stipendiati di questa organizzazione… Sigh!

25aprilesalvini

Ciò che mi preme sottolineare non è la personalità degli autori di certi messaggi, quanto il fatto che certi fatti sono avvenuti, grazie ad un governo infame e ad una falsa opposizione che li ha accettati senza fiatare, limitandosi a qualche dichiarazione ridicola come quelle mostrate.

Ebbene sì, alle associazioni terroristiche come l’ANPI, è stata concessa una deroga per potere partecipare a pubbliche manifestazioni di commemorazione dei loro eccidi, dei loro stupri e delle varie barbare di cui si macchiarono!

Ci hanno raccontato che una terribile pandemia ha colpito il mondo intero, che ci sono montagne di morti in ogni Nazione, che il contagio è massimo e che siamo tutti in pericolo… Quindi ci hanno rinchiusi agli arresti domiciliari senza avere commesso alcun reato, ci hanno impedito di aprire le nostre attività per non diffondere il contagio, privandoci sostanzialmente del diritto alla proprietà privata (ci sono state persone multate solo per essere entrate a controllare i loro negozi dal retro, senza aprirli al pubblico!), ci hanno additati come “untori” e negazionisti quando abbiamo osato porre dei dubbi (tipo: “Come mai questi milioni di morti non risultano in alcuna statistica?”), ci hanno inseguiti in diretta TV con droni, sbirri assortiti e giornalisti al seguito, per avere osato prendere una boccata d’aria da soli, senza possibilità di infettare, o essere infettati da nessuno… Ed ora ci dicono che le bande di assassini partigiani sono esentate dai blocchi di cui sopra e che potranno assembrarsi allegramente con tanto di benedizione governativa!

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Ora, noi sappiamo bene che questa feccia non appartiene al genere umano,e che quindi non ha alcuna possibilità di essere contagiata… Ma certamente loro non sono d’accordo con questa valutazione, e si concedono questa sorta di pausa per un solo e semplice motivo: non esiste nessun virus mortale, né nessuna pandemia… Esiste una semplice influenza che è stata presa a pretesto per eliminare le nostre libertà e limitare al minimo i nostri diritti.

BELLACIAOCi vogliono con la museruola perenne, esattamente come i detenuti di Guantanamo, ove i criminali americani cercano di annullare la volontà di quanti hanno osato opporsi al loro dominio criminale, obbligandoli ad indossare una museruola del tutto inutile per altri fini, specie considerando che si tratta di prigionieri incatenati in una base americana piena di soldati armati di tutto punto… E soprattutto situata su un’isola dalla quale sarebbe impossibile fuggire!

Francamente non capisco quanto siano idioti quelli che non si accorgono di queste cose… Ma secondo voi, immaginandosi di essere in qualunque Stato africano, se ci fosse un’epidemia di un vero virus, tipo Ebola, che quando apparve aveva un tasso di mortalità che sfiorava il 100%, e che oggi comunque si attesta su un tasso del 40% circa, sarebbe plausibile vedere le autorità locali ed il sistema sanitario dichiarare un giorno di tregua per permettere ai membro di qualche tribù di Zulù locali di festeggiare i loro eccidi del passato?

Siate seri ed usate quel poco cervello che vi resta!

Non c’è alcun pericolo, il cosiddetto virus già circolava in Italia dal 2019, e praticamente non ha fatto danni maggiori dell’influenza stagionale… Almeno fino a quando i nostri “luminari” non hanno deciso di ammazzare i pazienti con complicanze respiratorie, intubandoli ed iniettando loro aria, che ha letteralmente fatto esplodere i polmoni di questi poveracci!

Sinceramente, vedere questo popolo di coglioni che ancora blatera contro il Fascismo, sopportando silenziosamente che i mitici antifascisti li stiano privando di ogni genere di libertà e diritto, mi porta a provare un misto di schifo e pena… Sono tanto ligi alla loro stupida ed inutile Costituzione, ma non si accorgono che praticamente tutte le libertà sancite da essa, sono invece state conculcate dal Governo comunista, con il silenzioso avvallo della cosiddetta “opposizione”, che lungi dall’opporsi veramente a questi crimini, non vede l’ora di sostituirsi all’attuale maggioranza per divenire i maggiori beneficiari dei soldi distribuiti dall’OMS, dalle case farmaceutiche e dai potentati giudei che tirano le fila di tutto questo.

E dato che siamo in tema di “resistenza” e criminali vari, mi accingo a chiudere questo articolo riportando un interessante scritto di Gianfranco Stella, che lungi dall’essere Fascista, si definisce “saggista della destra cattolica”.

Ora, al di là delle infamie, degli stupri e degli eccidi partigiani, sui quali tutti potrebbero documentarsi semplicemente leggendo l’immensa mole di scritti orami presenti, a cominciare proprio da quelli di Giorgio Pisanò e finendo con quelli arrivati molto dopo alla verità, come Giampaolo Pansa, è interessante il contributo che riporterò a seguire, perché parla della prosecuzione delle infamie rosse anche dopo la fine della guerra.

Spesso quando si parla dei crimini partigiani, qualcuno cerca di giustificarsi parlando di ritorsioni a presunti (e mai esistiti) crimini Fascisti.

Leggere, quindi, chi erano i tanto osannati partigiani e come continuarono a delinquere dopo la fine della guerra, interessandosi non più alla dittatura del proletariato, ma più modestamente a chi aveva un portafoglio in tasca, o un orologio, aiuta molto nella comprensione.

Ricordiamo  che questi scarafaggi con sembianze umane, per giustificare le loro peggiori porcate, riuscirono persino ad inventarsi, a proposito degli omicidi degli attori Osvaldo Valenti e Luisa Ferida (trucidata mentre era incinta), come dimostrato persino dalla storiografia ufficiale, delle accuse ridicole che volevano i due attori essere dei “torturatori”:

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“Luisa Ferida venne trucidata a Milano, insieme al marito l’attore Osvaldo Valenti, dai partigiani nella notte del 30 aprile del 1945 per una falsa accusa.

Quando Pertini Alessandro, detto Sandro, veniva propagandato come il presidente più amato dagli italiani, quasi nessuno sapeva che costui fece fucilare, a guerra finita, la bella e brava attrice Luisa Ferida, incinta con un pancione di 8 mesi. Insieme a lei venne fucilato anche il marito, l’attore Osvaldo Valenti. Prima di ammazzarla qualcuno obiettò che la Ferida era incinta e prossima al parto ma il partigiano Pertini, lo stesso che fu salvato da Mussolini, allora sentenziò: “Ammazzare un fascista non è reato”. Che dire?  Una scarica di colpi si abbatté sulla Ferida e sul figlioletto che portava in grembo.

Luisa Ferida, nome d’arte di Luigia Manfrini Farné (Castel San Pietro Terme, 18 marzo 1914 – Milano, 30 aprile 1945), è stata un’attrice italiana. Fu una delle più note e capaci attrici del cinema italiano nel decennio 1935-1945. Venne fucilata dai partigiani, assieme al marito, l’attore Osvaldo Valenti, perché accusata di collaborazionismo con i nazionalsocialisti, principalmente per la partecipazione ai crimini di guerra e alle torture della cosiddetta “banda Koch”, accusa della quale era in realtà innocente, come fu riconosciuto nel dopoguerra”.

https://www.appiapolis.it/2020/05/15/luisa-ferida-vittima-della-cattiveria-e-della-rabbia/

Come vedete, criminalità e bestialità insite nell’animo dei partigiani e di tutti quelli che, a vario titolo, pretendono ancora di celebrarli!

Tornando allo Stella, ha scritto, fra i vari saggi, anche i libri  “I grandi killer della liberazione“ (2015) e “Compagno mitra” (2018), opere che gli hanno attirato l’odio e gli strali sia dei macellai partigiani, sia dei compagni in toga, sempre pronti a processarlo per delitto di lesa Maestà!

“Nel corso di un incontro pubblico aveva definito il defunto padre “boia di Codevigo” e aveva chiamato lui “cialtrone”. Inoltre in un libro, aveva insinuato una sua assunzione nella Regione Emilia-Romagna dovuta al fatto che lui era figlio di un partigiano. Frasi per le quali Carlo Boldrini, figlio di Arrigo Boldrini, alias comandante “Bulow”, defunto parlamentare del Pci e membro della Costituente, ha ottenuto dal giudice civile del Tribunale di Ravenna che lo scrittore e storico ravennate Gianfranco Stella lo risarcisca con 15 mila euro (la richiesta era stata di 22 mila) oltre le spese di lite per il “carattere diffamatorio” delle frasi pronunciate. La vicenda si era innescata la sera del 15 febbraio 2015 quando in un locale del centro di Ravenna, Stella aveva menzionato Carlo Boldrini, peraltro non presente, facendo riferimento a quanto accaduto a Codevigo, località del Padovano dove nella primavera del 1945, subito dopo la guerra, furono uccise in maniera sommaria oltre cento persone tra civili e soldati della Gnr già disarmati, molti dei quali ravennati di ritorno in Romagna dal nord. Il giudice Alessia Vicini – secondo quanto precisato in una nota dallo stesso Boldrini – ha in buona sostanza stabilito che per la frase “boia di Codevigo”, si trattava di “dichiarazione scorretta e offensiva” tanto più che non era stata fornita da Stella “nessuna prova a riguardo”. Di “valenza offensiva” pure l’epiteto pronunciato in pubblico di “cialtrone”. Così come quanto riportato su un libro (“I grandi killer della liberazione”) circa l’eventuale assunzione privilegiata da “raccomandato in una Amministrazione rossa”, tanto più che durante l’istruttoria un responsabile amministrativo regionale aveva smentito “l’esistenza di rapporti di lavoro tra la Regione.”

https://www.teleromagna24.it/cronaca/ravenna-lo-scrittore-gianfranco-stella-condannato-a-risarcire-figlio-del-capo-partigiano-bulow/2017/04

Capito che tipo di giustizia abbiamo in Italia? Se tocchi uno di loro, l’epiteto “boia”, o quello di “cialtrone”, valgono migliaia di euro… Io, che sono solo un pezzente Fascista nel corso degli anni ho presentato decine e decine di querele contro gente che mi ha diffamato per ogni dove, ma tutto rientrava del diritto di critica politica!

E pensare che ci sono fior di coglioni che hanno cominciato a capire come funziona la Magistratura solo dopo il caso Palamara!

Chiudo l’argomento lasciandovi alla lettura dell’articolo già annunciato.

Carlo Gariglio

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 IL BANDITISMO PARTIGIANO

All’indomani del 25 aprile l’Italia settentrionale fu pervasa da una singolare e paurosa ondata di criminalità.

Non ne era responsabile il residuo fascista, come si voleva far credere, ma ex partigiani comunisti i quali, favoriti dall’enorme disponibilità di armi, ritenevano di potersi rivalere sugli sconfitti privandoli dei loro averi secondo una disinvolta interpretazione della lotta di classe.

Durante la resistenza molti partigiani erano riusciti ad arricchirsi con estorsioni e rapine, altri tentarono durante la transizione dei poteri, sfruttando le carenze dell’apparato statale e la compiacenza della polizia partigiana.

Questi ex partigiani confidavano in ciò che era stato loro promesso dai commissari politici, ovvero l’arruolamento nella polizia o nell’Esercito Democratico Italiano o in qualche ufficio pubblico.

La consapevolezza che questo, per ovvie ragioni, non sarebbe avvenuto fu causa in buona parte della loro ribellione.

Era la faccia del proletariato che si faceva bandito.

La questione della delinquenza partigiana del dopoguerra è riportata in centinaia di documenti di prefettura e dell’arma dei carabinieri, ma anche dalla memorialistica.

Nell’estate del ’45 l’ex commissario politico “Ugo”, al secolo Amerigo Clocchiatti, all’epoca a Padova quale primo dirigente politico del Veneto, era scampato a un’aggressione notturna lungo la strada per Piove di sacco.

“Per contrastare la piaga del banditismo – scriverà nelle sue memorie – si riunivano in prefettura i rappresentanti dei partiti. Io proposi di armare giovani ex partigiani e raccontai la mia brutta esperienza notturna. Un vecchio comandante mi guardò e mi disse:

“Ugo, se i te ferma, tira fora la tessera del partito. Xe i nostri che fa quei colpi!”

Nella notte tra il 9 e il 10 giugno del ’45 due ex partigiani irruppero nella canonica di Mocogno, nell’Appennino modenese, per rapinare il parroco don Giovanni Guicciardi. La rapina si concluse con la morte del prete.

Quattro giorni dopo uno degli assassini, certo Garibaldino Biagioli, fu ucciso in uno scontro con i carabinieri. Aveva indosso la maglia del prete.

A Padova l’ex partigiano comunista Rubino Bonora durante una rapina sparò a un orefice uccidendolo.

La notte di domenica 12 agosto del ’45 quattro ex partigiani tentarono la rapina alla villa flores di Bossico, sulle alture di Lovere.

Dalla villa partirono colpi di fucile da caccia e la mattina dopo accanto al cancello giaceva il cadavere di un uomo in camicia nera: aveva il torace squarciato e un foro di proiettile alla tempia.

Si gridò al residuo fascista ma si scoprì che si trattava di un ex partigiano, Osvaldo Zerbo “Aldo” della 35a brigata comunista di Lovere.

Un suo complice, ferito nella notte, morì tra atroci sofferenze per setticemia. Si chiamava Luigi Manera “Castigo” (FOTO) ed era stato protagonista di uno dei più atroci episodi della resistenza italiana: l’uccisione di due fascisti gravemente feriti ai femori, ricoverati all’ospedale di Lovere e così, in trazione ossea, prelevati di notte sotto gli occhio dei congiunti e gettati nel lago vicino.

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Il 22 febbraio del ’46 il vicequestore della liberazione di Bergamo, l’ex partigiano Giulio Duccoli, con una decina di compagni mise a segno una clamorosa rapina. Tese l’agguato al cassiere della Società Caproni di Ponte San Pietro che con la scorta era andato a prelevare dalla banca Provinciale Lombarda settemilioni in contanti.

Il fenomeno del banditismo partigiano perdurò poco più di un anno, dal maggio del ’45 alle elezioni del ’46.

Nel ’47 tremila ex partigiani erano in carcere.

Nel ’51 novantaduemila istruttorie erano a carico di partigiani accusati di omicidio, stupro, rapina e furto.

Fu paradossale che i fascisti vinti fossero in libertà e i i vincitori, i partigiani, in prigione.

Nel ’51 l’ex comandante democristiano “Claudio”, al secolo Ermanno Gorrieri, scriveva “Mai il nome di partigiano era caduto così in basso. Il nome di partigiano è diventato sinonimo di delinquente. Ci si deve vergognare di essere stati partigiani”.

Nel ’52 il ministero della Pubblica Istruzione diramò ai provveditorati che al 25 aprile si dovessero festeggiare i natali di Guglielmo Marconi.

Nel ’53 si pensò alla Camera di  abolire la festa del 25 aprile.

Gli anni del cosiddetto boom economico, la diffusione di notizie giornalistiche sui processi a partigiani, l’emergere di racconti atroci avevano sospinto il mito della resistenza in un recesso storico difficilmente recuperabile.

Accadde invece che con tuffi carpiati e avvitamento il PCI riuscisse a cambiare la direzione del vento, specialmente dagli anni sessanta con l’egemonia della cultura e un’imponente pubblicistica settaria, tesa a ripristinare la presunta moralità della resistenza marxista.

Gianfranco Stella

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COGLIONI SUI BALCONI (Pubblicato sul mensile “Il Lavoro Fascista” – Marzo 2020)

L’invenzione di questa falsa pandemia ha avuto, fra i tanti effetti, quello di mettere in risalto la parte più idiota del popolo italiano; a partire dall’ultimo dei cittadini e finendo con il presidente della repubblica, tutti i creduloni si sono dati da fare per mostrare al prossimo quanto siano idioti.

E se i politici nazionali hanno a disposizione giornali e TV per mostrare quanto sono ridicoli, gli altri hanno dovuto arrangiarsi, chi inventando ordinanze degne di Totò e Peppino (i sindaci di Comuni poco noti), chi ritagliandosi un ruolo da “eroe” con la bandiera per avere compiuto atti di coraggio tipo restare a casa tutto il giorno sul divano, scrivere lettere anonime e minatorie ai vicini di casa che osavano uscire e, dulcis in fundo, chi esponendosi sui balconi cantando canzoncine, inscenando spettacoli pietosi ed appendendo insulsi striscioni del tipo “Andrà tutto bene”, con tanto di bandiera arcobaleno sempre cara a froci e sinistri in genere.

Che dire? Da un popolo di vigliacchi che si accinge, per l’ennesima volta, a celebrare come “eroi” gli assassini rubagalline e stupratori del 25 aprile, non possiamo che aspettarci questo: sentirsi eroi per avere scelto di restare a casa… Cosa che, fra l’altro, è stata decisa dalle autorità illegittimamente, ed accettata dal solito popolo bue con entusiasmo!

In questa sede, più che tornare sulle evidenze che dimostrano come il cosiddetto virus sia in realtà una banale influenza, che può arrecare danni gravi soltanto a chi si ritrova in condizioni di salute compromessa da altre patologie, vorrei soffermarmi proprio sulle reazioni demenziali degli italiani, riscopertisi delatori infami dediti a denunciare i propri vicini di casa, e persino amici, per l’orrendo reato di essere usciti di casa…

Ma una premessa è doverosa: i peggiori soggetti di questa situazione sono, come sempre, i cosiddetti sbirri, cioè quelli che non solo campano sulle nostre spalle senza fare quasi mai il loro dovere (prevenire e combattere il crimine, caso mai qualcuno lo avesse dimenticato), ma che in questo periodo credono di potere giustificare la loro esistenza ed il loro stipendio vessando i cittadini per bene, “rei” a loro dire di non rassegnarsi ad arresti domiciliari illegittimi e mai comminati da un Tribunale.

Dallo squallido mix di sbirri e delatori, sul modello URSS, nascono tristi situazioni come quella descritta mirabilmente in questo articolo:

https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/03/vendicatori-in-divisa-coronavirus/

La tipica cantilena del nuovo covidiota: “E’ colpa di quelli come te (cioè di quelli che vorrebbero solo vivere e lavorare) se c’è il contagio”!

untore-2A sostegno di questo branco di dementi narcotizzati, oltre ai suddetti sbirri, che in varie città d’Italia sono arrivati all’aberrazione di multare senza pietà vari senzatetto perché “non stavano a casa”, ci sono naturalmente i politici… Ma non solo quelli del Governo (nazionale e regionale), ma persino i Sindaci, specie quelli di realtà marginali… Eh già, perché questi mentecatti, spesso esclusi dalle cronache e dalle TV nazionali, scelgono di sfogare le loro frustrazioni e di guadagnarsi un bel titolo sulla stampa, promulgando ordinanze (il cui valore in sede legale è poco maggiore di quello della carta igienica) dai contenuti che meriterebbero la galera.

E’ il caso della Sindaca di Erba (CO), che non accettando il fatto che dopo la chiusura della vicenda di Olindo Romano e Rosa Bazzi, il Comune di Erba fosse tornato nell’anonimato, ha pensato bene di colpire duramente tutti quei criminali che andavano a fare la spesa diffondendo il contagio!

Ed ecco quindi i titoli dei giornali (quanto meno locali) per l’ordinanza della cerebrolesa: “Multe per chi acquista meno di otto prodotti”!

Così questi untori criminali non useranno più la scusa dell’acquisto di uno o due prodotti per uscire dai loro arresti domiciliari… E se non hai bisogno di otto prodotti, o non hai i soldi per acquistarli… Cavoli tuoi! Così ha deciso la Sindaca in cerca di visibilità!

https://www.ilgiorno.it/como/cronaca/erba-giro-vite-spesa-multe-acquista-1.5102892

Ma dato che i coglioni sono come le ciliegie, ecco seguire a ruota nientepopodimenoche il Sindaco di Crespina Lorenzana (PI), il quale, per non copiare il limite sul numero di prodotti di Erba, ha elaborato questa perla:

“Una misura rigorosissima quella imposta dal sindaco di Crespina Lorenzana, un comune di 5000 abitanti in provincia di Pisa, Thomas D’Addona, in vigore da lunedì 20 aprile: una spesa di almeno 50 € al supermercato, di almeno 20 € nei piccoli alimentari oppure di 5 € almeno dal fornaio per non essere multati. Questo è in sintesi quanto previsto in un’ordinanza, firmata dal primo cittadino”.

https://www.jedanews.com/covid19-multa-con-spesa-inferiore-a-50-euro-lordinanza-che-fa-discutere/

Capito il livello dei nostri amministratori? E se sei un povero Cristo che non ha 50 €, se hai bisogno solo di un Kg di pane che costa circa 3 €… Cazzi tuoi!

Giusto per non farci mancare nulla, sono poi seguiti moltissimi sindaci che si sono concentrati sulle Ordinanze che imponevano l’uso delle inutili museruole… Fra questi sottolineerei il Sindaco di Villanova d’Asti, che ben conosco, il quale, come mostra lo stesso sito istituzionale del Comune, ha come competenze quelle di “Baristi e assimilati”… Quindi un vero luminare della virologia e della medicina!

GiordanoVogliamo poi parlare dei cittadini comuni, attivi nel mostrare la propria demenza sui cosiddetti “social”?

C’è stato un proliferare di dementi che hanno aggiunto al proprio profilo lo slogan demenziale “Io resto a casa”, che in alcuni casi si trasformava nell’esortazione “Restate a casa”…

Ora, vantarsi di accettare una disposizione demenziale, che va contro le tanto decantate libertà garantite dalla Costituzione (che in Italia si cita soltanto quando si parla della famigerata XII Disposizione “transitoria”), mostra già più di ogni altro rilievo il valore dei cittadini italiani… Condannati ai domiciliari senza avere commesso alcun reato, loro come si difendono? Violando disposizioni illegittime? Consultando qualche legale per fare causa ai delinquenti che ci governano? Invitando alla disobbedienza civile?

Nossignori!

Loro si vantano di restare a casa ed invitano gli altri a fare altrettanto…

Ma avete mai visto qualcuno finire in galera e vantarsi poi di restare in cella?

Consiglierei a questi dementi degli slogan più degni di loro, tipo “Io sono un servo”, “Amo la schiavitù”, e via dicendo…

I peggiori però (non a caso li cito per ultimi), sono i tanti coglioni che abbiamo visto spuntare sui balconi per deliziarci del loro infame controllo sui chi è “reo” di volere vivere e respirare normalmente, nonché dei loro slogan demenziali recitati, cantati e messi nero su bianco su appositi striscioni da imbecilli!

Balconi2C’era chi urlava ai passanti “La mascherina!”, chi applaudiva gli sbirri quando vessavano qualche povero Cristo in giro per una passeggiata senza museruola, o  chi addobbava i balconi con slogan patetici del tipo “Ce la faremo”, “Andrà tutto bene”, “Torneremo ad abbracciarci” (ma chi cazzo vi vorrebbe abbracciare, covidioti ipocondriaci? Manco i parenti più stretti!… Per non parlare dei dementi canterini, ovvero quelli che passavano ore sui balconi a cantare per “allietare” il vicinato… Fra le canzoni più gettonate, l’immancabile “Bella Ciao”, cioè la canzone ebraica che molti idioti credono essere la canzone dei “partigiani”… E se sono proprio gli erdei di quegli assassini comunisti a chiuderli in casa, privandoli dei tanto decantati diritti costituzionali… Chi se ne frega! Loro restano fieri antifascisti e continuano a tuona contro un regime che non esiste più da 75 anni, e che mai si sognò di espropriare la proprietà privata di negozianti ed imprenditori, né di obbligare intere famiglie a smettere di lavorare per favorire le mire del giudeame dell’OMS e delle Case Farmaceutiche!

Ovviamente i coglioni dei balconi appartengono tutti alle categorie parassitarie che in Italia vanno per la maggiore: percettori di reddito di cittadinanza (mafiosi, camorristi, Rom, falsi disoccupati, spacciatori di droga… Come voluto dagli esponenti del Movimento 5 zecche), impiegati statali (sempre in prima fila quando si tratta di NON lavorare ed essere comunque pagati), pensionati (e non parlo dei poveracci che percepiscono poche centinaia di Euro mensili, ma dei tanti parassiti con pensioni milionarie ottenute senza versare i relativi contributi), nonché dipendenti privati che vengono comunque pagati, nonostante il regime stalinista italiano abbia obbligato i datori di lavoro a chiudere le attività!

BalconiGli altri, cioè quelli obbligati a sbattersi per portare a casa lo stipendio, possono pure crepare, o tentare di campare nonostante le accuse dei coglioni canterini di essere “untori”, “egoisti” che non apprezzano gli arresti domiciliari e non si uniscono ai loro cori…!

Ma purtroppo, questa è l’Italia… E la colpa è anche un po’ di noi Fascisti, che quando avevamo il potere, abbiamo salvato, graziato e tutelato tutti gli infami oppositori figli del comunismo, che ci hanno ringraziati appendendo il Duce ed i pochi sopravvissuti a Piazzale Loreto, e continuando ad uccidere a tradimento anche a guerra finita, come insegnano le gesta della Volante Rossa.

Ecco perché sopravvive e non indietreggia la vergognosa mentalità comunista, secondo la quale chiunque abbia un’attività lavorativa in proprio, viene considerato uno sfruttatore, un evasore, un criminale…

Solo loro, cioè i veri parassiti, vengono considerati “popolo lavoratore”, e possono permettersi di insultare, vessare ed ostacolare in ogni modo quelli che, in realtà, reggono l’economia di questo disastrato Paese, e contribuiscono a pagare stipendi e pensioni di quanti cantano dai balconi come irresponsabili dementi.

Inutile spiegare che dai dati ISTAT risulta che il numero di morti di quest’anno è in linea con i morti degli anni precedenti; inutile mostrare le decine di ricerche che dimostrano non solo l’inutilità delle mascherine, ma persino la loro pericolosità per la salute.

Inutile anche evidenziare gli interventi di eminenti scienziati non allineati, che denunciano la farsa di questo finto virus:

https://www.youtube.com/watch?v=iNt9HzMTgWo&feature=emb_logo

Loro, gli antifascisti, gli idioti, i tifosi del virus e del “Restate a casa”, vorranno sempre avere ragione; in fondo, “L’ha detto la TV”, come ripetono a pappagallo tutti i dementi che ancora credono in questa vergognosa “informazione” di regime… E allora continuate a godervi le cifre false, il terrore diffuso a piene mani, la disperazione di chi è finito sul lastrico… Questo è il vostro Stato, non il mio! In conclusione, mi permetto di riportare un articolo di giornale e due interventi anonimi recuperati dal social Facebook; diciamo che in tempi simili, trovare chi ragiona in maniera coerente, specie se è un giornalista, rappresenta una speranza per il futuro, nonostante anche il giornalista della Gazzetta di Lucca, semina nel suo articolo, qua e là, i soliti riferimenti antifascisti ed antinazisti! Non si può avere tutto dalla vita…

Carlo Gariglio

BellaCiaoBalcone

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(…) Immersi come siamo nella palude artificiosamente creata dal Pensiero Unico Dominante che ci vuole tutti proni e osservanti delle regole non solo quelle sanitarie, ma, soprattutto, quelle attinenti le libertà garantite da una Costituzione che fa comodo richiamare solo quando conviene alla casta dominante, non ci accorgiamo di come si stia sprofondando sempre di più. Il terrore sparso a piene mani dai mass media rigidi esecutori e privi di ogni capacità di stimolare riflessione e indipendenza di giudizio, ha devastato le coscienze costringendo milioni di persone a rivolgersi a psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, a ingerire psicofarmaci e calmanti a go-go, a trascorrere notti insonni domandandosi come fare a sbarcare il lunario. 

E’ vero, il coronavirus ha provocato il rovesciamento di oltre 14 mila vasi colmi di salute precaria rappresentando la classica goccia, ma mentre all’estero, in Germania, ma non solo, si è guardato al vaso, qui da noi ci siamo concentrati soltanto sulla goccia. Poi, finalmente, qualcuno, tra i geni della stirpe, proprio in queste ultime ore, ha voluto provare ad abbassare i toni, spiegando che da questa maledetta infezione l’80 per cento delle persone guarisce. Noi aggiungiamo che, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità e secondo le statistiche ufficiali, la percentuale è anche più alta, ma non importa.

Certo, ci sono stati morti a iosa, città e province colpite e private di affetti, uomini, in particolare e donne, che hanno visto la propria aspettativa di vita interrompersi all’improvviso. L’età media dei deceduti è di 78 anni e per più del 90 per cento dei casi si tratta di persone che avevano da un minimo di una ad un massimo di tre patologie. Il virus, è bene dirlo, colpisce e infetta anche i più giovani, ma in maniera meno violenta o, almeno, il loro fisico riesce a reagire molto meglio. Anche nel caso di morti riguardanti persone di età inferiore alla media, salvo minime eccezioni, le vittime hanno problemi di salute pregressi.

Tutto ciò non per sminuire la malattia, ma per dire che qualcuno ha sbagliato instaurando un clima di paura che rasenta la follia, spingendo le persone ad odiarsi – altro che solidarietà, buffoni – a fare la delazione chiamando carabinieri e polizia ad ogni piè sospinto non appena si intravede qualcuno che cammina, corre o porta a spasso il cane. Vogliono, forse, farci credere i soloni del Patto Trasversale della Scienza che se i decessi non diminuiscono e i contagi neppure la colpa è di quell’incosciente che fa jogging in solitario oppure di quel tizio che porta il cane a fare i propri bisogni?

Il lockdown in Italia è iniziato il 9 marzo. Ci avevano garantito che in 15 giorni avremmo avuto risultati importanti. E’ passato un mese o quasi e se andiamo a vedere i numeri – che non mentono mai – si registrano costantemente oltre 700 morti al giorno e migliaia di contagi. Una domanda ci viene spontanea: continuano a dire che i contagi sono ancora troppo alti e che la colpa è di chi non rispetta le regole. Ma ci volete prendere per il culo? Tutta l’Italia o quasi è con il sedere per terra e chiusa a chiave con doppia mandata in appartamenti anche di 50 metri quadrati se va bene e con politicanti da strapazzo che blaterano e se ne stanno a casa con giardino o balcone e una somma dagli 8 ai 12 mila euro sul conto corrente garantiti a fine mese, e il virus non scompare perché ci sono quattro coglioni che non rispettano le regole?

Ma allora, scusate, ma se anche nei prossimi dieci giorni i numeri non dovessero scendere di molto, oltre alle mascherine obbligatorie, cosa farete?, ci costringerete a stare seduti h24 sulla tazza del cesso? Fate una cosa, date retta: ai tempi della peste bubbonica, quando i virus erano un po’ più pericolosi, si sbarravano le case e si impediva alla gente di uscire. Ecco, forse in questo modo potrete ottenere qualche risultato in più.

Abbiamo visto, inoltre, il Papa che pregava in solitario a piazza San Pietro e possiamo stare certi che il suo intervento presso nostro signore riuscirà, sicuramente, nell’intento. Nell’attesa, però, milioni di persone non sanno più come fare ad andare avanti e non tanto adesso, durante l’emergenza, ma subito dopo, quando non si parlerà più di coronavirus né di vittime, ma della realtà quotidiana e del macello, delle macerie, della devastazione che sono state provocate.

Sempre l’omino vestito di bianco ha detto che questo virus si sta portando via la memoria di questo paese. Accidenti, non ce n’eravamo accorti e c’era bisogno di qualcuno che ce lo ricordasse. Vero. Crepano a dozzine un po’ in casa, altrettanti in ospedale e ancora di più in quelli che, una volta, quando si chiamavano le cose con il loro nome e prima dell’avvento del Nuovo Dizionario Boldriniano, erano ospiti dei ricoveri. Oggi, la parola è vietata e si dice casa di risposo, di cura o anche residenza sanitaria assistita. Eppure, anche senza voler generalizzare, abbiamo visto filmati delle forze di polizia ritrarre la vita che decine di anziani vivono all’interno di alcuni di questi istituti dove il riposo se c’è, è quello prossimo all’eterno, le cure, per carità di Dio e di assistito c’è ben poco.

Ecco, adesso tutti, i nostri politici in primis, i gauleiter regionali, gli amministratori a un tanto al chilo, hanno preso coscienza che esistono anche gli anziani e anche qui occhio, perché la parola vecchi, in una società dove la morte non deve esistere e la vita mai finire, è vietata. Anziani, quindi, anche se hanno, come la nostra nonna Dory, 95 anni e alla quale la parola vecchio ispira non negatività, bensì affetto, rispetto e saggezza. Ma dove erano, tutti questi novelli difensori dei capelli d’argento quando venne stabilito che ad ognuno di essi era attribuita una pensione di 412 euro mensili mentre i politici e i grandi commis d’etat si garantivano cifre da capogiro? Dov’era tutta questa gente quando la sanità veniva massacrata anno dopo anno e non c’erano letti a disposizione per accogliere coloro i quali erano giunti alla campanella dell’ultimo giro? E ancora, come mai soltanto adesso si accorgono degli anziani quando, fino a ieri, a ben pochi interessava la loro esistenza anche quando piazzati in posti sperduti al mondo in attesa solamente di passare a miglior vita?

Noi crediamo che tutti abbiano diritto ad essere curati fino all’ultimo, ma pretendiamo che quando si adottano misure come quelle draconiane appena rinnovate, bisogna essere consapevoli dei loro effetti. Se si impedisce alla gente di lavorare, bisogna garantire un introito non attraverso annunci senza senso o preghiere rivolte ai paesi europei nemmeno fossimo degli accattoni – ma tanto ci considerano tali – ma versando soldi sui conti correnti, dicendo chiaro e tondo cosa si vuole fare e dove si vuole arrivare. Invece niente, si spegne la luce, si chiude il rubinetto e si spera in dio.

Solo che dio ha già tanti problemi da risolvere e non è detto che ponga anche questo tra le sue priorità. Milioni di esseri umani muoiono ogni giorno per infezioni o malattie più o meno incurabili, ma nessuno si è mai sognato di abbassare totalmente le saracinesche delle nostre misere quotidianità.

Anche questa che chiamano pandemia – a noi sembra, nella nostra ignoranza, una epidemia – è una pandemia per ricchi, dove chi più ha continuerà ad avere ancora di più e chi poco ha, resterà senza nemmeno quello. Del resto, il resto del mondo, quello di chi è abituato a tirare la cinghia, è pieno di epidemie, vedi l’Ebola ad esempio, ma nessuno ha mai mosso un dito né messo a casa mezza popolazione mondiale e questo nonostante le vittime siano, ai tempi del coronavirus, in percentuale, un numero risibile rispetto agli abitanti del pianeta. 

Ma così è e viviamo, ormai, in mezzo ai virologi sbucati un po’ qui e un po’ là e chi dice una cosa e chi l’esatto contrario. Pensateci, è bastato che venissero pubblicati un paio di articoli con le affermazioni di un virologo sulla possibilità che il virus viaggi anche nell’aria e che il contagio possa avvenire non solo con il contatto fisico ravvicinato, per scatenare panico e nuovi annunci di sventura. Ma tutti questi virologi spuntati come funghi dove sono stati fino ad oggi? Per accorgersi della loro esistenza e della loro funzione – chissà, oggi, quanti giovani vorranno fare, da grandi, questo mestiere – è stato necessario il Coronavirus.

Infine, lasciateci fare una considerazione. Sentiamo aprire bocche che riempiono l’aria non di batteri ché, per proteggersi da quelli ci sono, a quanto pare, le mascherine, ma di cazzate tra cui, una delle più evidenti è questa: prima la salute poi l’economia, prima le vite umane poi il lavoro. Puttanate! Siamo arrivati al punto in cui l’ipocrisia imperante, il buonismo d’accatto, la pietade della chiesa bergogliana hanno attribuito al benessere sociale i connotati negativi di un peccato originale di cui si macchierebbero tutti coloro i quali non lavorano solo per vivere, ma anche per cercare di ottenere, prima dell’aldilà, un po’ di felicità nell’aldiquà. Cosicché la parola salute niente avrebbe a che vedere, per costoro, con la possibilità di avere il denaro sufficiente per andare avanti, pagare le bollette, le rate del mutuo, i propri debiti, il cibo e tutto il resto.

Ci perdoneranno i cattolici e i religiosi tout court, ma noi ci appelliamo alla ragione e alla logica che ad essa dovrebbe corrispondere. Non tutti hanno le stimmate e l’assenza di dignità che caratterizzano chi ama chiedere l’elemosina o delinque pur di campare. La maggior parte degli esseri umani, per fortuna, preferisce spaccarsi il fondoschiena ed essere padrone della propria vita. Ecco perché, allora, la salute fisica non può essere scissa da quella economica che garantisce o, quantomeno, rende più probabile la prima.

La verità è che stanno distruggendo non soltanto il tessuto socio-economico di un paese e i sacrifici di decenni, ma stanno pregiudicando e compromettendo, senza nemmeno chiedere il permesso, il futuro di intere generazioni queste sì, prossime a morire per disperazione, frustrazione e impotenza.

Di coronavirus, lo abbiamo visto e sentito, si può guarire. Dalla miseria e dalla disperazione no.

https://www.lagazzettadilucca.it/cronaca/2020/04/coronavirus-ora-ci-avete-rotto-il-c-o/

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A marzo ci hanno detto che saremmo morti perche non c erano sufficienti ventilatori per intubare tutti quelli che si sarebbero ammalati, e ci hanno rinchiusi in casa controllati a vista da molti terrorizzati da questa immagine, poi hanno firmato contratti per acquistare decine di migliaia di ventilatori che gli italiani pagheranno. Qualche mesi dopo alcuni medici coraggiosi han fatto delle autopsie sebbene osteggiate dal governo, che nel frattempo faceva bruciare i corpi di quelli che erano stati intubati ed erano deceduti in gran numero, e pare che siano stato proprio le intubazioni a causare danni, poiché le diagnosi erano sbagliate e dovevano curare le trombosi e non le polmoniti. L’aria forzata distruggeva i polmoni che non ricevevano sangue per poterla trasportare a causa dei trombi che si formava… Questo è ciò che abbiamo capito abbiano scoperto. Diversi medici hanno anche dichiarato di aver messo a punto terapie che hanno dato buoni risultati sugli sventurati che hanno sviluppato sintomatologie gravi, ma ciò che pare è che vengano osteggiate dalla maggioranza, mettendone in dubbio l’efficacia. Ad oggi si continua a far la caccia alle persone sane, dichiarate asintomatiche positive da un tampone che fonti ufficiali e il creatore stesso del metodo dichiarano inattendibili come strumenti diagnostici, dando l’80% di falsi positivi, ma si continua a ravanare nei nasi delle persone per cercare di dichiarare gente malata… E si continua a terrorizzare, distanziare, imbavagliare e colpevolizzare! Han pensato di comperare banchi rotanti per distanziare studenti, e hanno buttato i vecchi anche quando i banchi non erano arrivati, costringendo alunni a studiare solo con la sedia, e a fare ginnastica mascherati… Ognuno tragga le sue conclusioni… Ma qualche domanda dovreste porvela, cominciando a verificare in numeri dei decessi e confrontandoli con quelli degli anni scorsi, e già che ci siete, chiedetevi anche chi pagherà i ventilatori che hanno ordinato e che pare non servano, sebbene fossero l’icona del terrore: ti ammalerai e non ci sarà un ventilatore disponibile per te! Morirai perche non potrai respirare! E forse in questo avevano ragione…

Imbavagliati non si respira!

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Un cazzo di virus che avrebbe dovuto farmi vedere la gente agonizzante morire davanti i miei occhi, agli angoli delle strade (è una PANDEMIA ricordate) o cascare soffocata negli ascensori, riempire ospedali di tutto il mondo e i cimiteri di tutte le città, costringerci tutti a non rivolgerci parola e sguardi per timore di venire contagiati… Sto cazzo di virus ha ammazzato solo chi ha fatto il vaccino, chi è stato erroneamente intubato, chi era vecchio (poveretto), chi ha avuto la sfortuna di finire in ospedale durante la quarantena, chi ha avuto un incidente, un infarto, l’Ebola o la cistite… Sto cazzo di virus timbra il cartellino come i metalmeccanici, solo in discoteca e in quei poveri locali che hanno chiuso, per sempre! Teme i banchi a rotelle e le mascherine.
Sto cazzo di virus ci ha reso le persone peggiori che io potessi immaginare, quelle che si girano dall’altro lato per non dover scegliere come salutare o se salutare: piede, gomito, culo (perché no)… Tutto pur di non togliere mascherina e guardare le persone negli occhi. Perché lo sappiamo già di fare pena ma di leggerlo negli occhi della gente non siamo capaci.
Un virus che
non ammazza nessuno e che per trovarlo bisogna cercarlo con i test, i tamponi e gli asintomatici. E dare numeri, numeri su numeri, anche di giorni o mesi fa. Un virus che se uno scopre di averlo avuto, averlo annusato, averlo sfiorato… Cagato di striscio… Niente, si chiude la scuola, tutti gli alunni, gli insegnanti e i presidi, chiude la parrucchiera di sempre e tutta la clientela, chiude la pizzeria del tuo sabato sera, ma non il tuo tabaccaio preferito (vuoi che sigarette e gratta & vinci NON siano adeguatamente immuni), non il supermarket o la farmacia.
Ma per noi è
normale, è un virus selettivo anzi iperintelligente! E io devo continuare a sentire tutte queste stronzate, beccarmi dell’insensibile e del complottista, comprare mascherine e limitare la mia vita perché non potete credere al fatto che ci hanno preso in giro e lo stanno facendo ancora.
Un virus c’è! Quello che vi ha bacato il cervello. A tutti!

E se voi non mi sopportate… Sappiate che è assolutamente reciproco.

La stupidità mi fa orrore!

COGLIONAVIRUS (Pubblicato sul mensile “Il Lavoro Fascista” – Febbraio 2020)

Il consueto ritardo con il quale andiamo in stampa ci consente di avere un quadro più completo, rispetto alla mensilità, della più grande truffa architettata dai soliti noti dopo il cosiddetto olocausto… Già, perché al fine di derubare interi popoli ed assoggettarli al loro controllo, l’OMS (organizzazione Mondiale della Sanità), ha creato l’ennesima falsa pandemia, mobilitando tutti i mezzi di (dis)informazione (così li chiamano!), al fine di generare panico, terrore e comportamenti irrazionali nelle piccole menti dei coglioni sempre pronti a credere a quanto dicono TV e giornali.

Diciamo subito che non è certo la prima volta; a tal fine, vi invito a leggere con attenzione il seguente articolo, tratto dal sito: https://www.galluranews.org/le-finte-pandemie-della-storia-e-quella-da-coronoavirus/

Diciamo subito che il servizio della Televisione Svizzera da cui sono tratte le notizie, è misteriosamente scomparso da Youtube ed altri siti, anche se un altro servizio molto interessante è visibile qui:

https://www.rsi.ch/la1/programmi/informazione/falo/tutti-i-servizi/Il-fantasma-della-pandemia-1876920.html

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Sono 4 le ultime annunciate “tragiche” pandemie che la storia ci tramanda. Lo si evince da un servizio documentario della TV Svizzera, come tutti ben sanno paese strapieno di complottisti e fancazzisti (guardate che è ironia eh!). 

L’epidemia di SARS è la prima degli ultimi anni. A seguire la Mucca Pazza, l’Aviaria e infine la Suina, prima dell’attuale da coronavirus. Tutte le precedenti pandemie erano ingiustificate.

Le finte pandemie: la SARS

La SARS, Severe acute respiratory syndrome, fu annunciata dagli amiconi dell’OMS nel novembre del 2002 e fu dichiarata finita a luglio del 2003.  In tutte le pandemie, il peso delle decisioni che poi hanno influenzato i governi di tutti gli stati mondiali, erano e sono anche oggi inappellabili. A Strasburgo, nel 2010, gli stati membri del Consiglio d’Europa organizzano un incontro con l’OMS sul tema  delle false pandemie, ingiustificate minacce per la salute. La delegata svizzera, Liliane Maury Pasquier, presiede la commissione sanità del Consiglio Europeo. Il medico tedesco Wolfgang Wodarg, chiede alla OMS il perché milioni di persone siano state inutilmente vaccinate nelle precedenti false pandemie costate soldi impressionanti agli stati.  «Una perdita di credibilità – dice Wodarg – dell’OMS».

Le finte pandemie: l’Aviaria

Dell’Aviaria, nel 2004, scoppiata in Asia e poi nel 2006 in Europa, l’OMS previde sino a 17 milioni di morti per la combinazione tra il virus del pollame e l’uomo. Alla fine provocò appena la morte di 286 persone, tutte legate strettamente col pollame. I governi però acquistarono ingenti quantità di Tamiflu, il farmaco che guariva dalla influenza. Nelle casse della Roche, la nota casa farmaceutica, entrarono ben 4 miliardi di franchi svizzeri (ricordo che il testo deriva da un video della TV Svizzera).

La Suina

La Suina, i primi casi sono del 2009 in Messico. Business di mascherine; Nell’estate dello stesso anno, l’OMS annuncia la pandemia. Gli stati del mondo seguono, come sempre, le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. La macchina pandemica, all’indomani dell’annuncio al mondo della pandemia, si mette in moto. Terrore, disinfettanti e mascherine. Gli esperti, dicono che nonostante i dati non siano preoccupanti, il rischio è di finire come con la Spagnola del 1918. La Svizzera dichiara finita la pandemia nel febbraio del 2010, e sostiene che la pandemia era stata molto limitata.

I dati dell’OMS alla fine diranno 15.292 morti in tutto il pianeta contro, ad esempio, i morti di TBC, sempre nel mondo, furono circa 1.350.000 vittime. Furono inutilmente spesi milioni di soldi per i vaccini, siano essi euro, dollari o franchi, pensando al peggio. La perdita delle case produttrici di vaccini furono impressionanti perché la maggior parte della popolazione mondiale scelse di non vaccinarsi. Le dosi inutilizzate giacciono nelle celle frigorifere.

L’OMS parlava sempre di Pandemie

L’OMS parlava sempre di pandemie, ne scriveva sul loro sito e ai governi spettava di recepire tutte le indicazioni suggerite per affrontarle. E quando è l’OMS a dirlo, tutti ci crediamo. La pandemia viene considerata come un terrore che provoca malati gravi e morti. Addirittura l’OMS fa sparire dal suo sito la descrizione di pandemia. Succede qualche anno fa che le frasi che illustrano cosa sia una pandemia, vengono modificate tranne negarlo. Il web non perdona e dinanzi alla prova che quella descrizione iniziale era scomparsa, ammettono alla fine di aver cambiato il testo.

Il nesso tra tutte le finte pandemie, alla fine, sono sempre i vaccini e gli interessi stratosferici che muovono la loro produzione e vendita. Gli accordi con le varie case farmaceutiche erano chiari e alla OMS bastava schiacciare un bottone e OPLA’, eccoti servita la pandemia. L’accusa mossa dalla commissione europea sanitaria, viene respinta dalla OMS.

L’OMS rinnega l’accusa sulle finte pandemie

Dall’incontro di Strasburgo, di cui facciamo menzione nel paragrafo sopra, le ragioni della OMS non convincono né rassicurano la commissione europea. La commissione incalza e sostiene che dentro OMS ci siano persone legate all’industria farmaceutica. L’accusa è gravissima ma pertinente, viste le finte pandemie. OMS tace! Ci sono le prove di connessioni molto strette tra esponenti OMS e successivi incarichi presso prestigiose case farmaceutiche. Un caso? OMS giustifica con il fatto che sono pochissimi gli esperti e questi sono allettati dalle lobby del farmaco, ivi compresi dunque anche i loro stessi esponenti. Conflitti di interessi? Un tantinello!

La spiegazione della ex presidente della commissione salute europea, una Pasquier che ha messo il dito sulla piaga dei conflitti di interesse, è che gli stati non hanno mai finanziato l’OMS. Pertanto, la stessa OMS i soldi se li cerca da sola, e il come mi sembra chiarissimo. Sempre per la Suina, solo uno stato non acquistò il vaccino, la Polonia, ed ebbe ragione. Quel vaccino, si diceva, non funzionava bene e la Polonia non ebbe più casi di altri stati che invece seguirono la strada della vaccinazione massiva delle popolazioni. Il governo polacco fu irremovibile sostenendo che gli interessi dei polacchi non sono quelli delle case farmaceutiche. Decisione saggia e decisamente a favore del popolo polacco.

Il testo appena letto è tratto quasi integralmente dal servizio giornalistico sottostante che risale al 2010.

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Capito come funziona il meccanismo? Dichiarazione di pandemia, panico, previsioni catastrofiche sul numero dei morti, mascherine, disinfettanti imposti, ed infine migliaia di dosi di inutili vaccini.

L’unica differenza è che questa volta “lorsignori” hanno preparato meglio il terreno, con una campagna pubblicitaria che ha coinvolto governi, mezzi di informazione e sedicenti esperti di virus immancabilmente al soldo di Big Pharma (https://ilsalvagente.it/2020/03/17/cosi-big-pharma-si-prepara-ad-approfittare-del-coronavirus/)

Infatti, fin dai primi momenti in cui TV e giornali ci hanno illustrato il virus e le sue presunte conseguenze, è partita una campagna di supporto televisiva, dove si ammoniva il cretino medio a non credere alle “false” informazioni sul virus, raccomandando di credere solo ai professionisti dell’informazione (Sigh!). Questo perché era evidente che, prima o poi, qualche serio studioso si sarebbe rivoltato contro tali e tante balle diffuse dal regime; emimenti studiosi come il virologo Prof. Giulio Tarro, il ricercatore e scienziato Stefano Montanari, il Dott. Pasquale Mario Bacco (Secondo il dottor Bacco, concetto sostenuto anche dal giudice Giorgianni, durante la prima fase dell’emergenza non sarebbe stato concesso ai medici di effettuare le autopsie ai morti a causa del virus. “Se fosse stato possibile eseguire le autopsie ci saremmo accorti che il protocollo terapeutico utilizzato nelle terapie intensive era sbagliato. In pratica, continua Bacco, noi abbiamo ucciso, ed è il verbo corretto, i pazienti ricoverati a causa del Coronavirus, nelle terapie intensive. Invece di concentrarci sui trombi a livello dei vasi e quindi invece di utilizzare gli antinfiammatori, gli immunosoppressori, l’eparina e tutti i farmaci che diminuiscono la coagulazione del sangue, i medici hanno combattuto le polmoniti interstiziali. A tutti gli effetti, dunque, è stata una strage di stato” conclude Bacco.) e molti altri hanno smentito la narrazione di regime sul covid19 e sui presunti morti per quella causa:

http://www.lasesia.vercelli.it/stories/Cronaca/27677_coronavirus_il_967_dei_morti_aveva_una_o_pi_patologie_pregresse/

Ma con quali risultati? Con gli attacchi ad personam, le diffamazioni, le querele ed il costante tentativo non di screditare le loro ricerche (cosa impossibile, evidentemente), ma le loro persone. Che è la stessa tattica usata contro storici e tecnici che hanno smentito la favola dell’olocausto.

Ricordate Fred Leuchter, tecnico americano esperto di camere a gas (quelle vere, utilizzate negli USA per la pena di morte)? Con delle semplici analisi dei muri della cosiddetta camera a gas di Auschwitz dimostrò scientificamente che quelle pareti non erano mai state sottoposte all’azione di un gas; ebbene, dato che altre tentate analisi per sbugiardarlo non fecero altro che confermare i suoi studi, si passò agli attacchi personali (ubriacone, falso tecnico e litanie simili), anche se il isultato non cambiò, tanto che lo stesso museo di Auschwitz dovette ammettere che quella presentata per decenni ai gonzi come “camera a gas” era in realtà una ricostruzione per la “memoria”, in quanto i nazisti l’avrebbero fatta esplodere per cancellare le tracce! Chiedete conferma a Primo Levi, come illustrato sui due numeri precedenti del nostro mensile!

A dimostrazione della giustezza del mio paragone, possiamo anche notare che chi obietta qualcosa sulla narrazione favolistica del virus viene etichettato come “negazionista”, di estrema destra, “neonazista”… Cioè le stesse categorie coniate per demonizzare chi contesta l’olocausto.

Ma per quanta fatica possano fare per combattere chi persegue la verità, questi cialtroni non potranno mai nascondere i fatti, almeno per quelli che vogliono vederli; rispetto agli scorsi anni, non ci sono particolari incrementi nel numero di morti per influenza stagionale, o per patologie polmonari; per raggiungere un numero di morti atto a terrorizzare il popolo bue, si sono conteggiati come morti di corona virus tutti i morti del periodo, anche quelli che non avevano mai subito un tampone per diagnosticarlo.

Giusto per fare capire anche ai meno dotati come lavorano questi mascalzoni, ecco un interessante articolo tratto da Il Resto del Carlino:

CatturaSì, avete letto bene; un poveraccio in coma vegetativo da 3 anni perché gli avevano sparato in testa, sarebbe morto di corona virus!

E chissà in quale assembramento in discoteca, o a qualche festa, lo avrebbe contratto, dato che difficilmente chi è ridotto come un vegetale in un ospedale partecipa a certe manifestazioni considerate pericolose da questi criminali dell’informazione!

Persino il numero dei medici che sarebbero morti a causa del corona virus è stato vergognosamente truccato, aggiungendo tutti i morti del periodo e persino un medico di 104 anni in pensione da tempo!

https://www.ilgiornale.it/news/cronache/ecco-verit-sul-numero-dei-medici-deceduti-covid-1858051.html

Numeri falsi vergognosamente gonfiati, persone morte di tutt’altro ma conteggiate come decedute a causa del corona virus, persone perfettamente sane e senza alcun sintomo considerate malate, ma asintomatiche…

E soprattutto dispositivi di presunta protezione assolutamente inutili, se non per rimpinguare i conti in banca dei mascalzoni che producono e vendono mascherine, gel per lavarsi le mani, plexiglas da installare ovunque, scanner per rilevare la temperatura corporea, guanti in lattice e chissà cos’altro si inventeranno!

http://www.meteoweb.eu/2020/05/coronavirus-esperto-guanti-mascherine/1429507/

Fra l’altro, è interessante da rilevare come questi stessi cialtroni si diano la zappa sui piedi da soli; mascherine e guanti, che secondo loro tratterrebbero il virus per giorni, dove andrebbero smaltiti? Forse fra i rifiuti speciali e pericolosi, come si usa fare in tutti gli ospedali del mondo?

Nossignori! I professionisti dell’informazione ci dicono di gettare guanti e mascherine fra i rifiuti indifferenziati!

https://www.auxologico.it/approfondimenti/coronavirus-raccogliere-gettare-rifiuti

Chissà quanti milioni di morti ci saranno fra gli addetti alla raccolta rifiuti, nonché fra gli operatori delle discariche!

Purtroppo siamo consapevoli che, per quanto si scriva e si citino prove, esperti e contraddizioni delle fonti ufficiali, il cretino medio continuerà a credere alle favole veicolate dalle TV e dai maggiori quotidiani; chi ragione e si informa resta un negazionista, chi non usa le inutili (e spesso dannose) mascherine verrà bollato come un untore, chi contesta rischierà un trattamento sanitario obbligatorio (è successo, non sono mie esagerazioni?, ed a milioni di persone consapevoli verrà impedito l’utilizzo di servizi vari, riservati solo agli idioti mascherati!

Bei tempi quando in Italia si applicavano le Leggi dello Stato, e non i decreti (che giuridicamente non valgono nulla) di presidente del consiglio, presidenti di Regione e persino sindaci vogliosi di un titolo sui giornali!

https://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/stampati/html/relazioni%5C16PDL0025270.html

Per concludere l’argomento, a seguire pubblichiamo un articolo del Camerata Francesco Capizzi, che illustra a meraviglia l’uso di questa farsa a scopi finanziari; l’articolo originale è visibile all’indirizzo del suo blog personale:

https://cronachediuncombattente.blogspot.com/2020/03/coronavirus-attenzione-golpe.html

Carlo Gariglio

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 CORONAVIRUS: ATTENZIONE GOLPE FINANZIARIO IN ATTO

golpe

Con il passare dei giorni, il quadro che noi complottisti disegniamo è sempre più chiaro; tuttavia malgrado le nostre previsioni sembrino pessimistiche e scellerate, la maggior parte  della popolazione non riesce a vedere al di là del proprio naso. Tanto che, proprio loro che sono i primi a non rispettare nulla, invocano ed esultano per l’arrivo dell’esercito.

Andiamo all’anamnesi di questa malattia; allo stato attuale in Italia, in un mese e mezzo abbiamo avuto 41.035 contagiati e 3.405 morti.

https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/20_marzo_19/coronavirus-italia-41035-casi-positivi-3405-morti-bollettino-19-marzo-f743cd88-69ff-11ea-a8a1-df48c20e9d2e.shtml

E lo Stato, come misura preventiva ha fermato tutta Italia. Abbiamo sentito inoltre che il virus ha gli stessi sintomi di un influenza, che si trasmette alla stessa maniera e che ha una maggiore possibilità di contagio. Tuttavia, facendo delle ricerche, l’anno 2017 è stato il peggior anno per quanto riguardi le vittime da influenza. Di fatto il giornale “Repubblica” scriveva: “Morti 20000 anziani in più”, parlando di un incremento inaspettato di decessi da influenza, rispetto all’anno precedente. Prima di quell’anno vi fu il 2015 dove vi furono 54.000 decessi in più rispetto al 2014.

https://www.repubblica.it/salute/2017/03/18/news/l_anno_nero_dell_influenza_morti_ventimila_anziani_in_piu_-160814115/?fbclid=IwAR1cKpk_sJuJP55LQjuwEmEQWfFhztEv1nhKVEY1hGyJvdt3vv4I9_HeSuA

Eppure malgrado questa epidemia  si diffondeva a suon di colpi di tosse, sternuti e raffreddori, nessuno pensò di chiudere le attività dell’intera nazione, mettendo agli arresti domiciliari l’intera popolazione. Leggendo i vari articoli trovo questa notizia: nelle zone più colpite in Italia, a gennaio vi è stata una vaccinazione di massa per la meningite.

https://www.ecodibergamo.it/stories/bergamo-citta/meningite-finita-la-fase-straordinariagallera-vaccinate-34-mila-persone_1336985_11/

A pensare male a volte si fa peccato, ma spesso ci si azzecca… E se il virus fosse stato iniettato nei vaccini?

Di fatto l’epidemia è partita in quelle zone ed in Sicilia, dove abbiamo fonti certe, tutti i focolai sono stati creati da veneti e bergamaschi, venuti in vacanza; senza di loro, non avremmo avuto nessun infetto. Ma non sapremmo mai se il contagio sia realmente partito dai vaccini, anche perchè di fatto questo virus agisce diversamente da soggetto a soggetto. Ci sono quelli che nemmeno hanno sintomi, quelli che vengono messi in quarantena a casa, quelli che vengono ricoverati nel reparto malattie infettive e quelli che vanno in terapia intensiva. Se il virus fosse cosi pericoloso come lo dipingono, perchè non danno ai sanitari del 118 (https://www.palermotoday.it/cronaca/coronavirus-operatore-118-palermo-positivo-contagio.html) o ai medici dei vari reparti gli strumenti per proteggersi? Come è possibile che diano a questi medici mascherine non idonee, esponendoli al contagio, sia loro che i loro familiari, in quanto questi sanitari, quando finisco il turno vanno a casa e possono essere untori involontari. Sembrerebbe che quando il virus entra nei polmoni, costringendo il paziente ad andare in terapia intensiva, aumenti la pericolosità, tanto che i familiari non possono più vedere il parente ricoverato, cosa che solitamente avviene nei reparti di terapia intensiva; tuttavia, nel momento in cui disgraziatamente il paziente muore, stranamente i familiari non potranno costatare le reali cause della morte, in quanto i defunti vengono messi immediatamente in una bara ed inviati alla cremazione. Quindi non sarà possibile fare un autopsia per scoprire se il coronavirus è la reale causa del decesso; tuttavia le fonti ufficiali che nessuno guarda ci dicono che allo stato attuale solo 12 persone sono morte di solo coronavirus.

https://www.oltre.tv/gismondo-capua-dichiarare-morti-servono-autopsie/

Se guardiamo fuori dalla finestra non vediamo nulla di strano che possa mettere in pericolo la nostra vita e quella dei nostri cari, siamo costretti a vivere all’interno di una realtà virtuale, dove tutti i giorni riceviamo h24 notizie di morti, panico, contagiati, informazioni che condizionano la nostra mente e che ci fanno credere che siamo in pericolo. Proprio ieri i giornali mostravano il video delle salme che  venivano trasferite da Bergamo per la cremazione (https://www.ilgiorno.it/bergamo/cronaca/cornavirus-morti-esercito-1.5073459), immagini suggestive, ma riflettete un attimo: se nel 2017 vi avessero riempito di notizie del genere sugli oltre 20000 morti in più dell’anno precedente, se avessero trasportato le bare con l’esercito e vi avessero mostrato il video, non vi sareste impressionati alla stessa maniera? Figuriamoci con 54.000 bare. Io dico di si. Tuttavia le bare mostrate in quel grande salone, sono una foto fake, in quanto quelle salme sono le salme dei migranti morti durante un naufragio nei pressi di Lampedusa, in una delle tante traversate verso l’Italia.

https://www.optimagazine.com/2020/03/19/la-foto-della-bare-di-bergamo-e-un-fake-ma-e-necessario-un-chiarimento/1751033

I media parlano sempre di un argomento per distrarvi da altre cose; tutte le volte in cui si parla di immigrazione, tutti a parlare ed a commentare l’immigrazione, poi parliamo del Festival di Sanremo e tutti a commentare Sanremo, poi si parla di sardine e tutti a scrivere, pro e contro, delle loro gesta. Si passa da una notizia e l’altra per distrarre le masse, mentre loro fanno i soliti porci comodi. Oggi serviva un tema forte e per far tutto ciò occorreva distrarvi pesantemente, occorreva rinchiudervi in casa in modo da farvi arrivare solo le notizie da loro scelte e quando uno come me vi pone quesiti differenti, lo prendete per pazzo, per complottista, salvo poi verificare che da anni, ciò che vi preannuncio si avvera. Siamo arrivati anche all’esercito (https://www.corriere.it/cronache/20_marzo_19/coronavirus-esercito-controlli-citta-viminale-prefetti-decidano-dove-impiegarlo-a516267e-69e5-11ea-a8a1-df48c20e9d2e.shtml), mentre loro organizzano il più grande golpe finanziario. Ci dicono di stare a casa intimorendoci, dicendoci che potremmo andare in galera, mentre dalla procura di Genova arriva la smentita, “difficile punire per le false dichiarazioni” (https://www.ilsole24ore.com/art/coronavirus-procure-difficile-punire-autocertificazioni-false-ADS1HAE), il tutto mentre vogliono liberare 3.000 detenuti, mettendoli ai domiciliari.

https://www.ildubbio.news/2020/03/17/con-il-decreto-potenzialmente-domiciliari-solo-per-3000-persone/

Quindi a voi vi dicono che sarete arrestati con una pena massima di 3 mesi se oserete uscire di casa, però allo stesso tempo mettono ai domiciliari coloro che hanno da scontare 18 mesi di carcere. Non vi sembra una presa per il culo? E chi vigilerà che stiano veramente a casa, se le forze dell’ordine non sono capaci di presidiare nemmeno gli ospedali dove si verificano furti giornalieri, per non parlare del resto della città dove, rubano in negozi, palestre, asili ed appartamenti. E qui faccio un salto indietro nella storia, quando nel 1945 alcuni gerarchi fascisti, si tolsero la divisa fascista per indossare la divisa da traditore, stringendo patti con il nemico e mettendo in libertà i mafiosi che il fascismo aveva arrestato, permettendo lo sbarco (alleato) dei nostri nemici. Oggi abbiamo una guerra in corso, se pur senza armi, con l’arrivo di 30.000 militari americani, l’apertura delle carceri per 3.000 delinquenti fra ladri, spacciatori e rapinatori, quando sappiamo che i carcerati, hanno provocato danni per svariati miliardi, distruggendo varie strutture durante le loro proteste. Cinquanta di loro sono evasi, fra cui un ergastolano colpevole di omicidio.

Arriviamo al golpe; in Italia l’italiano medio non riesce a capire le cose basilari, e pertanto nemmeno si renderà conto di quanto sto per dirvi. Sono come quei bambini che devono andare dal dentista ed i genitori li calmano con una caramella. L’Italia, non è un segreto, vive in una situazione di disagio economico; i morti odierni non sono a causa del virus, ma di anni ed anni di tagli alla sanità. Se lo Stato avesse realmente a cuore la salute del cittadino, darebbe ai medici gli strumenti per salvare la gente, invece ai sanitari non dà nulla e punta l’attenzione su chi fa la corsetta, o su chi fa la passeggiata, per evadere dagli illegittimi arresti domiciliari.

Mettiamo il caso che abbiate del capitale da investire; se vorreste acquistare un attività commerciale, come valutereste il suo valore? Solitamente si fa con il fatturato; più alto è il fatturato e costante negli anni, più è alto il valore… Poi subentrano altri fattori, la grandezza, la posizione, la qualità della clientela… Ma la prima cosa è il fatturato; dopo questa chiusura indefinita, quanto fatturato avranno perso le nostre aziende? Quanti imprenditori si vedranno costretti a vendere con l’acqua alla gola, e quindi, visto il calo del fatturato e pressati dalla fame, saranno costretti a svendere? Qui nasce la prima svalutazione di impresa. Chi ha soldi conservati (vedi mafia), con 4 soldi acquisterà tutte le attività che vuole. Questo a livello locale. Andiamo a livelli più ampi, come abbiamo visto in questi ultimi 10 giorni, la borsa italiana ha bruciato un quantità stratosferica di miliardi di azioni di piccoli, medi e grandi risparmiatori; pensate che in un solo giorno, sono stati bruciati più di 80 miliardi di euro. Noi abbiamo tante grandi aziende quotate in borsa e se continuiamo a registrare queste perdite, e senza le entrate della produzione, queste aziende si troveranno costrette a vendere le quote azionarie, ed avendo avuto un crollo finanziario, si tratterà di svendita. Quindi ci troveremo quelle poche aziende italiane rimaste svendute allo straniero. Ma ancora il “bello” deve venire. Lo Stato che ci sta mettendo con l’acqua alla gola, tornando all’esempio del dentista e della caramella data al bambino, ci dà 600€ (per molti ma non per tutti), come elemosina per le nostre perdite e molti chiedono a gran voce, di firmare per il MES e chiedere all’Europa i soldi per affrontare questa crisi; qualcuno ipotizzava 750 milioni di euro. Malgrado il parlamento sia chiuso e nessuno possa votare l’approvazione del MES, Conte chiede pieni poteri e dà mandato per firmare l’ennesima zavorra per l’Italia. Ma che fine hanno fatto coloro che criticavano Salvini quando chiedeva pieni poteri? Oggi non siamo a rischio dittatura? Quello che la gente non sa è che il MES è usura legalizzata, e nel momento in cui l’Italia non onorerà i suoi debiti, partirà come da accordi, il pignoramento dei conti correnti dei cittadini e la confisca dei bei mobili ed immobili. Quindi rischiamo di perdere anni e anni di sacrifici nostri, dei nostri padri e dei nostri nonni. Siete increduli, pensate che questo governo e l’Europa non possano arrivare a tanto? Non avete visto niente, ora vi parlerò dei pandemic bond. Ecco dove arriva la perversione umana; nel 2016 durante il G7, la banca mondiale aveva annunciato il lancio di questi pandemic bond, vere e proprie obbligazioni con cedole ad alto rendimento; questi bond sono dei contratti assicurativi contro una pandemia, come il coronavirus. Come funzionano? Gli investitori che hanno investito in queste obbligazioni, intascano una bella cifra se tutto va come deve andare, ma rischiano di perdere tutto o quasi se la pandemia si verifica e l’OMS la dichiara prima di una certa data.

Nel 2017 la Banca Mondiale ha emesso due bond, per un totale di 320 milioni di dollari, con scadenza 15 luglio 2020. I bond emessi dalla Banca Mondiale sono due. Il primo, da 225 milioni di dollari, è legato solo alle pandemie di influenza o Coronavirus, e per far scattare il taglio al rimborso serve, tra le altre cose, che ci siano almeno 2.500 vittime in un Paese, più almeno 20 in un altro. Il secondo bond, per 95 milioni di euro, è legato a una gamma più ampia di casistiche (Ebola e altre) e il taglio ai rimborsi, almeno in parte, scatta già quando le vittime sono 250. Il primo bond, meno “rischioso” per chi ci investe, paga un tasso del 7,5%, il secondo del 12,1%.

Questi titoli pagano cedole molto alte, ma come contropartita pongono delle condizioni assai onerose: se prima della scadenza scoppiano davvero delle pandemie, come in questo caso, i detentori dei bond (banche e gestori) si vedranno rimborsare solo una parte del capitale, o addirittura perderanno tutto. Su chi si rivarranno le banche? Questo è il punto nodale che dobbiamo tenere presente. La banca mondiale, come da accordi, non avrebbe dovuto pagare queste somme, se l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) avesse dichiarato la pandemia, prima del 23 marzo 2020. E di fatto l’OMS, ha dichiarato lo stato di pandemia l’11 marzo 2020. Pertanto è un dato di fatto, che qualora non ci fosse stata la pandemia, la banca mondiale, avrebbe dovuto pagare 320 milioni di dollari agli investitori. Quindi di fatto non pagherà questi investitori. Ma chi sono questi investitori (circa il 70% Europei)? Banche e gestori, che a loro volta avranno venduto pacchetti di azioni a piccoli investitori, i quali vedranno i propri risparmi andati in fumo (ed un po’ non mi dispiace, visto che scommettono sulla vita altrui). Il verdetto finale sarà dato all’Air worldwide corporation, un azienda privata americana, che darà il verdetto, per il pagamento dei 320 milioni di dollari. La banca mondiale fa sapere che alcune condizioni sono state soddisfatte, come l’ampiezza di diffusione per paesi e la forza di scoppio del coronavirus, le altre due condizioni sono il periodo di 12 settimane (84 giorni) dall’inizio dell’epidemia, che termina il 23 marzo 2020. La seconda clausola, alla fine del periodo delle 12 settimane, deve indicare un trend positivo di crescita di diffusione del virus, nei paesi membri dell’IDA ed dell’IBRD. La Air worldwide corporation, dovrà fornire alla banca mondiale la sua valutazione sul trend dell’arco delle due settimane successive al 23 marzo 2020. Dunque agli inizi della prima settimana di aprile. Ora avete capito il motivo della data del 3 aprile? Se l’agenzia confermerà l’aumento del trend, gli investitori avranno perso i loro soldi.  Detto questo l’1% dei miei contatti che leggerà questo articolo, ha capito in che mani siamo? Cina e Francia fanno un laboratorio dove trattano virus altamente pericolosi a Wuhan, dal Canada partono dei virus destinazione Wuhan. L’OMS è a conoscenza del laboratorio e delle sue finalità. A ottobre 2019, partono a Wuhan i campionati militari mondiali. A dicembre 2019, inizia l’epidemia in Cina. Casualmente il tutto avviene in prossimità della scadenza di questi bond e delle loro relative clausole. Bond emessi dalla banca mondiale, i cui presidenti tutti americani ad eccezione di uno, fanno parte delle solite lobby massoniche finanziarie. Gli stessi che sono padroni del 98% dell’informazione mondiale, che finanziano laboratori di ricerca dei vaccini e l’OMS. La sento solo io la puzza? Ora guardate l’ultima clausola: alla fine delle 12 settimane, bisogna dimostrare un aumento dei contagi (trend positivo) di diffusione del virus nei paesi membri. Quando sono iniziate le epidemie a crescere di numeri, in Francia, Inghilterra, Spagna…? Siete ancora convinti che i fascisti sono i cattivi e loro sono i buoni?

https://www.ilsole24ore.com/radiocor/nRC_18.03.2020_13.21_35314919

https://quifinanza.it/soldi/pandemic-bond-banca-mondiale-rischi-oms-pandemia-coronavirus/361821/

https://it.wikipedia.org/wiki/Banca_Mondiale

Se ci sono arrivato io, che sono un semplice diplomato con 46/60, credo che anche chi ci governa ci potrebbe arrivare e secondo voi, visto i precedenti  dove i politici hanno fatto sempre il gioco delle banche (vedi banca Etruria, Montepaschi di Siena, BCE) e da Monti in poi ci hanno spremuto come limoni per salvarle, ed ora con il MES vogliono finanziare la banca tedesca, pensate che i nostri governati non fossero a conoscenza di tutto ciò?

A voi l’ardua sentenza.

Qualcuno penserà: Cosa c’entrano i militari americani?Le ipotesi sono due: un possibile conflitto con la Russia, oppure servono per aiutare a reprimere le rivolte nei paesi membri. Staremo a vedere.

Francesco Capizzi

 

IL REVISIONISTA PRIMO LEVI (II PARTE) – (Pubblicato sul mensile “Il Lavoro Fascista” – Gennaio 2020)

(SEGUE DAL NUMERO PRECEDENTE)

ARRIVANO I LIBERATORI

Il 18/01/1945 le SS, sotto l’incalzare dell’armata russa, che aveva già occupato Cracovia, 50 Km ad est di Auschwitz e 43 da Monowitz, avevano abbandonato il campo in fretta ma ordinatamente, dopo avere fatto distribuire l’ultimo rancio quotidiano, un’ulteriore razione di pane e senza gasare, o fucilare i loro prigionieri, neanche gli ebrei che non potevano trasferire per le loro condizioni di salute.

All’alba del 21 la fuga dei tedeschi nei pressi del campo era completamente finita ed anche i civili polacchi erano scomparsi. Era logico attendersi che le sofferenze dei prigionieri fossero finite.

rimpatriata

Invece no! Nel campo e nei dintorni i tedeschi non c’erano più, ed i prigionieri che sotto la direzione delle SS avevano il medico, il dentista, il barbiere, il diritto a 40 giorni di quarantena in caso di malattia contagiosa, ed il rancio, ora, sotto la direzione dei Comitati clandestini,  erano liberi solo di morire di fame, di freddo e di stenti, mentre i liberatori non arrivavano e si facevano sentire solo bombardando il campo per accelerarne lo sfacelo.

Eppure certamente i russi sapevano che tutti i tedeschi, anche quelli disarmati, erano fuggiti, perché già dal 22 avevano occupato la cittadina di Auschwitz; anche se le loro pattuglie non fossero arrivate al campo, i partigiani polacchi, o i civili polacchi che lo avevano abbandonato entro il 21 (Pag. 205), o le radio della direzione clandestina, o la ricognizione aerea dovevano averli informati.

La prova che qualche pattuglia russa, o di partigiani polacchi fosse arrivata al campo almeno il 22 ce la fornisce lo stesso Levi, quando scrive che “alcune SS forse disperse, ma armate”, erano penetrate nel campo ed avevano ucciso, “metodicamente, con un colpo alla nuca”, tutti i 18 francesi che si erano stabiliti nel refettorio delle SS,  “allineando poi i corpi contorti sulla neve della strada” (Pag. 209).

Naturalmente i prigionieri che attendevano i russi come liberatori hanno pensato ai loro carcerieri, ma noi possiamo esaminare criticamente la notizia. Ricordiamo che le SS avevano abbandonato il campo già da quattro giorni e gli ultimi tedeschi erano stati visti fuggire verso occidente dal giorno prima; era improbabile il sopraggiungere di altri tedeschi, in una zona ormai occupata dalle truppe nemiche. Anche se dei tedeschi sbandati ed armati avessero incontrato i francesi, al massimo li avrebbero posti in fuga, probabilmente senza sparare, per evitare di richiamare l’attenzione di qualche pattuglia nemica. Non avevano nessun motivo di uccidere sistematicamente tutti con un colpo alla nuca, il classico modo di esecuzione dei russi, ed ancora meno di allinearli sulla strada, pronti per le fotografie dei liberatori, perdendo tempo prezioso per la loro salvezza.

Inoltre, se i corpi erano “contorti”, evidentemente erano stati trasportati ed allineati solo dopo che era sopravvenuta la rigidità, perché se fossero stati trascinati subito dopo l’uccisione, sarebbero rimasti distesi e non “ontorti”. I tedeschi cioè, invece di mettersi in salvo, avrebbero prima perso del tempo ad uccidere i francesi, inutilmente, poi ad attenderne la rigidità cadaverica, ed infine a trascinarli ed allinearli sulla neve.

SHOA

Assurdo. Ci si può credere solo ricorrendo al “Credo quia absurdum”.

L’unica spiegazione logica è che i francesi fossero incappati in una pattuglia di militari russi, o in una banda di partigiani polacchi, i quali, non volendo lasciare testimoni della loro presenza, li avevano eliminati, mentre per i tedeschi il fatto di essere visti non aveva alcuna importanza.

LA TREGUA

Primo Levi ci fornisce qualche ulteriore notizia nel suo libro “La tregua”, dove racconta le sue peripezie dopo l’arrivo dei russi ad Auschwitz; è il seguito di “Se questo è un uomo”, ma è stato scritto nel 1962. In numeri tra parentesi indicano le pagine delle citazioni (5).

Ora Levi ha scritto che “tutti i prigionieri sani furono evacuati, in condizioni spaventose, su Buchenwald e su Mauthausen, mentre i malati furono abbandonati a sé stessi (Pag. 9); prima aveva scritto che la quasi totalità “erano scomparsi durante la marcia di evacuazione”. Quindi Levi ci conferma che non erano stati inviati nelle camere a gas.

Levi aggiunge che l’intenzione tedesca era “di non lasciare nei campi di concentramento nessun uomo vivo, ma un violento attacco aereo notturno, e la rapidità dell’avanzata russa, indussero i tedeschi… A prendere la foga (Pag. 9), ma ora trascura il fatto che, secondo il suo stesso diario, i tedeschi avevano sgomberato il campo il 18 gennaio, ordinatamente e metodicamente, e che il campo era stato bombardato solo la notte successiva.

Se i tedeschi ne avessero avuto l’ordine e l’intenzione, avrebbero avuto tutto il tempo di uccidere gli 800 malati; ci sarebbero voluti solo pochi minuti per uccidere 800 malati riuniti nelle infermerie, prima o dopo il bombardamento.

Inoltre, poiché l’avanzata russa era effettivamente molto rapida, tanto da costringere i tedeschi a sgomberare il campo rapidamente, non si spiega perché i russi abbiano ritardato di 10 giorni l’effettiva occupazione del Lager di Monowitz, avvenuta solo il 28 gennaio.

Nell’infermeria del Lager di Buna – Monowitz erano rimasti in 800. “Di questi circa 500 morirono delle loro malattie, di freddo e di fame prima che arrivassero i russi, ed altri 200, malgrado i soccorsi, nei giorni immediatamente successivi” (Pag. 9). Quindi questi 700 morti sono da addebitare al ritardo nei soccorsi.

Pochi giorni dopo i russi radunarono tutti i superstiti in un “campo grande” di Auschwitz, dove era stato accolto anche un bambino che non sapeva parlare, di cui nessuno sapeva nulla, “Hurbinek, che aveva tre anni e forse era nato ad Auschwitz e non aveva mai visto un albero… IL cui minuscolo avambraccio era pure stato segnato con il tatuaggio di Auschwitz”,  e che morì ai primi di marzo.

Non era il solo bambino. “Ce n’erano altri, in condizioni di salute relativamente buone: avevano costituito un loro piccolo club… Il più autorevole membro del clan non aveva più di 5 anni, e si chiamava Peter Pavel… Era un bel bambino biondo e robusto, dal visto intelligente ed impassibile” (Pag. 26).

Quindi Levi ci conferma che ad Auschwitz c’erano anche dei bambini, tatuati come gli altri internati, che non erano stati inviati nelle camere a gas con le loro madri, e che rientravano nel numero complessivo degli internati, anche se non erano utili come forza lavoro e dovevano essere sfamati.

Poiché Levi era stato internato nel Lager ai primi di marzo 1944, col n° 174.517, il numero complessivo degli internati, bambini compresi, non deve avere superato i 250.000, mentre gli storici ufficiali affermano che ad Auschwitz so0no stati inviati nelle camere a gas 4 milioni di deportati, fra cui tutti i bambini.

1906

Durante il viaggio di rimpatrio, il 15 ottobre, il treno di Levi era passato per Monaco di Baviera, “fra il popolo dei Signori: ma gli uomini erano pochi, molti mutilati, molti vestiti di stracci come noi. Mi sembrava che ognuno avrebbe dovuto… Ascoltare con umiltà il nostro racconto. Ma nessuno accettò la contesa: erano sordi, ciechi e muti, asserragliati fra le loro rovine come in un fortilizio di sconoscenza voluta, ancora forti, ancora capaci di odio e di disprezzo, ancora prigionieri dell’antico nodo di superbia e di colpa”.

Queste parole di Levi, cariche d’odio verso i sopravvissuti all’olocausto tedesco, ci fanno tornare alla memoria il giudizio espresso dal generale Patton dopo la guerra, e cioè che quello tedesco era l’unico popolo decente d’Europa.

Levi dimostra invece una marcata simpatia per i russi: “Era agevole ravvisare in loro, in ciascuno di quei visi rudi e aperti, i buoni soldati dell’Armata Rossa, gli uomini valenti della Russia vecchia e nuova, miti in pace ed atroci in guerra, forti di una disciplina interiore nata dalla concordia, dall’amore reciproco e dall’amore di Patria; una disciplina più forte, appunto, perché interiore, della disciplina meccanica e servile dei tedeschi. Era agevole intendere, vivendo fra loro, perché quella e non questa avesse alla fine prevalso” (Pag. 122).

Questi giudizi non meritano commenti.

Quindi Levi, così attento ed acuto nello studiare e giudicare i suoi compagni di prigionia e di viaggio, in “La Tregua” non solo si dimostra nemico dei tedeschi, come è logico per un ebreo, ma “chiuso in un fortilizio di sconoscenza voluta”, per usare le sue stesse parole.

Il 19 ottobre Levi giunge a Torino: “La casa era in piedi, tutti i familiari vivi… Gli amici pieni di vita” (Pag. 154). I tedeschi avevano giustamente risparmiato i familiari di Levi.

Quante famiglie tedesche hanno potuto ritrovare i familiari vivi, le case intatte? Forse nessuna. Il loro massacro dopo i bombardamenti a tappeto delle loro città, è continuato anche dopo la fine della guerra.

CONCLUSIONI

Ma che facevano i Comitati clandestini, i “Prominenti”, che almeno in parte dovevano essere rimasti nel Lager, tanto più che spesso era partito solo chi voleva partire? Dalle pagine del Levi risulta che non si facevano né vedere, né sentire, e certo non dormivano, visto che un mese prima erano riusciti a fare saltare un crematorio di Birkenau (Pag. 187), ed anzi, secondo il Kalendarium di Auschwitz – Birkenau, il 26/01/46 era stato fatto saltare il Crematorio V, e non certo ad opera delle SS (6).

6MILIONI

Come mai non si mettevano in contatto radio con i russi o con gli alleati, ora che avevano completa libertà d’azione? Non può esserci alcun dubbio che l’avessero fatto, ma probabilmente avevano avuto disposizione di tacere e di collaborare alla costruzione delle atrocità naziste.

La conclusione che si può trarre dal libri del Levi è quindi una sola, e cioè che il degrado dei Lager si è verificato solo dopo il loro abbandono da parte delle SS, sotto la regia ed il controllo dei liberatori, e che i russi ne abbiano deliberatamente ritardato la liberazione, in attesa del loro completo sfacelo, per entrarvi solo dopo il 27, dopo 9 giorni di completo abbandono, con cineprese e macchine fotografiche.

Sarebbe interessante poter ricostruire, in un film – documento, come i liberatori seguivano dall’esterno lo stato di degrado del campo e la consistenza dei cumuli di cadaveri, come era organizzato lo scambio di informazioni con il Comitato clandestino all’interno del campo, come programma-vano gli interventi e le atrocità da costruire, come sceglievano il momento più opportuno per “liberare” il Lager.

Primo Levi è morto suicida nel 1987, senza apparenti motivi. Il suo suicidio ha suscitato scalpore per la sua notorietà internazionale, e qualche psichiatra ha sostenuto che il Levi poteva essere salvato indagando sulla causa dei suoi conflitti.

1941

Come abbiamo visto il Levi non ha tratto le conseguenze logiche dei fatti avvenuti nei Lager durante gli ultimi giorni della sua prigionia, eppure gli argomenti che abbiamo discusso, e che lui non può avere ignorato, devono avere pesato sulla sua coscienza. Forse il Levi, dopo il ritorno dalla prigionia e per tutta la vita, è stato lacerato fra il dovere, come uomo, di gridare al mondo tutta la verità, ed il suo dovere, come ebreo, di tacerla nell’interesse del popolo d’Israele.

Mentre il mancato soccorso delle truppe russe agli insorti di Varsavia nel settembre – ottobre del 1944 è stato criticato dagli occidentali, nessuna critica è stata rivolta ai russi, o meglio, ai sovietici, per la ritardata occupazione del Lager di Auschwitz. Ciò può essere spiegato solo con un preventivo accordo, o almeno un tacito consenso, con scambio di cortesie dello stesso tipo. Non ci sono altre spiegazioni logiche ed attendibili. Queste infamie devono essere attribuite a tutti i capi responsabili della coalizione antitedesca.

Franco Deana

NOTE

  1. Primo Levi – Se questo è un uomo – Editore Einaudi – Ristampa del 01/09/84
  2. Pro e contro Hitler – Dossier Mondadori – 1972, pag. 89
  3. William Schirer – Storia del III Reich – Einaudi Editore – 1962, pag. 298
  4. Rudolf Hoss – Comandante ad Auschwitz – Einaudi Editore, pag. XIII
  5. Primo Levi – La Tregua – Einaudi Nuovi Coralli – 1971
  6. Danta Czech – Kalendarium der Ersignisse in Konzatrations lager Auschwitz – Birkenau 1939 – 1945 – Rowohlt – Edizione 1989 – Pag. 990.

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Appendice.

Dato l’argomento, ho deciso di pubblicare a seguire una delle tante interviste sconosciute del compianto Prof. Robert Faurisson. Ovviamente, l’intervista è stata pubblicata da un giornale algerino, mentre la “civile” Europa incarcera ed aggredisce i ricercatori storici….

Carlo Gariglio

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PER NON DIMENTICARE…

Intervista concessa, in esclusiva, dal professor Robert Faurisson al grande quotidiano arabofono algerino Echorouk (Aurora). Versione italiana.

«L’Olocausto» è una menzogna storica. Proprio all’apogeo del massacro sionista di cui è vittima il popolo palestinese a Gaza, il professor Robert Faurisson riafferma che nel corso della seconda guerra mondiale non c’è mai stato un genocidio degli ebrei e che i nazisti, all’epoca di Hitler, non hanno mai perpetrato ciò che oggi viene chiamato «l’Olocausto». Dopo che egli ha pubblicamente espresso queste convinzioni, la lobby ebraica non ha smesso di aggredirlo e di perseguitarlo per le sue ricerche storiche e per le sue opinioni. Io l’ho incontrato per la prima volta poco più di due anni fa, alla conferenza internazionale su «l’Olocausto» che si teneva allora a Teheran. Da allora ho avuto con lui parecchi incontri e scambi di corrispondenza. Con la guerra d’Israele contro Gaza, il professor Robert Faurisson si è nuovamente opposto, mettendosi di fronte agli ebrei, divulgandone ed esponendone le ambizioni e la viltà. Io gli ho chiesto di accordare un’intervista ad Echorouk, cosa che lui ha accettato volentieri. Nella sua lettura della situazione, il professor Faurisson prevede, a lungo termine, la sconfitta degli ebrei nella loro occupazione della Palestina; questi ebrei conosceranno la sorte comune a tutti gli invasori.

Intervista realizzata da Mourad Ouabass

Robert Faurisson, chi è Lei?

Sto per avere 80 anni. Sono nato vicino a Londra, nel 1929, da padre francese e madre scozzese. Sono sia suddito britannico che cittadino francese. Sono stato professore d’università. Ho insegnato alla Sorbona e in una università di Lione. Possiedo l’agrégation di lettere (francese, latino, greco) e il dottorato in lettere e scienze umanistiche (il che comprende la storia). Le mie due specializzazioni sono state, da un lato, la «letteratura francese moderna e contemporanea» e, dall’altro, la «critica dei testi e documenti (letteratura, storia, media)». Mi sono interessato specialmente alla propaganda di guerra durante la Seconda guerra mondiale.

Può mettere il lettore algerino al corrente delle vostre ricerche, le quali hanno lo scopo di rivedere la storia di ciò che al giorno d’oggi viene chiamato «l’Olocausto» degli ebrei?

Al processo di Norimberga (1945-1946), il tribunale dei vincitori ha segnatamente accusato la Germania vinta:

1) d’aver ordinato e pianificato lo sterminio fisico degli ebrei d’Europa;

2) d’avere a questo scopo, messo a punto ed utilizzato delle armi di distruzione di massa chiamate, in particolare, «camere a gas»;

3) d’avere, essenzialmente con queste armi, ma anche con altri mezzi, provocato la morte di sei milioni di ebrei.

Come ha riesaminato queste accuse?

In appoggio a questa triplice accusa, ripresa per più di sessant’anni dall’insieme dei grandi mezzi di comunicazione di massa occidentali, nessuno ha potuto produrre alcuna prova che resista alla verifica. Sono quindi giunto alla seguente conclusione: Le pretese camere a gas hitleriane e il preteso genocidio degli ebrei formano una sola e medesima menzogna storica, che ha permesso una gigantesca truffa politico-finanziaria i cui principali beneficiari sono lo Stato d’Israele e il sionismo internazionale e le cui principali vittime sono il popolo tedesco, ma non i suoi dirigenti, e l’intero popolo palestinese.

Quali sono stati, sulla Sua vita personale, gli effetti di queste conclusioni delle Sue ricerche storiche, che offendono la credenza pubblica in ciò che si chiama «l’Olocausto»?

La mia vita è diventata un inferno dal giorno in cui, nel luglio 1974, sono stato segnalato dal giornale israeliano Yedioth Aharonoth. Dal 1974 ad oggi, ho subito dieci aggressioni fisiche, ho avuto innumerevoli processi e condanne ed ho finito per venire privato del diritto di insegnare all’università. In Francia, per far tacere i «revisionisti» che noi siamo, la lobby ebraica ha ottenuto il voto di una legge speciale, la legge Fabius – Gayssot del 13 luglio 1990, ricalcata su una legge israeliana del luglio 1986. Laurent Fabius è un deputato socialista, ricchissimo ed ebreo, mentre Jean – Claude Gayssot è un deputato comunista. La legge Fabius – Gayssot prevede fino ad un anno di prigione, 45.000 € d’ammenda e ancora altre punizioni per coloro che «contestano» il preteso «Olocausto». In quasi tutto il mondo occidentale, con o senza legge speciale, il revisionismo viene severamente sanzionato. Un certo numero dei miei colleghi o amici revisionisti sono stati o sono attualmente in prigione, per lunghi anni, specialmente in Germania e in Austria, paesi con i quali nessun [vero] trattato di pace è stato ancora firmato dal 1945 e i cui governi restano sottomessi alla volontà dei vincitori della Seconda guerra mondiale.

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«L’Olocausto» è diventato un tabù mondiale?

Nel mondo occidentale, si ha il diritto di contestare tutte le religioni salvo la religione de «l’Olocausto». Ci si può burlare di Dio, di Gesù, di Maometto ma non di quello che Simon Wiesenthal, Elie Wiesel e Simone Veil hanno raccontato sul preteso genocidio o le pretese camere a gas. Auschwitz è diventato un luogo sacro. Vi si organizzano dei pellegrinaggi. Vi si vedono delle pretese reliquie di pretesi gassati: delle scarpe, degli occhiali, dei capelli e dei bidoni dell’insetticida Zyklon B che viene presentato come il prodotto che è servito ad accoppare gli ebrei, mentre veniva adoperato per la disinfezione dei vestiti o dei locali nei campi falcidiati dalle epidemie di tifo petecchiale. Ci raccontano che i Tedeschi cercavano «la soluzione finale della questione ebraica» in Europa e che questa formula nascondeva, sembrerebbe, la loro volontà di sterminare gli ebrei. Questo è falso. Non bisogna barare.

I Tedeschi cercavano in realtà «una soluzione finale TERRITORIALE della questione ebraica».

Essi volevano espellere gli ebrei verso un territorio che fosse per loro appropriato. È esatto che prima della guerra, essi hanno per un certo tempo, pensato che questo territorio potesse situarsi in Palestina ma, molto velocemente, hanno considerato che questa soluzione sarebbe stata impossibile, e che bisognava scartarla per riguardo verso « il nobile e valoroso popolo arabo»

(Sic! Io garantisco l’autenticità di queste parole).

Cos’è accaduto, alla fine dei conti?

Desiderosi, durante la guerra, di neutralizzare gli ebrei, i Tedeschi ne hanno messo un certo numero nei campi di concentramento o di lavoro in attesa che il conflitto finisse. Essi hanno rimandato al dopoguerra la soluzione definitiva. Durante la guerra e fino agli ultimi mesi della stessa, hanno detto agli Alleati: « Voi ammirate gli ebrei? Prendeteli. Noi siamo pronti ad inviarvi quanti ebrei europei vorrete ma ad una espressa condizione: ed è che questi ebrei resteranno in Gran Bretagna fino alla fine del conflitto; essi non devono con nessun pretesto andare in Palestina; il popolo palestinese ha già talmente sofferto a causa degli ebrei che sarebbe una ‘indecenza’ (sic) accrescerne il martirio.»

Ecco che mi spingo a chiederLe la Sua opinione sul massacro che ha luogo attualmente a Gaza.

Oggi più che mai, il popolo palestinese subisce un calvario. L’esercito israeliano, dopo avere inflitto a questo popolo l’operazione «Uva dell’ira», poi l’operazione «Baluardo a Jenin», seguita dall’operazione «Arcobaleno» e dalla operazione «Giorno di penitenza», infligge loro attualmente l’operazione «Piombo fuso». Invano! Invano perché, a mio avviso, lo Stato d’Israele non vivrà nemmeno il tempo che è durato il Regno Franco di Gerusalemme, vale a dire 89 anni. La maggior parte degli ebrei lascerà queste terre con lo stesso panico con cui i coloni francesi hanno lasciato Algeri nel 1962 o con cui l’Esercito americano ha abbandonato Saigon nel 1975.

La Palestina ridiventerà un paese libero, in cui musulmani, cristiani, ebrei ed altri potranno coabitare. Almeno questo è il voto che io formulo, io che, dopo 34 anni, vengo trattato in Francia come una sorta di Palestinese.

Io l’ho detto l’11 e il 12 dicembre 2006, al momento della conferenza su «l’Olocausto» organizzata a Teheran sotto l’egida del presidente Ahmadinejad: noi abbiamo tutti i mezzi per dare aiuto alla liberazione della Palestina. Questo mezzo consiste nel far conoscere al mondo intero le conclusioni della ricerca revisionista. Bisogna togliere ogni credito a questo preteso «Olocausto» diventato l’arma numero uno del sionismo e dello Stato d’Israele; questa menzogna è la spada e lo scudo di questo Stato.

Sarebbe assurdo cercare di difendersi contro l’armamento militare degli Israeliani risparmiando l’arma numero uno della loro propaganda nel mondo intero.

Ho recentemente appreso che un altro processo La minaccia prossimamente perché Lei persiste a contestare – il che è in Francia proibito per legge – la realtà de « l’Olocausto » degli ebrei. Quando cesseranno i Suoi problemi con i tribunali, dato che sta per raggiungere l’età di 80 anni?

Vi annuncio che al mio prossimo processo, di cui non conosco ancora la data, dichiarerò questo ai miei tre giudici della XVII camera del tribunale correzionale di Parigi (2 e 4, Boulevard du Palais, 75001 Parigi):

«Chiunque si autorizza ad affermare che le pretese camere a gas naziste ed il preteso genocidio degli ebrei siano state una realtà storica si trova, che lo voglia o meno, a dare il proprio avallo ed una spaventosa menzogna che è diventata l’arma numero uno della propaganda di guerra dello Stato d’Israele, uno stato colonialista, razzista ed imperialista. Chi ha la disinvoltura di garantire il mito de l’Olocausto si osservi le mani! Le sue mani sono rosse del sangue dei bambini palestinesi!»

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La prima intervista con il professor Faurisson è stata pubblica su Echorouk il 27 dicembre 2006.

(Fonte: www.radioislam.org)